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il tavolo

Non buona la prima: perché l'incontro tra governo e sindacati non è andato bene

Redazione

Ieri la ministra del Lavoro Calderone ha iniziato i lavori con Cgil, Cisl e Uil per superare la legge Fornero. Ne è uscito solo un calendario di date future

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Un calendario degli obiettivi futuri e una nuova data, l'8 febbraio, per definire il da farsi su donne e giovani. È l'esito dell'incontro sulle pensioni di ieri tra la ministra del Lavoro Marina Calderone e i sindacati. Mentre in Francia infuria la protesta contro il prolungamento dell'età minima pensionabile - da 62 a 64 anni a partire dal 2030 - in Italia il tema resta semi congelato. Il tentativo unanime è superare, ma in modo graduale, la legge Fornero prima dell'estate.

 

Ma tra le sigle sindacali, in particolare Cgil e Uil, e i membri del governo il clima è teso e le accuse sono reciproche. Di fronte alla rivendicazione dei sindacati, che hanno insistito sulla loro piattaforma per la riforma previdenziale "già illustrata e presentata al governo", la ministra ha ammesso che la sua, di piattaforma, non è stata ancora consegnata al ministero. Mancano i fatti: per ora c'è qualche presupposto. Anche se, il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri ha ribadito: "Le nostre proposte sono chiare da tempo"; e quello della Cgil, Maurizio Landini, ha finito la pazienza: "Noi vogliamo avviare una trattativa sulle nostre proposte, e capire prima del Def quante risorse ci sono. Non abbiamo avuto alcuna risposta di merito". 

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Il muro contro muro è dato anche da un quadro futuro che non promette bene. Al tavolo, il presidente dell'Inps Pasquale Tridico ha ricordato che il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati è in un trend discendente: nel 2029 scenderà all'1,3 (ora è all'1,4), fino ad arrivare all'1 a 1 nel 2050. Inoltre, le risorse scarseggiano e, con una spesa pensionistica già importante - il costo annuo per il welfare che comprende previdenza, sanità e assistenza è di 518 miliardi -, l'inflazione che non frena non rende semplice modulare un progetto concreto di riforma

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Ma il discorso sui fondi, molto caro ai sindacati, innervosisce le istituzioni, tanto che, nel corso dell'incontro, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon è sobbalzato: "Siamo qui per definire gli interventi di revisione del sistema, non le risorse", ha affermato. 

Nel marasma litigioso, il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, resta invece pacato, disposto ad attendere: "Apprezziamo la disponibilità del ministro Calderone di iniziare un dialogo per cambiare la legge Fornero" ha detto. E nonostante la mancanza di concretezza sia palese, la si può giustificare pensando che: "Certo è solo un primo tavolo".

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