Una strategia per l'agroalimentare, contro concorrenza sleale e vincoli Ue. Parla Lollobrigida

"Difendere l'eccellenza delle nsotre filiere dall'italian sounding. No agli ogm, ma nessun pregiudizio a biotech se non lede salute e qualità". Il ministro dell'Agricoltura al convegno di Foglio e Banco BPM a Milano

“La cucina italiana? Imbattibile”, dice per rompere il ghiaccio il neo ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Ammiccamento scontato? Non proprio, perché in fondo quella boutade è anche linea programmatica. “La produzione agricola italiana – spiega l’ex capogruppo di FdI alla Camera, ospite del convegno organizzato ieri da Foglio e Banco Bpm a Milano – concorre non sulla quantità ma sulla qualità, sull’eccellenza delle nostre filiere: va difesa dall’italian sounding, dall’aggressione dei vari Prosek e Parmesan”.

  

In queste due settimane al ministero, dice, “ho ascoltato i produttori che lamentano caro prezzi e caro energia. L’agricoltura può essere un asset fondamentale dell’economia nazionale. Ma sebbene quella italiana sia tra le più green dell’Ue, subisce vincoli europei che impediscono agli agricoltori di ottenere i giusti guadagni. Intanto importiamo da paesi che per diritti dei lavoratori e sostenibilità ambientale agiscono in concorrenza sleale”. Celebrazione del Made in Italy e difesa dell’identità, anche tra i campi coltivati. Del resto il nuovo nome del ministero – accanto ad Agricoltura è comparsa la “sovranità alimentare e forestale” – era chiaro. Bando alle polemiche maliziose, ribatte il ministro, “occorre tornare a fare parlare di agricoltura e della ricchezza del nostro territorio. Lo si fa anche con il nuovo nome, che significa riconoscere ai produttori la centralità che meritano. L’idea è che bisogna dare da mangiare a tutti cibo di qualità”. Così, mentre Roma si scontra con Parigi sui migranti, il “cognato in chief” dice che per rinominare il dicastero hanno “voluto imitare la Francia”, perché “ha saputo meglio di noi difendere i propri prodotti”.

  

Ma l’onomastica è superficie, andiamo più a fondo: quali le strategie? “Siamo poco indipendenti. Abbiamo programmato le nostre strategie sul costo delle materie prime. Per esempio: siccome il grano importato lo paghiamo meno, abbiamo smesso di produrlo. Ora, contro la crisi agroalimentare europea, servono interventi economici per evitare che le aziende chiudano”. Molti esperti ospiti alla conferenza hanno illustrato gli strumenti che ci potrebbero fare risparmiare: le biotecnologie promettono grandi opportunità. “Finché c’è questo governo nei piatti dei nostri figli non arriveranno mai le bistecche fatte in laboratorio”, risponde il ministro. “Non abbiamo pregiudizi su altri strumenti che rafforzano le piante ma prima vogliamo essere sicuri che salvaguardino salute e qualità”.