Foto di Cecilia Fabiano, via LaPresse 

divisioni interne

La Giunta di Rocca segna l'atto di nascita delle correnti di Fratelli d'Italia

Domenico Di Sanzo

È proprio nella capitale, cuore della destra di governo, che si dà inizio alla divisione di FdI: a cominciare dai gabbiani, i rampelliani. Alla Pisana c'è anche la "Lollo", di Meloni, che prende il nome dal ministro dell'Agricoltura

"Ma come? Non si erano vantati di averci ridimensionati?”. La voce è quella di un dirigente laziale in quota Fabio Rampelli. E il riferimento non è né al centrosinistra, né agli alleati della coalizione di centrodestra, con cui pure FdI ha litigato in fase di formazione della Giunta di Francesco Rocca. No, il bersaglio sono gli esponenti meloniani di Fratelli d’Italia. Che, rigorosamente a taccuini chiusi, subito dopo l’esito delle regionali in Lazio, si erano affrettati a comunicare alle agenzie che anche nel territorio di elezione dei “gabbiani” di Rampelli li avevano battuti nella corsa delle preferenze.

 

Tutto ciò mette il sigillo su un inedito, forse inevitabile per quello che ormai è il primo partito del paese. Anche in Fratelli d’Italia ci sono le correnti. Come il Pd di Schlein e di Base Riformista. Come, fino alla scorsa legislatura, era stato il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. E pazienza se, come raccontano in FdI, Giorgia Meloni sobbalzi dalla sedia del suo ufficio di Palazzo Chigi al solo sentire nominare la parola magica e maledetta: correnti.

 

Il battesimo del correntismo in salsa meloniana non poteva che essere in Lazio. Fortino e cuore del partito della destra italiana arrivata al vertice del governo. Feudo di Rampelli e Meloni, ma anche di Francesco Lollobrigida, luogotenente dei fedelissimi della premier sul territorio. Ed ecco che la travagliata formazione della Giunta di Rocca diventa l’atto di nascita delle correnti. E segna una piccola rivincita per i rampelliani di Colle Oppio. Il vicepresidente della Camera, ormai ex mentore della premier, ottiene due assessorati anziché l’uno che si preventivava.

 

Come ci si aspettava, entra nella squadra del governatore Fabrizio Ghera, rampelliano di ferro. Ghera, il candidato che provocò il commissariamento di Fdi a Roma grazie a un’iniziativa di corrente mascherata da evento di partito, si prende rifiuti e trasporti. Due deleghe molto pesanti, anche alla luce della contrarietà di Rampelli al Termovalorizzatore della Capitale.

 

Poi la sorpresa, Elena Palazzo. La donna di fiducia del “colonnello” di Colle Oppio sarà assessore all’ambiente. Un’altra delega cruciale, anche per quanto riguarda l’impianto di Santa Palomba, ma non solo. I gabbiani dovevano avere un solo assessorato. Ne ottengono due determinanti. È lo sdoganamento del “due a me, tre a te” anche nel fu monolite di Via della Scrofa. Meloni, che teneva tanto alla compattezza del partito-testuggine, o falange, dovrà farsene una ragione. Le correnti sono un effetto collaterale del potere. Per ulteriori informazioni rivolgersi al Nazareno, sede del Partito democratico, dove ormai hanno imparato a convivere quasi serenamente con la presenza di gruppi interni più o meno autonomi e litigiosi.

 

Eh sì, perché alla Pisana perfino la Meloni ha ufficializzato la sua corrente. Che è quella di “Lollo”, che sarebbe Lollobrigida, vero sfidante di Rampelli nella conta interna laziale. “Lollo”, cognato della premier, piazza in Giunta tre pedine. Si tratta di Massimiliano Maselli alle politiche sociali, della vice di Rocca Roberta Angelilli allo Sviluppo e attività produttive e del più vicino a Lollobrigida, Giancarlo Righini, nuovo assessore al Bilancio e all’agricoltura. Morte alle correnti, viva le correnti.