il dibattito in aula

Meloni a Schlein: "Il salario minimo non è la soluzione". Il question time alla Camera

Migranti, Mes, riforma fiscale, energia e ambiente. La premier torna in Aula per il question time: "Non accederemo al Mes. Sui migranti abbiamo la coscienza a posto"

Redazione

Si svolge alla Camera il question time della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che oggi risponderà alle domande della maggioranza e dell'opposizione. Sono numerosi gli argomenti sul tavolo: a partire dall'immigrazione, dopo le recenti stragi in acque mediterranee e la sucessiva richiesta di dimissioni rivolta al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Sul capitolo riforme si ripresenterà la questione del Mes, il trattato che l'Europa chiede da mesi di ratificare e sul quale lunedì sono arrivate esplicite raccomandazioni dall'Europarlamento. Ancora, il tema del nucleare, a seguito del "no" all'alleanza ad hoc proposta dalla Francia. Ma anche l'ipotesi del salario minimo, chiesto a gran voce dalla neosegretaria del Pd, Elly Schlein: proprio quest'ultima è attesa nel primo faccia a faccia in Aula con la premier.


  

Per Meloni "non c'è un diritto a migrare". E rilancia il Piano Mattei

In Aula Giorgia Meloni ha detto che il governo rifiuta la "visione ideologica di chi considera il mondo senza confini nazionali in nome di un indefinito diritto a migrare. L’azione del governo sarà incentrata al rispetto del rispetto della legge del diritto nazionale e internazionale, mettendo fine alle anomalie che hanno caratterizzato l’ approccio italiano al fenomeno migratorio. Questo vuol dire contrastare l’immigrazione illegale e il traffico di esseri umani, tutelare chi ha diritto alla protezione internazionale e gestire in modo ordinato l’immigrazione legale attraverso i decreti flussi, il tutto in quadro di responsabilità che deve riguardare anche gli altri stati europei". E rilancia l'utilità di un Piano Mattei per governare i fenomeni migratori: "Nelle prossime settimane chiederemo risposte immediate di sostegno in favore degli stati del nord Africa, Tunisia in testa. Vogliamo essere l’impulso per tutta l’Europa per un nuovo rapporto con l’Africa: una strategia di cooperazione incentrata su un rapporto di reciproca crescita e interesse per garantire alle popolazioni africane il diritto di non essere costrette a migrare in cerca di una vita migliore. Non vogliamo più rimanere sotto il ricatto di scafisti senza scrupoli che usano i migranti come scudi umani per i loro traffici".

  


 

Meloni sul naufragio al largo della Libia: "Coscienza a posto. Siamo intervenuti in acque non di nostra competenza"

 "La nostra coscienza è a posto, spero che chi attacca il governo ma non spende una parola contro la mafia degli scafisti possa dire lo stesso", ha detto la premier Meloni, rispondendo all'interrogazione di Riccardo Magi. Il segretario di +Europa,  con riferimento al naufragio di domenica scorsa, a largo della Libia - aveva chiesto: "Perché nonostate gli allarmi, le nostre autorità hanno deciso di non intervenire, e non allertare navi della marina militare italiana o europea che partecipano alla missione di soccorso?". La premier ha aggiunto che "il tragico evento si è svolto in area Sar di responsabilità libica. L’italia è interventua in acque di non propria competenza". Meloni ha inoltre chiesto "rispetto i servitori dello stato", attaccando chi "per fini politici mette in discussione l'onore di chi salva le vite".


Meloni a Schlein: "Il contrastro al lavoro povero è una priorità, ma il salario minimo non è la soluzione"

“Intervenire per fronteggiare il lavoro povero è una delle priorità su cui il governo lavora. Chi ha governato finora ha reso più poveri i lavoratori italiani, noi vogliamo invertire la rotta". Ha risposto così Giorgia Meloni ad Elly Schlein, nel primo confronto diretto da quando Schlein è diventata segretaria del Pd. "Abbiamo rinnovato il taglio del cuneo fiscale e fatto i primi passi nei limiti delle risorse che avevamo a disposizione. L'obiettivo è aumentare il salario dei lavoratori e garantire retribuzioni adeguate", ha detto la premier precisando che "il governo è convinto che il salario minimo legale non è la soluzione". L'approccio, ha detto Meloni, è pragmatico: "Il salario minimo legale può diventare non un parametro aggiuntivo delle tutele garantite ma un parametro sostitutivo che rischierebbe per paradosso di creare condizioni peggiori per i lavoratori. Credo sia molto più efficace estendere la contrattazione collettiva anche nei settori dove non è prevista, tagliare le tasse sul lavoro e lavorare per combattere le discriminazioni". Sull'altro tema proposto da Schlein nella sua domanda al governo, quello dei congedi parentali, Meloni si è detta d'accordo e ha aggiunto: "Le poche risorse che potevamo spendere le abbiamo usate ma poiché il tema del sostegno alle madri lavoratrici per noi è una priorità sono sempre disponibile a confrontarmi”.

