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I tre dell'Ave Silvio

Oggi la convention di Forza Italia. Il potere di Sorte, Ferrante, Benigni. Dubbi sulla voce del Cav.

Simone Canettieri

Il messaggio di Silvio Berlusconi non ricalcherà le scelte già prese, e benedette anche dalla famiglia. Ma sarà il modo per dire, cercando la maniera più efficace, “eh già, io sono ancora qua”

Sono i tre dell’Ave Silvio: Alessandro Sorte, Tullio Ferrante, Stefano Benigni. L’ultima avanguardia di Forza Italia, il nuovo cerchietto magico. Molto, quasi tutto, della convention di oggi a Linate passa da loro. Non sarà solo la prova muscolare di un partito che non si sente finito, si punta a portare all’iniziativa circa 1.500 persone. L’attenzione, nemmeno a dirlo, è su di lui: su Silvio Berlusconi. Che i big azzurri dicono di sentire quotidianamente al telefono dal letto del San Raffaele, che viene raccontato sul pezzo e con la testa già alle Europee (“dobbiamo puntare sul mondo cattolico e sulle categorie, per esempio, quelle dei farmacisti”). Ma sulla salute del Cav., su come interverrà a questa iniziativa fino a ieri sera circolavano almeno due ipotesi. La prima, più accreditata salvo sorprese, racconta di un intervento di Berlusconi che sarà letto dal palco. Magari da Antonio Tajani, vicepremier e coordinatore del partito. Segno che l’ex premier non se la sente di registrare un audio. Meglio evitare qualsiasi sforzo, meglio risparmiarsi, meglio non dare adito alle analisi della sua voce. E per questo l’ipotesi che registri in mattinata un discorso – “a cui sta lavorando da giorni” – fino a ieri sera rientrava nell’ipotesi B, quella più desiderata, ma complicata. “A meno che non parli per poco tempo”.

   

Sfumata l’ipotesi del vecchio capo che registra un video dall’ospedale, un concentrato di speculazioni, chi lo consiglia, lo segue e lo assiste ragiona su i due scenari descritti. Ripetuto da altri o letto in vivavoce quale sarà il messaggio del Cav. al popolo adorante? Non sono previsti ulteriori annunci per quanto riguarda gli assetti interni, dopo la recente rivoluzione che ha portato al depotenziamento di Licia Ronzulli (rimasta capogruppo in Senato, ma non più coordinatrice della Lombardia, ruolo affidato a Sorte) e alla defenestrazione di Alessandro Cattaneo da presidente del gruppo dei deputati, sostituito da Paolo Barelli, braccio destro di Tajani. Una mossa, come si sa, che ha spostato l’asse di Forza Italia verso Giorgia Meloni, dopo gli attriti iniziali, quando a gestire la linea (compresa quella telefonica di Berlusconi) era appunto Ronzulli. E dunque oggi il messaggio berlusconiano non ricalcherà le scelte già prese, e benedette anche dalla famiglia. Ma sarà il modo per dire, cercando la maniera più efficace, “eh già, io sono ancora qua”. Dopo i lunghi giorni in terapia intensiva, i coccodrilli dei giornali ritornati nelle ghiacciaie delle redazioni. Dopo insomma il grande spavento.

 

Quindi tutto cambia, di nuovo, nel parabola di un partito che non prevede eredi, ma solo nuovi cerchi concentrici intorno al re Sole. Allora bisogna osservare i tre dell’Ave Silvio. Per Sorte sarà il giorno dell consacrazione. Al suo fianco avrà l’amico Ferrante, sottosegretario all’Interno, amico personale di Marta Fascina, quasi moglie del Cav. e inamovibile dal primo giorno al San Raffaele. L’ultima nomina del patriarca è stata la sua perché ha deciso che diventasse responsabile del tesseramento. Mentre Benigni, altro amico di Fascina, è stato designato tesoriere del gruppo. E’ il nuovo che avanza. “Il presidente ci stupirà”, dicono i tre quasi in coro. “E chi ci accusa di schiacciarci su Fratelli d’Italia sono gli stessi che rischiano di appiattirsi sulla Lega”, dice Sorte. “Io ho sentito il presidente ed era in forma e concentrato, pieno di idee con la testa alle elezioni”. Alle amministrative? “No alle Europee”, racconta Ferrante. Così cambia il borsino di Forza Italia. Occhi puntati su Ronzulli. Sarà ringraziata per questi anni nel messaggio del grande capo?

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.