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retromarcia su roma

Le Monde canzona il governo Meloni: "Preoccupato di rassicurare Bruxelles, fa retromarcia sulla manovra"

Redazione

"È evidente che la volontà di un governo di affermare la propria identità si è scontrata con la necessità di tenere un basso profilo, per preservare le relazioni con l'Ue", scrive il quotidiano francese. Che ricorda tutte le promesse che si è rimangiato l'esecutivo

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"Il tempo pressa il governo Meloni sul fronte del budget dello stato. Nel corso del processo che deve portare, entro la fine dell'anno, all'approvazione della legge di Bilancio 2023, le promesse simboliche rivolte all'elettorato dalla coalizione al potere, dominate dall'estrema destra, continuano a svanire". Comincia così un articolo che il quotidiano francese Le Monde dedica alla politica italiana. E in cui si raccontano le fasi di approvazione della nuova manovra, che dovrà essere convertita dalle camere entro il 31 dicembre e che ogni giorno ha portato il governo Meloni a rimangiarsi una promessa

 

"In carica solamente dal mese di ottobre, il governo non ha avuto che qualche settimana per mettere a punto la manovra. Alla Camera dei deputati, martedì 20 dicembre, il testo era ancora oggetto di emendamenti. Tuttavia era già apparso evidente che la volontà di un governo appena uscito vincitore dalle urne di affermare la propria identità con delle misure forti si è scontrata con la necessità di assumere per il momento un basso profilo, di modo da preservare le relazioni con Bruxelles", spiega il quotidiano francese. Che ricostruisce le varie tappe e i vari passaggi che hanno surriscaldato il dibattito a livello nazionale. Ma che evidentemente hanno avuto un'eco anche a livello internazionale.

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"L'ultima retromarcia della coalizione di destra è stata l'abbandono di una misura che favoriva l'utilizzo del contante al posto dei pagamenti elettronici. Diventata emblematica e guardando a un elettorato rappresentato dai piccoli imprenditori italiani, questo progetto consisteva nell'ammorbidire le multe per i commercianti che si rifiutano di accettare i pagamenti attraverso le carte bancarie". Il giornale parigina ricorda come nel mese di dicembre è su questo intervento che si sia focalizzato tutto l'interesse di maggioranza e opposizione. E poi dà voce a un economista, Paolo Pizzoli, che spiega come "l'abbandono della misura per i pagamenti in contanti dice molto sui contrasti che pesano sul governo in materia economica". E che seppur "ben composto da partiti originariamente euroscettici, il governo sa che il sostegno dell'Unione europea sarà essenziale per il suo successo economico e che non conviene sfidare Bruxelles".

 

Il pezzo da conto anche degli altri passi indietro annunciati dalla maggioranza. Come sulla rottamazione delle cartelle esattoriali. O sulle pensioni minime, volute da Forza Italia, che però si è dovuta accontentare di parametri molto più prudenti di quelli avanzati in campagna elettorale. Secondo Wolfango Piccoli, economista del think tank Teneo, "la dimensione politica di questa traiettoria di bilancio mostra uno schema ricorrente: agitare delle misure impossibili da realizzare per fare piacere agli elettori di destra, fare dei titoli per far capire che qualcosa sta succedendo, per poi abbandonarle. Il governo italiano viaggia in una via stretta rra demagogia d'impatto e pragmatismo reale". 

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