 


Meloni: "La direttiva Ue su case green è irragionevole e ideologica"

Alla domanda del leader dei Verdi Angelo Bonelli, Meloni ha risposto che nel rispetto degli impegni internazionali assunti per la riduzione delle emissioni il governo vuole mantenere un approccio pragmatico e guidato dal pilastro della neutralità tecnologica. E ha colto l'occasione per criticare duramente la direttiva sulle case green approvata ieri dal Parlamento europeo. “Una scelta irragionevole e ideologica”, ha detto Meloni aggiungendo che il governo “difenderà gli interessi dei cittadini e della nazione”. “Si tratta di obiettivi non raggiungibili per l'Italia”, ha proseguito, spiegando che “l'azione negoziale italiana a Bruxelles aveva consentito di rivedere le tempistiche di adeguamento per rendere gli obiettivi graduali e meno stringenti, ma il voto di ieri inasprisce il testo iniziale”. Infine, su gas e nucleare. “Il governo considera il gas naturale come vettore energetico della transizione”, ha detto Meloni, ribadendo la volontà di realizzare il progetto dell'hub del gas in Italia. “Non intendiamo intraprendere azioni su centrali nucleari senza il coinvolgimento del Parlamento ma restiamo pragmatici e orientati alla neutralità tecnologica”.


Mes, Meloni: "Finché guiderò il governo l'Italia non accederà"

"Sfortunatamente non stupirò il collega. In riferimento alla ratifica del Mes vorrei ricordare che nonostante l’accordo modificativo sottoscritto dall’Italia risalga al gennaio 2021, la riforma non è mai stata portata a ratifica", ha detto Meloni rispondendo alla domanda di Luigi Marattin. "Questo offre una diapositiva su quanto questa materia necessiti di un approfondimento. Gli strumenti sono strumenti e si giudicano in quanto tali in relazione alla loro efficacia in un determinato contesto. E’ la ragione per la quale lo scorso novembre questo governo ha ricevuto un mandato dal Parlamento non ad aspettare la Germania, ma a non ratificare la riforma in assenza di un quadro chiaro in materia di ordinamento regolatorio europeo in materia non solo di governance ma anche bancaria.  Da più di un decennio la politica e l’opinione pubblica italiana dibattono sulla natura del Mes, un fondo che ha esercitato la sua funzione pochissime volte da quando esiste, sebbene abbia una dotazione finanziaria molto importante. La riflessione che si impone è questa. L’Italia, finché ci sarà un governo guidata dalla sottoscritta non potrebbe mai accedere al Mes, ma credo che non vi accedano neanche gli altri, come nessuno ha pensato di accedere al Mes anche quando è stata immaginata una linea di credito durante la pandemia che aveva sulla carta delle condizionalità inferiori a quelle di partenza. Quando lo strumento è stato istituito aveva delle condizionalità molto stringenti perché la linea predominante era quell’austerità che molti rivendicavano e su cui molti si sono dovuti ricredere perché ha colpito quelli più in difficoltà. 

"Ha senso continuare a ragione di uno strumento che così configurato non verrà mai utilizzato benché vi siano diversi miliardi che ogni stato nazionale deposita? Mi chiedo se non sia più sensato interrogarsi sull’efficacia di questo strumento", ha continuato la premier in Aula. "Ho letto un’interessante dichiarazione del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, grande sostenitore del Mes che dice: se noi riteniamo che il nuovo regolamento sul Mes non sia nell’interesse nazionale del paese e non sia un fondo adeguato per affrontare le sfide allora dovrebbe essere il momento per discutere di usarlo come uno strumento di politica industriale europea. Il tema secondo me è esattamente questo. Il tema è che l’Europa potrà affrontare le sue sfide future se riesce a fare sistema proiettandosi verso una politica di sviluppo comune. E la proposta di Confindustria viene presa seriamente in considerazione da questo governo. Noi vogliamo discutere del quadro generale della governance europea, e della possibilità che le risorse oggi destinate al Salva stati possano essere davvero utili agli stati che aderiscano".

 


Automotive e bando auto termiche. Meloni: “Non c’è solo l’elettrico. Serve gradualità"

“L’Italia condivide gli obiettivi della transizione verde e digitale, ma il percorso richiede gradualità. Non si suo assecondare acriticamente un processo che ci porta dritti alla deindustrializzazione”. Così Giorgia Meloni in risposta alla deputata di Fratelli d’italia, Augusta Montaruli, che chiedeva quali azioni prenderà il governo a sostegno del settore Automotive e al provvediment (al momento stoppato in Ue) sul bando delle auto termiche entro il 2030.

“Intendiamo percorrere la strada della neutralità tecnologica”, ha continuato la premier. "In Europa noi non ci siamo limitati a spiegare le nostre ragioni ma abbiamo illustrato che è possibile conseguire lo stesso obbiettivo – la riduzione delle emissioni di CO2  delle auto - impiegando tecnologie altre rispetto all’elettrico: biocarburanti, carburanti sintetici, idrogeno. Ambiti in cui l’Italia è all’avanguardia. Un approccio di buon senso.  L’Italia può essere capofila e protagonista. Il nostro obiettivo è sì consegnare una terra più pulita alle prossime generazioni, ma senza devastare sistema produttivo e creare nuovi disoccupati”.


Meloni: "Il Superbonus ha generato un mercato opaco di crediti fiscali"

Al deputato Silvestri del M5s, che chiedeva conto di come il governo intenda agire per gestire l'effetto del rialzo dei tassi attuato dalla Banca centrale europea, Meloni ha risposto dicendo che c'è “la massima attenzione” e che sono in corso “opportuni approfondimenti”. La premier ha poi proseguito attaccando il Superbonus. “Partiamo dalle emergenze, quei casi nei quali norme discutibili potrebbero aver favorito rendite di posizione come è il caso del Superbonus, che è stata messa in campo producendo conseguenze che impegnano il lavoro del governo da mesi. La norma ha anche consentito di proliferazione di un mercato opaco e non governato di crediti fiscali non a vantaggio delle imprese ma dei vari intermediari anche finanziari”, ha detto Meloni, aggiungendo che il governo garantirà “il riassorbimento dei crediti fiscale ancora in circolazione".