PUBBLICITÁ

editoriali

Su Via Rasella un pessimo La Russa. Ancora una volta

Redazione

Il complottismo su Via Rasella è inaccettabile per un’alta carica dello stato. Il paese avrebbe urgente bisogno di uscire da questo eterno 25 aprile e sparate come quelle del presidente del Senato non aiutano

PUBBLICITÁ

Passi la storia del busto di Mussolini, roba da antiquariato un po’ grottesco (meglio il busto di Churchill nello Studio Ovale della Casa Bianca). Passi il sottrarsi alla domanda dei giornalisti a Gerusalemme se il fascismo sia stato il famoso “male assoluto” (nella scala del male, ci sono anche Hitler e Stalin, ma anche qui siamo ai limiti). Ma oggi la seconda carica dello stato, incalzato sulla Liberazione e il 25 aprile, ha definito così Via Rasella: “E’ stata una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza: quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non”. 

   
Ora, sono sei mesi che La Russa è in carica e non si capisce davvero perché tanto rimestare nella storia italiana più cupa, liquidando, relativizzando, diffamando, in un crescendo quasi paranoide.

  
L'azione di via Rasella, del cui ordine dopo la guerra si assunse la responsabilità Giorgio Amendola, fu compiuta da una dozzina di gappisti e consistette nella detonazione di un ordigno esplosivo al passaggio di una colonna di soldati in marcia. Causò la morte di trentatré soldati tedeschi, che risposero con le Fosse Ardeatine.

PUBBLICITÁ

    

PUBBLICITÁ

Ora, La Russa non è Renzo De Felice né Claudio Pavone e di via Rasella (legittimo atto di guerra o forzatura della Resistenza?) si è discusso per anni, decenni, in Italia, anche troppo. Il paese avrebbe urgente bisogno di uscire da questo eterno 25 aprile, l’emergenza antifascista metafisica, e uscite come quelle di La Russa non aiutano e generano ombre inquietanti sul suo profilo e sulla seconda carica dello stato.

 

Se proprio non sa cosa fare, se proprio non sa come passare il suo tempo, al presidente del Senato siamo pronti a suggerire  un passatempo: organizzare un convegno con i dissidenti delle autocrazie e  i cristiani perseguitati. Sarebbe un bel modo di fare la storia a Palazzo Madama, anziché riprocessarla in maniera molesta. 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