La guerra della disinformazione

Tutto passa dal Copasir. Parla il presidente Adolfo Urso

Marianna Rizzini

L’Europa, dice al Foglio il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, “è nel mirino delle autocrazie perché difende il diritto alla libera espressione delle opinioni. Paesi non democratici cercano di condizionarci attraverso tecnologia, social network e diffusione di fake news”

Tutto sembra passare dal Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica presieduto da Adolfo Urso (FdI), e dagli approfondimenti su tecnologia, spionaggio e attività di disinformazione russa e cinese in Italia. Due giorni fa è stato audito il Segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano; ieri il direttore dell’Aisi, Mario Parente, oggi sarà la volta dell’Autorità della privacy e dell’ad Rai Carlo Fuortes e tra una settimana del presidente Agcom Giacomo Lasorella. Urso ribadisce al Foglio, a proposito di informazione, che l’intento “non è certo quello di comprimere la libertà di stampa, anzi”. E dice che il Copasir  agisce anche “su impulso delle istituzioni europee: l’indagine sulla disinformazione fa seguito ai 13.416 casi censiti dal 2016 in poi del database della task force dello European External Action Service della Ue”.

 

L’Europa, dice Urso, “è nel mirino delle autocrazie perché difende il diritto alla libera espressione delle opinioni. Il focus del Copasir, organismo bipartisan che agisce all’unanimità e con massima libertà al suo interno, pur nella riservatezza verso l’esterno, ha come obiettivo la difesa dei pilastri delle nostre democrazie, in un momento in cui paesi non democratici cercano di condizionarci attraverso tecnologia, social network e diffusione di fake news”.

 

Fin dalla prima relazione al Parlamento in questa legislatura, quando il Copasir era presieduto da Lorenzo Guerini, dice Urso, “non a caso ci si è soffermati sul tema della sicurezza cibernetica e sulla necessità di vigilare su tecnologia cinese e 5G. Cina e Russia stanno usando la rete e non solo per attuare una politica di potenza, motivo per cui abbiamo chiesto di estendere il golden power prima alle Tlc e poi anche al settore finanziario, bancario e assicurativo. E a infrastrutture, spazio, siderurgia, energia, sanità e transizione ecologica, persino agli elementi critici della catena alimentare, tanto più che, già prima dell’invasione dell’Ucraina, ci era arrivato l’invito europeo ad agire contro la penetrazione straniera, nello specifico russa e cinese, tesa a condizionare le nostre democrazie, e a sviluppare in questo campo una maggiore resilienza del sistema di informazione e più in generale del paese. Eravamo convinti che tecnologia e globalizzazione fossero i binari attraverso cui passava il treno della libertà che si sperava arrivasse anche a Pechino e a Mosca. Ed in effetti era così, sino a a dieci anni fa. Nell’ultimo decennio però sia Vladimir Putin sia Xi Jinping hanno invertito la rotta e utilizzano tecnologia e globalizzazione per condizionarci e sottometterci. E’ successo anche nei paesi arabi”.

 

Quello che si deve raggiungere, spiega il presidente del Copasir, “è dunque un alto grado di resilienza rispetto ai tentativi di condizionamento e sottomissione delle nostre democrazie. In questo quadro si inserisce il focus sulla macchina di disinformazione, già attiva durante la pandemia. Con massima garanzia per il cittadino: agiamo all’unanimità, su delega del Parlamento e in difesa dell’interesse nazionale”.
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.