Foto di Filippo Attili, Palazzo Chigi, via LaPresse  

il commento

Effetto Francesca Verdini. La donna della Provvidenza riuscirà a sciogliere il trucismo leghista

Giuliano Ferrara

Quel fluido naturale che ha fluidificato persino Zaia. Con lei di colpo si diventa non maturi, ma almeno un po' adulti. E che come ha fatto con Salvini, sappia suggerire anche a Piantedosi

Noi che non crediamo negli eccessi della diversity abbiamo tuttavia un’inclinazione benevola verso la Provvidenza. Ora ci sono le donne della Provvidenza, consolanti perché al plurale e dunque diverse dall’uomo della Provvidenza, ghette e cilindro. Giorgia e Elly, ça va sans dire. Ma Francesca (Verdini) è il massimo. Tutto dipende dal coniugio. C’è chi ha sposato donne dolcissime ma dai modi truci, e non è passibile di correzione. E chi si accoppia con donne che fluidificano in senso buono, ingentiliscono al di là delle sicurezze di gender, domano la Bestia chi con i voti chi con i sentimenti e le idee e l’esperienza.

 

Giorgia ha rimpannucciato il senatore Salvini, già Trucissimo ministro dell’Interno, up to a point, come si è visto nel caso delle polemiche seguite alla tragedia di Steccato di Cutro. Ma tutti speriamo in Francesca e tifiamo per lei. Il cuore immacolato di Francesca tempera l’uso a portachiavi del rosario e di Maria Vergine da parte del ministro dei Trasporti e vicepresidente del Consiglio. È ormai un’evidenza, registrata dai grandi giornali di informazione. Lo prova la conversione di Luca Zaia, passato dai topi vivi mangiati dai cinesi come causa della pandemia, ricordate?, alla decisione perfino eccessiva di assecondare eventuali passaggi di sesso nel Veneto un po’ maschile e un po’ femminile, e ambedui o ambedue.

 

Comunque la si pensi dell’esperimento trans su scala regionale, Treviso che diventa Trevisa e Venezia Venezio, il fondotinta sanremese non può che giovare alle idee troppo massicce della giunta Zaia, che ha eliminato il fumo sulla pubblica via perché il peccato va comunque combattuto, ma si allarga nell’intimità del privato con spirito schiettamente europeo e universale, si direbbe. Quanto abbia influito poi Francesca nella opzione di un altro leghista di punta, Gian Marco Centinaio, a favore delle unioni civili, questo non si sa ma si può sospettare. E se il senatore Salvini ha finalmente capito, Putin a parte, felpe a parte, cazzeggio gastropolitico a parte, che per diventare un giorno presidente del Consiglio bisogna vestirsi con la grisaglia e comportarsi come un funzionario serio della politica nazionale, bè, qui gatta ci cova, ci covano due donne della Provvidenza come Giorgia e Francesca.

 

Non c’è da essere troppo ottimisti perché il cuore è volubile e certo è l’organo più difficile da tenere in mano (Manganelli, credo), il cuore in mano non esiste proprio. Finché però resistono certi legami, è chiaro che si può almeno continuare a sperare. A Schlein mancò il voto di Carlo De Benedetti perché la moglie Silvia voleva votare Bonaccini, rendendo nullo nel conteggio il sostegno a Elly. Caso che fa capire i limiti della Provvidenza femminile, un carisma che può essere facilmente annullato in politica. Ma Francesca no.

 

È molto giovane, attraente e bella, ha una sua vita, una sua rete anche familiare, con il papà bancarottiere per una sciagurata decisione di Bankitalia, ristretto ai domiciliari, da dove si può trasmettere comunque il verbo al femminile di una certa eleganza di modi, che a Denis nessuno ha mai rimproverato di non possedere. Difficile non tanto dirle di no quanto evadere dal suo mondo e dalla sua esperienza per un cinquantenne appesantito da una vita politica esigente, comiziante e spesso ultrademagogica.

 

Una volta che hai indossato un bel tuxedo, una volta che hai sentito il vento nei capelli di lei su un motoscafo nel Canal Grande, una volta che hai esperito non tanto e non soltanto l’amore, che omnia vincit, quanto il fluido naturale della vita in una ragazza bene educata e maliziosa di Firenze, ecco che il trucismo ti sembrerà una bravata adolescente, e di colpo diventi non dico maturo, non voglio bestemmiare e profetare, ma almeno un po’ adulto. Ancora uno sforzo, Francesca, suggerisci al ministro Piantedosi che non si fanno ramanzine agli annegati e minaccia di fuggire con il fantasma di uno scafista se non la smettono di usare i fantasmi per ridimensionare il bisogno di salvezza dei corpi in mare. Vedrai che sarà provvidenziale, vedrai che funziona. Cherchez la femme. 

Di più su questi argomenti:
  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.