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Così in Puglia gli uomini vicini a Emiliano finiscono anche nelle liste di Calenda

Gabriele De Campis

Carfagna capolista alla Camera per il Terzo Polo. Ma dietro di lei c'è Massimo Cassano, leader del civismo e discusso manager dell’Agenzia regionale Arpal e i suoi uomini. E Renzi potrebbe trovarsi sul palco a Melendugno proprio l'uomo vicino al presidente di regione. Che non è l'unico "emilianista" in lizza

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Le chat WhatsApp del calendiani sono in ebollizione: “Se le liste le fa Massimo Cassano, abbiamo vanificato un lavoro di mesi e mesi per distinguerci dalle posizioni “no tutto” di Michele Emiliano”. Più indiscrezioni confermano l’ingresso dell’ex sottosegretario barese in Azione, dopo aver partecipato come ospite interessato all’ultimo congresso regionale, con effetti dirompenti sulle candidature. Tutti i posti nobili, infatti, diverrebbero appannaggio dei componenti della sua civica, Puglia popolare, da sempre vicina al governatore della Puglia, con conseguente ridimensionamento dei quadri calendiani e renziani doc, ormai spiazzati e divisi tra disimpegno, disperazione e messaggi compulsivi di protesta ai leader nazionali.

Questo inserimento in extremis nelle liste fotografa la surreale contaminazione tra “diavolo e acqua santa”, ovvero tra il produttivismo industrialista di Carlo Calenda e l’ecologismo idrogenato di Michele Emiliano, protagonisti di duelli e scontri epici su Ilva, Tap e sviluppo regionale.

Chi è Massimo Cassano? Ex parlamentare di Forza Italia, poi Ncd, sottosegretario al Lavoro nei governi Renzi e Gentiloni, è cresciuto nella Dc, sposato con la figlia del senatore Giuseppe Degennaro. Alla fine degli anni novanta è diventato berlusconiano, si è candidato con gli azzurri alle politiche 2018 (sconfitto nell’uninominale dalla sconosciuta “portaborse” grillina Francesca Ruggiero). In questa fase si distinse per la fantasmagorica definizione della Puglia come “terra più di destra della Germania nazista”. Subito dopo però  c’è stato il cambio di casacca, e l’ingresso nella maggioranza regionale di Emiliano, affiancato dall’allora suo “amico” Gianni Stea (nominato assessore, ora con Clemente Mastella): il vettore è la lista Puglia popolare, a cui aderisce anche Totò Ruggeri, ex assessore regionale e  già tesoriere dell’Udc, coinvolto una delle recenti sanitopoli, con sfumature considerevoli di estrazione boccaccesca.

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Il sodalizio con Emiliano (“il nostro punto di riferimento”) è stato ripagato da una nomina  apicale per Cassano all’Arpal, agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, distintasi non per l’occupazione trovata ai disoccupati ma a causa della gestione controversa e clientelare delle assunzioni. Nelle ultime settimane Cassano è stato molto spesso a Roma, tentato sia da Calenda che da Tabacci, al punto che si trincerò dietro una frase sibillina: “Non vorrei stare con un populista al centro”.

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Ora il blitz finale - anche per accordi nazionali - vede il dirigente emilianista curare le liste della Camera con il ministro Carfagna capolista nei quattro listini e  proprio l’ex sottosegretario nella piazza d’onore del  proporzionale barese. Gli altri numeri due? A Taranto ci sarà il “popolare” Massimiliano Stellato, emilianista vicino alla Lega nelle ultime comunali ioniche (è stato eletto consigliere comunale nella minoranza di centrodestra); a Lecce l’ex generale Antonio Buccoliero, nel Foggiano Carlo Laurora, ex azzurro di Trani. Fuori dai radar, infine, il deputato uscente di Azione, Nunzio Angiola, che aveva intasato negli ultimi mesi le poste elettroniche dei giornali con comunicati firmati usando la dizione monicelliana di “delegato nazionale Aree interne e piccoli comuni”. Solo quarta al Senato Titti Cinone, segretario regionale calendiano. Nessuna dichiarazione arriva dal viceministro renziano Teresa Bellanova, costretta - dopo aver combattuto l’emilianismo “urbi et orbi” - a ritrovarsi con collaboratori del governatore nelle sue liste. Distanti dal progetto anche i civici vicini ad Alfonso Pisicchio, ex assessore regionale, che aveva dialogato con il renziano Ettore Rosato.

E così, come in una pellicola di fantapolitica, la campagna elettorale di Matteo Renzi, capolista in Puglia per Palazzo Madama, potrebbe iniziare a Melendugno, città simbolo del Tap e dei movimenti antisistema e antigasdotto, con accanto sul palco proprio Massimo Cassano, luogotenente del governatore che ha strizzato l’occhio a anti-industrialisti e grillini di complemento…

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