Foto di Ettore Ferrari, via Ansa 

quasi new entry

Dino Giarrusso è il solo del Pd che non insulta il Pd

Salvatore Merlo

Si sa che per conquistare i dem devi denigrarli. Serracchiani, Madia, Renzi sono solo alcuni nomi. Se l'ex 5 stelle continua così finisce che lo espellono dal partito in cui vuole arrivare "in punta di piedi"

Ha detto che vuole entrare nel Pd “in punta di piedi”, “con molto rispetto”, per fare di quella “casa già grande una casa ancora più grande”. Perché il Pd a lui piace, assai. Perché in definitiva lui quel partito lo trova una comunità straordinaria. Una cosa seria. Importante. Solo che ovviamente, dicendo così, Dino Giarrusso, già grillino intransigente, in realtà domenica li ha spiazzati tutti, quelli del Pd. E infatti, dal palco di Milano, dove l’avevano invitato a parlare, lo guardavano con la stessa espressione che avrebbero riservato a una lumaca nell’insalata. Quelli mica volevano complimenti. Quelli volevano essere insultati. Anzi, è proprio per questo che l’avevano invitato nel Pd: perché Giarrusso è quel che si dice un cultore della materia.

 

Ma l’uomo inviato dalla Provvidenza, per così dire, ha mancato l’appuntamento col destino. Sembrava infatti uno capitato lì per caso a portare un telegramma (di felicitazioni). Eppure lo sanno persino i bambini che per conquistare il Pd devi dire che il Pd è una sozzeria tipo fogna di Calcutta. Lo sa Debora Serracchiani, che è diventata presidente di regione, poi vicesegretario e infine anche capogruppo  proprio dicendo che il Pd è all’incirca  un ritrovo di cassamortari falliti. E come crede, quell’ingenuo di Giarrusso, che Marianna Madia sia diventata ministro? Ovviamente lo è diventata dicendo che “nel Pd ho visto delle vere associazioni a delinquere”. E Matteo Renzi come ha conquistato la segreteria, secondo lui? Quello voleva rottamare, diceva che faceva tutto schifo, specialmente Bersani e D’Alema.

 

Ed Elly Schlein, infine? Com’è diventata popolare Elly Schlein? Parlando di “rispetto”, o forse urlando “occupy Pd” con polmoni da gran premio della montagna? Il potere, al Nazareno, da che mondo è mondo, lo si afferra attraverso una vivacissima attività verbale che va dall’invettiva all’insinuazione calunniosa (purché generica). Se lo fai, ti applaudono. E come minimo ti danno pure un incarico importante. Lo sanno tutti. Tranne Giarrusso.  Eppure sarebbe bastato chiedere consiglio ad Antonio Decaro, il sindaco di Bari. Uno lanciatissimo. Lui sì. Uno che se ne intende davvero. Uno che infatti, domenica a Milano, denunciava connivenze, legami annosi, violenze nascoste, colpevoli silenzi: “Sono iscritto al Pd dal 2008 e in questi quattordici lunghi anni ho visto cose che voi umani...”.  

 

Ecco come come si parla. “Ho visto persone assolutamente incapaci che avendo trovato la corrente giusta si sono ritrovati al governo”. Bravo! Il Pd lo si conquista proprio così, faticosamente, sputazzo dopo sputazzo. Uno sgracchietto alla volta. Mica facile. E devi perlomeno  volerne cambiare il nome, i valori e pure la sede. E ci devi stare dentro, sì, ma con lo stesso spirito di quelle vedove allucinate che seguitano a dormire col marito già morto da mesi. Un po’ come Enrico Letta, che adesso quando gli chiedono del Pd avanza scuotendo la testa: “Non fatemi parlare”. Era proprio per questo che il povero Giarrusso era stato invitato a Milano da Stefano Bonaccini. E quel posto sul palco se l’era guadagnato, per meriti pregressi, conquistati sul campo. “Il Pd è una schifezza puzzolente”, diceva. "È un partito di poveracci in attesa di prebende”, spiegava. Ecco. L’avesse ripetuto anche domenica, come minimo lo facevano segretario.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.