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Il ritorno

Nel segno del Quadrisconte. I liberal-riformisti dovranno fare i conti con l’Avvocato del popolo

Giuliano Ferrara

Bisogna ammettere che il campo largo (ah, il campo largo!) della protesta e del risentimento sociale sta per conoscere un altro protagonista a suo modo vincente, nel segno di un Giuseppi numero quattro

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Mentre nel mondo accadono cose di una certa importanza, che generano a dir poco preoccupazione, in Italia succede qualcosa di – diciamo così – rilassante, se non divertente: l’emergenza di un Quaterconte o Quadrisconte o Conte Quater. Giuseppi Conte, inteso come Avvocato del popolo, fu scelto dal Quirinale dopo la prima vittoria populista per spegnere il falò delle vanità incrociate e convergenti dell’onorevole Di Maio e del senatore Salvini, impegnati in una battaglia per il primato personale che farà il suo corso senza e oltre il primato, e indicato come presidente del Consiglio dei ministri.

 

Gli scappati di casa grillozzi e i casalinghi leghisti erano in fiore elettorale, decisero di stipulare nel 2018 un contratto, e chi meglio di un avvocato per sorvegliarne la precisa attuazione? L’Avv., dopo una militanza benevolente in una squadra che nemmanco lo conosceva, reagì poi con altrettanto benevolente riluttanza alle provocazioni dello statista del Papeete e alla sua richiesta di pieni poteri, finché si conquistò la conferma di Bisconte quando la maggioranza cambiò di segno e gli scappati di casa divennero europeisti convinti. 

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Nel frattempo passarono a pieni voti il fatale Reddito, progenitore di ogni bonus e bonanza, compreso il Superbonus più amato degli italiani che ora consente di coprire le verande e allargare il calpestabile domestico con tremendo beneficio per la famosa crescita; arrivò anche con la nuova maggioranza la riduzione del numero eccessivo di parlamentari; arrivarono i finanziamenti sudeuropei pagati anche dai contribuenti nordeuropei, e al presidente del Consiglio, sempre lui, non riuscì il colpo, che sarebbe stato geniale, del Trisconte, perché Draghi è Draghi e bisogna starci, magari con undici ministri del tuo esecutivo. Pare che adesso i grillozzi stiano di nuovo scappando di casa e che si assemblino in frotte notevoli intorno al Quadrisconte o Quaterconte o Conte Quater.

 

Chi prende l’Italia sul serioso, e non sa rilassarsi, sarà stupito dall’evenienza, forse anche un po’ mortificato dal nuovo coro dell’Avv. e della sua squadra. Qui si è meno sorpresi. Il sistema politico italiano non ha più consistenza, e la lotta per il governo del paese, da sempre con un suo profumo di inutilità, si è bipolarizzata con grande vantaggio dell’unico polo elettorale sopravvissuto, quello del centrodestra, ma nella frammentazione presaga di nuovo trasformismo, a parte la corsa mainstream, così dice e dicono, di Meloni, che vuole tutelare sicurezza, difesa e conti pubblici, fioccano le sorprese come la prevedibile emarginazione di Salvini, con esito minoritario assai, e la resurrezione degli scappati, ora in auge nel sud e tra i diseredati, senza nemmeno bisogno dell’appoggio di M. Mélenchon, nel frattempo impegnato a tamponare un’epidemia di schiaffi alle mogli della Francia indomita o France insoumise.

 

Avevamo avvertito. Si può avere un debole per il terzo polo liberal-riformista, che speriamo arrivi terzo ma non si sa, si potrà esprimere una disciplinata modestia piddina nel nome della Costituzione e dell’ambiente e dei diritti, si faccia quel che si voglia, ma bisogna ammettere che il campo largo (ah, il campo largo!) della protesta e del risentimento sociale sta per conoscere un altro protagonista a suo modo vincente, nel segno di un Conte numero quattro. Non solo. La performance degli scappati di casa ritornati a casa a questo punto è l’unica possibilità, dicono i pollster, di ridurre d’impatto la formidabile corsa dei destri, specie nel sud dove il saluto romano è rimpiazzato dal Reddito universale.

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I liberal-riformisti hanno come sempre sottovalutato il paese alle vongole, e rischiano di fiorire in un paesaggio autunnale in cui le loro speranze maggioritarie e agendali dovranno fare i conti, malgrado tanti lazzi e frizzi indirizzati all’Avvocato e ai suoi incredibili seguaci, con il grande ritorno della protesta sociale incarnata da quello che loro chiamano con un certo snobismo “l’uomo di Volturara Appula”, ridente paesino dell’Italia autentica.

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