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calcoli

Spaccare il centrosinistra e ottenere più ministeri: perché Lega e Fi tifano per la crisi

Ruggiero Montenegro

Per Salvini e Berlusconi, la fine di questo esecutivo aprirebbe nuove prospettive. Una nuova maggioranza? " Tutto cambierebbe, il perno diventerebbe il centrodestra", dice il viceministro leghista Morelli. E Tajani: "I numeri ci sarebbero"

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La strada l'ha indicata Silvio Berlusconi, prima ancora che i grillini usciressero dall'Aula sul voto al Decreto Aiuti. "Basta ricatti. Occorre una verifica di governo", chiedeva il Cav ieri pomeriggio. Poi la crisi di governo ha cominciato ad aleggiare davvero quando, poco dopo, Mario Draghi è salito al Quirinale per un confronto con Sergio Mattarella.  E a guardar bene, con un po' di malizia e assegnando la giusta dimensione alla proverbiale e immancabile "reponsabilità", non è proprio detto che questa crisi spaventi Forza Italia. E nemmeno la Lega. Ma anzi, il centrodestra di governo potrebbe uscirne rinforzato, rinfrancato dal cortocircuito della maggioranza. Sull'asse Salvini-Berlusconi corrono anche questi ragionamenti, calcoli d'opportunità.

Così questa mattina è ripartito l'assalto al Movimento 5 stelle: "I grillini sono al governo dal 2018, si sono alleati con tutti. E ora vorrebbero sfilarsi a un anno dalle elezioni. Conte ci deve dire cosa vuole fare", ha detto Antonio Tajani al Corriere. E c'è di più, perché in fondo secondo il numero due di Forza italia, sebbene i 5 stelle siano i principali responsabili, non sarebbero gli unici: "Le tensioni del centrosinistra si stanno scaricando sull’esecutivo. Il M5S ha messo nel mirino il Pd, attaccandolo duramente durante la discussione. Il campo largo è morto ieri in Aula". Una lettura, quella di Tajani, che sa di auspicio ma anche di occasione. Per una serie di ragioni: spaccare l'alleanza giallorossa, mandando definitivamente in frantumi i propositi di Letta per il 2023, e isolare il Pd.

I dem si troverebbero infatti ad essere la sola forza progressista a sostenere il governo Draghi, con Conte che avrebbe invece vita facile nell'intestarsi le battaglie sociali e quelle sul lavoro. E questo proprio mentre il ministro del Lavoro dem Andrea Orlando lavora al pacchetto per intevernire sul lavoro e sul salario minimo. 

 

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Uno scenario di questo genere, insomma, offrirebbe più di un'oppurtunità per Lega e Forza Italia. E se Tajani non dice, ma evoca e lascia intendere, il leghista Alessandro Morelli va dritto al punto: "Berlusconi ha perfettamente ragione", dice il viceministro ai Trasporti, rilanciando per una volta l'unità della coalizione. "E’ chiaro che se la larga maggioranza si restringesse il perno diventerebbe il centrodestra", è la riflessione consegnata alla Stampa. Con un avvertimento (o una speranza?): "Ma a quel punto i pesi di maggioranza cambierebbero, tutto dovrebbe essere sostanzialmente cambiato". Come a dire: noi siamo ancora pronti a sostenere il governo, ma certo servirebbe un rimpasto - o un altro esecutivo - capace di inquadrare la nuova centralità di Lega e Forza Italia. 

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Resta da capire come si comporterebbe il Partito democratico, e ancor di più se esiste la disponibilità di Mario Draghi di fronte a una simile evenienza. Il premier ha più volte ripetuto in questi giorni tesi che  "non c'è un'altra maggioranza senza il Movimento". Ma tant'è, la Lega intanto suggerisce, si rende disponibile. E lo stesso fa Forza Italia. Proverete a far cambiaere idea al premier per andare avanti comunque? "I numeri ci sarebbero. Berlusconi avrebbe potuto chiedere le elezioni anche dopo la caduta del Conte bis", risponde sibillino Tajani. "Invece lavoriamo per il bene del paese". Magari con qualche ministro in più.

 

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