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Editoriali

La ritirata di Meloni sul Mes: apre alla ratifica fingendo di tenere il punto

Redazione

Pochi mesi fa diceva in Parlamento “contro la riforma del meccanismo la nostra opposizione sarà totale”. Ora dice che “la riforma non è il grande tema”. Una retromarcia intelligente 

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"State certi che non indietreggeremo”, aveva detto alla Camera Giorgia Meloni nel suo discorso programmatico da presidente del Consiglio. E invece, probabilmente perché in lei l’intelligenza prevale sulla coerenza, la qualità di cui spesso si vanta ma che non è sempre una virtù, la premier ha iniziato a retrocedere sul Mes aprendo, di fatto, alla ratifica dell’Italia. “Il tema della riforma del Mes secondo me non è il grande tema. Se rimaniamo gli unici che non la approvano blocchiamo anche gli altri. Ne discuterà eventualmente il Parlamento”, ha detto Meloni ospite di Bruno Vespa a Porta a porta.

 

Ma a quella che è la risposta fondamentale, la disponibilità alla ratifica del nuovo trattato, Meloni ha fatto una lunga premessa: “Che si approvi la riforma o no, il Mes non è stato mai utilizzato da nessuno. Per due ragioni, perché le condizionalità sono troppo stringenti e perché il Mes è un creditore privilegiato, ovvero quando io prendo i soldi dal Mes è il primo a cui li devo restituire e questo comporta un problema sui titoli di stato, fa alzare i tassi”. Aggiungendo che “sicuramente l’Italia non accederà al Mes”.

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Ci sono degli errori fattuali: non è vero che nessuno ha fatto ricorso al Mes, l’hanno fatto cinque paesi; non è vero che il Mes fa alzare i tassi, ma li abbassa per il semplice fatto che i paesi vi fanno ricorso quando non c’è nessun altro sul mercato disposto a fare credito (e da qui si capisce la natura di creditore privilegiato,  che peraltro finora ha tutelato l’Italia in quanto creditore). Ma queste parole servono alla Meloni per far vedere agli elettori che tiene il punto mentre indietreggia. Perché la retromarcia sostanziale, quella che interessa l’Euro, è questa: solo pochi mesi fa Meloni diceva in Parlamento “contro la riforma del Mes la nostra opposizione sarà totale”, ora dice che “la riforma del Mes non è il grande tema”. Ha capito con intelligenza che se guidi un paese, quando ti trovi davanti a un muro, è meglio indietreggiare che andare a schiantarsi.

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