Foto di Roberto Monaldo, via LaPresse 

Fatti e dichiarazioni

La maggioranza blinda Piantedosi e su Cutro lo difende (almeno per ora)

Redazione

Palazzo Chigi smentisce i dissidi tra Meloni e il ministro dell'Interno. Da Molteni (Lega) a Tajani (FI), la coalizione difende il titolare del Viminale, ma c'è chi in attesa dell'informativa di domani inizia ad avere qualche dubbio sulla sua tenuta

Stando all'apparenza e alle dichiarazioni in chiaro, la maggioranza fa muro nel difendere il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, soprattutto in vista dell'informativa di domani alla Camera in cui il ministro dovrà spiegare la gestione del naufragio di Cutro, dove sono morte 71 persone. E in particolare le sue dichiarazioni in seguito alla tragedia nelle acque calabresi, quelle in cui si appellava al senso di responsabilità che avrebbe dovuto convincere i migranti a non partire e minimizzava il dramma umano generato dalla tragedia, che non sono piaciute nemmeno alla premier Giorgia Meloni.

Almeno questa della difesa strenua è la posizione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del sottosegretario leghista al Viminale, Nicola Molteni e del braccio destro di Giorgia Meloni, nonché ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Tutti esprimono grande fiducia nei confronti dell'operato del ministro dell'Interno, consapevoli che dall'opposizione in molti domani torneranno a chiederne le dimissioni.

"Compatti, nessun dubbio su Piantedosi, compatti sì, perché sull'immigrazione non esistono mille ricette", ha detto Antonio Tajani al Corriere della Sera. "Giù le mani da Piantedosi" sono invece le parole di Nicola Molteni a La Verità, "È un grande servitore dello stato; è determinato nel contrasto dell'immigrazione clandestina e della criminalità. Coniuga nella sua azione umanità e fermezza ed è stato ingiustamente criticato". Già sabato scorso Francesco Lollobrigida aveva negato al Foglio la possibilità che il ministro dell'Interno rischi il suo posto, aggiungendo che "le audizioni di Piantedosi sono state finora ineccepibili".

Ma oltre alle dichiarazioni pubbliche, negli ultimi giorni all'interno della maggioranza si sono auscultati anchi i primi dubbi sulla tenuta del ministro. Tant'è che secondo alcuni retroscena Meloni stessa avrebbe chiesto a Piantedosi una specie di dietrofront sulle nuove norme anti immigrazione illegale che questo governo si appresterebbe a varare. Fatto sta che in mattinata è stata la stessa presidente del Consiglio a smentire dissidi. "Le indiscrezioni apparse su alcuni organi di stampa relative a una convocazione a Palazzo Chigi del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e a presunte divergenze sulla linea interna al Governo sull’immigrazione, sono letteralmente inventate e dunque destituite di ogni fondamento", si legge in una nota. Ma c'è di più: perché dal Viminale ci tengono a far sapere che non c'è alcun pacchetto di nuove norme a cui sta lavorando il ministro. Di sicuro è improbabile che vengano presentate prima del cdm specifico in materia di immigrazione da convocare a Cutro.

Sul naufragio la procura di Crotone ha aperto un'inchiesta che sta indagando anche sulle eventuali mancanze dei soccorsi. Facendo leva su questi temi, l'opposizione guidata dalla leader del Pd Elly Schlein ha già chiesto le dimissioni del ministro ("parole disumane, inaccettabili e non all'altezza del ruolo: si dimetta"). Ma anche dalla maggioranza sono giunte critiche: "Se ci sono state lacune nella catena di comando per un soccorso tempestivo noi lo dobbiamo sapere, ministro. Non è una richiesta che Fratelli d'Italia lascia alle opposizioni", ha detto il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Alberto Balboni, di FdI. Insomma Piantedosi per ora non si tocca. Ma non è detto che valga per sempre.