Psicodramma Forza Italia

Almeno 10 parlamentari pronti a seguire Carfagna e Gelmini

Gianluca De Rosa

Oltre la metà dei parlamentari del partito ha vissuto con malessere la scelta di astenersi sulla fiducia a Mario Draghi, ma solo i fedelissimi di Gelmini e Carfagna sono pronti a lasciare. Su cos'è oggi Forza Italia - una piccola costola della Lega o l'espressione del Ppe in Italia - si giocherà un pezzo di campagna elettorale

“Bisogna prima capire cosa faranno Mariastella e Mara, ma sicuramente entro dieci giorni ci saranno diverse altre fuoriuscite”. Dentro Forza Italia c’è fibrillazione. Oltre la metà dei gruppi parlamentari ha subito la scelta di astenersi sulla fiducia al governo Draghi. Serpeggia malumore. Ma la maggior parte dei senatori, seppur con amarezza, ha accettato il diktat che arrivava da villa Grande. Solo i senatori Andrea Cangini e Laura Stabile hanno votato, in dissenso dal gruppo, la fiducia a Mario Draghi. Il primo è passato ad Azione. “E’ stata una scelta quasi fisiologica”, spiega. “Un liberale come me non può stare in una coalizione con Salvini, e Calenda garantisce di non allearsi con Leu e gli altri partiti della sinistra, sinistra”. Delusione dunque, ma la maggior parte dei parlamentari non si muoverà. Le liste elettorali dovranno essere completate entro il 22 agosto e c’è chi spera ancora in un seggio nel Parlamento dimezzato, o magari in un ripescaggio in consiglio regionale.

 


C’è però un manipolo di almeno una decina di fedelissimi delle due ministre che nei prossimi giorni potrebbe seguire le ministre e lasciare FI. Un elenco parziale è questo. Con Maria Stella Gelmini ci sarebbero i deputati del nord: Roberto Caon, Giuseppina Versace, Claudia Porchietto, Carlo Giacometto, Anna Lisa Baroni e Roberto Novelli. Mentre con Carfagna potrebbero andarsene i parlamentari campani Paolo Russo, Luigi Casciello, Marzia Ferraioli e Antonio Pentangelo. La vera fuga, se ci sarà, la si vedrà  proprio nei territori dove le due ministre sono più forti: Lombardia e Campania. “In Campania ci sono tantissimi amministratori locali che aspettano solo di capire quello che vorrà fare Mara”, spiega un fedelissimo della ministra per il Sud. Roberto Caon, ex leghista, legato a Flavio Tosi poi passato in FI, non ha aspetta neppure. Al Foglio spiega: “Se si fosse arrivati al voto anche alla Camera avrei fatto come Cangini e avrei votato in dissenso”. E ancora: “Faccio ancora fatica a credere a quel che è successo, è vergognoso. Da mercoledì mi chiamano continuamente elettori che non capisco questa scelta, vogliono spiegazioni e io non so cosa dirgli, li abbiamo traditi. E’ arrivato il momento che le forze responsabili scendano in campo e portino avanti l’agenda del presidente Draghi”. 


Ma torniamo alle due ministre. C’è da fare ovviamente una precisazione: Gelmini ha già lasciato il partito, mentre Carfagna ha fatto sapere di “voler prendere le distanze” dal partito e di aver avviato “una riflessione politica”. Ma chi è vicino alla ministra per il Sud garantisce: il futuro è lontano da Forza Italia. Dove andranno entrambe è ancora difficile da ipotizzare. Calenda le ha invitate esplicitamente entrambe in Azione e negli scorsi giorni anche il senatore dem Andrea Marcucci chiedeva al Pd di aprire un’interlocuzione con loro (e con Renato Brunetta).


A questa attesa sono legati i prossimi addii. Di certo sarà un passaggio importante. “Forza Italia tenta di nascondere le impronte digitali dall’arma del delitto”, dice, del draghicidio, il segretario del Pd Enrico Letta. Sul ruolo giocato da FI mercoledì si giocherà un pezzo della campagna elettorale  dem. Se FI è diventato un tinello della grande casa Lega, i moderati  possono ancora votarla? La partita di comunicazione tra Pd e centrodestra è già cominciata. Il destino dei tre ministri sarà cruciale anche per capire chi la spunterà.