Foto di Cecilia Fabiano, via LaPresse 

Editoriali

La fine degli Italexit e non solo. Trovare del buono pure in questo voto è possibile

Redazione

Estremisti bocciati, no vax castigati e altre chicche per non perdere il buon umore. Da Gianluigi Paragone che si pensava di essere tanto forte da prendere il 3 per cento a Giulio Tremonti, battuto da Benedetto Della Vedova

Hanno dominato la scena pubblica nel folle mondo talk, ma i noeuro (prima ondata dell’irrazionale fatto ideologia politica) e i novax (seconda ondata) non sfondano alle elezioni e quando ottengono un seggio sembrano più un problema che un vantaggio per il loro schieramento. Prima di tutto c’è il flop pirotecnico di Gianluigi Paragone. Anche lui forse illuso da una specie di ztl, da una bolla urbana alle comunali di Milano, si credeva forte da 3 per cento.

 

Oppure aveva dovuto ripiegare sull’orgoglio solitario dell’Italexit perché già fuoriuscito da Lega e 5 stelle. Insomma, gli elettori due risate nervose o una battutaccia liberatoria le fanno guardandoti in Tv, ma l’audience non diventa un segno rabbioso sul simbolo della rivoluzione antitecnocratica, se non per quella percentuale in zona 2 per cento, da partito laico snob della prima repubblica, che sembra un’irrisione per il sanguigno populismo di Paragone e dei paragonabili che, poveracci, l’hanno seguito. Passando dalla rabbia pop all’accademia c’è uno sberleffo anche per la complessità gufatoria del prof Giulio Tremonti, salvato dal caro vecchio proporzionale, ma bocciato nell’uninominale, battuto, nemesi, dal suprematista euro Benedetto Della Vedova.

 

C’è negli elettori una saggezza, un genio italico, che respinge gli estremismi quando sono ostentati e sono l’unica ragion politica di un candidato. Conosciuto Simone Pillon lo hanno evitato. Ma accanto al genio c’è la crudeltà degli elettori. A Matteo Salvini non hanno voluto risparmiare niente e hanno confermato, i perfidi cittadini di centrodestra, sia Alberto Bagnai sia Claudio Borghi, i noeuro della prima ora, aristocrazia dell’euroexit, mica gente che si va a intruppare coi paragonabili. A Salvini toccherà pure ascoltarli, sperando, forse, di spegnerne l’impeto grazie alla posizione più inutile del Parlamento, quella di membri in soprannumero di una maggioranza orientata, immaginiamo, a salvarsi, evitando, prima di tutto, le cretinate, e a salvare la fortuita contingenza politica da cui deriva.