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Passeggiate romane

Ora il Pd si prepara alla crisi

Tutto da rifare: tornano in auge i tentativi di riforma elettorale perché, se si insiste sul proporzionale, si ha modo di prolungare la legislatura fino ad aprile, come spera Letta

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Contrordine compagni, al Nazareno è arrivato forte e chiaro il messaggio di Mattarella: se il M5s si sfila non si va dritti alle elezioni. Eppure, nonostante i proclami di guerra di Enrico Letta e compagni, non si può certo dire che al Nazareno si siano stracciati le vesti di fronte all’altolà del presidente della Repubblica. Anzi. Anche perché a casa dem monta la preoccupazione per la cattiva salute dei grillini: “Se andassimo a votare così, a bocce ferme, il centrodestra, anche se diviso, ci batterebbe alla grande”.
Dunque è tutto da rifare. Perciò al Pd sono tornati in auge i tentativi di riforma elettorale. Non che il gruppo dirigente speri di approdare a qualcosa, convincendo FI e Lega a intraprendere il cammino della proporzionale (con premio alla coalizione). Ma se si insiste sulla legge elettorale si ha modo di prolungare la legislatura. Fino ad aprile, spera Letta, che ha rinunciato al sogno condiviso con Draghi e Mattarella di arrivare sino a fine maggio. Ma appunto trattasi di speranze, perché lo stesso Letta, quando parla con i compagni di partito lascia intendere che non ci sia più molto da fare.


Intanto nel Pd è partita una pressante richiesta al segretario: le liste si preparino già adesso. Il leader resiste perché non vuole finire in mezzo allo scontro tra correnti in corso nel Pd. Nel partito big e peones vogliono sapere se potranno rivedere il loro seggio, perciò non la smettono di stare addosso al leader. Il quale ha la risposta pronta: “Non solo non sappiamo con quale legge andremo alle elezioni ma non abbiano nemmeno idea di quale sia l’esatto perimetro dell’alleanza che intendiamo costruire”. E’ una risposta volta a prender tempo (del resto Letta sta mandando per le lunghe anche la decisione sul candidato alle regionali del Lazio) ma è anche vero che al Nazareno non sanno bene come sbrogliare la matassa dei rapporti con gli altri alleati della futuribile maggioranza. Anche per questa ragione Letta ha in animo di incontrare a breve Carlo Calenda. Calenda ha annunciato che sempre e comunque andrà da solo al voto, senza allearsi con il centrosinistra e lo ha detto in tutte le salse, ma al Pd sperano che il Leader di Azione non tenga fede alla promessa che si è dato e che decida di unirsi al Pd in questa battaglia. “Andare divisi equivarrebbe a consegnare l’Italia alla destra”, spiega quasi quotidianamente Letta ai suoi compagni di partito.

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