Marco Sarracino (Ansa) 

Campo largo come? Una lezione da Napoli

Marianna Rizzini

Un “tagliando” al M5s e i moderati dentro l'alleanza, dice il segretario locale dem Marco Sarracino. La vittoria Pd in cinque comuni su sette all'ombra del Vesuvio

Hai voglia a dire campo largo, quando il campo largo si realizza attraverso un’alleanza con una forza politica, l’M5s, che al momento si trova ad attraversare una sorta di crisi di identità (con l’ex premier Giuseppe Conte che in conferenza stampa, due giorni fa, dice che loro, i Cinque stelle, “non staranno zitti e buoni”). Che cosa deve fare il Pd di Enrico Letta, che del campo largo è alfiere, di fronte alla situazione post-elettorale (ma anche pre-elettorale), se si guarda alle politiche del 2013?

 

Da Napoli, dove il campo largo, nell’autunno scorso, è stato sperimentato con successo in vista dell’elezione del sindaco Gaetano Manfredi, eletto al primo turno alla testa di una coalizione formata da Pd, Movimento 5 Stelle e altri partiti di centrosinistra, il segretario locale pd Marco Sarracino, che dopo la vittoria di Manfredi parlava del partito come di “una straordinaria comunità che si è presentata alla città come una forza totalmente rinnovata rispetto al passato”, osserva lo scenario in prospettiva: “L’anno scorso con il M5s abbiamo vinto tanti comuni e io ho detto, in quell’occasione, che non esiste un modello fisso su cui costruire le coalizioni. E che non si deve costruire l’alleanza soltanto attorno all’essere alternativi alla destra.

 

Il voto a Napoli di ottobre, e ora quello in altri comuni campani, ha dimostrato da un lato che è il Pd che vince – sia quando è alleato con il M5s sia quando è alleato con le forze riformiste — e dall’altro che il M5s e IV perdono quando non si alleano con il Pd. Ecco perché dobbiamo puntare a costruire un campo che guardi al M5s ma anche ai riformisti. Queste realtà possono stare insieme, se è chiara la linea politica e se ci sono classi dirigenti valide”.

 

E però il M5s è uscito abbastanza malconcio dal voto, anche se ieri pareva rinfrancato dalla decisione del tribunale di Napoli di rigettare il ricorso di sospensione dello statuto e delle nomine dei vicepresidenti. “Forse andrebbe fatto una sorta di tagliando, nel M5s”, dice Sarracino, “nel senso di una riflessione, specie nei territori, visto che quando il M5s procede isolato perde”.

 

Ma se il M5s deve fare uno scatto di maturità, non si può guardare alla legge elettorale come panacea, dice Sarracino, “perché il viaggio verso il proporzionale, a cui il Pd nazionale pensa, è molto accidentato. E pensando allora al voto, e alla situazione che si potrebbe creare nei singoli collegi se la legge elettorale resta invariata, il campo largo è l’unica soluzione. Anche se poi le alleanze non dobbiamo costruirle contro qualcuno, ma sulle battaglie comuni”. E però, anche sui temi, Pd e Cinque stelle hanno spesso qualche discrepanza. “Io dico che alcune battaglie, come quella sul salario minimo o quelle sui diritti, possono fare da collante. Tanto più che nei collegi uninominali il voto si polarizzerà tra centrosinistra e centrodestra, attorno a posizioni nette, e non ci sarà molto spazio per un terzo fronte”.

 

Sarracino è ottimista: “Il dato politico cui guardare oggi è che il Pd è finalmente uscito dall’isolamento in cui si era cacciato qualche anno fa. Non possiamo presentarci al voto come nel 2018, se non vogliamo autocandidarci alla sconfitta”. Intanto il Pd ha conquistato, nel napoletano, cinque comuni su sette, in particolare Portici, Pozzuoli e Nola. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.