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Viaggio a Zagarolo, tra i (pochi) comunisti che festeggiano con la Z di Putin

Dopo le polemiche sul manifesto che ammicca all'invasione russa in Ucraina, il Pci si è ritrovato nel comune laziale, tra pizza, mortadella e vino rosso. "Quel logo è stato un modo per accendere un dibattito"

Giorgio Caruso

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“La Z riprende il nastro con il quale da sempre viene ricordata la vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania Nazista, averlo messo al posto della Z (di Zagarolo n.d.r) non è altro che una sottolineatura di quel riferimento”, dice Mauro Alboresi, Segretario nazionale del Partito Comunista Italiano arrivato questa mattina a Zagarolo per mettere una pezza all’errore che profuma tanto di trovata pubblicitaria per catalizzare l’attenzione dei media sull’evento della vittoria dell'Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale, festeggiato in anticipo di un giorno rispetto alla data nel ’45 .

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E’ stato un modo per accendere le menti delle persone e aprire un dibattito serio” racconta al Foglio Gianluca Gianpà, responsabile organizzazione della sezione PCI Monti Prenestini - Casilina e ideatore della locandina ‘incriminata’: veniva esaltata graficamente la Z ricordando il famigerato 'logo' russo dell'invasione dell’Ucraina sui manifesti del  PCI di Zagarolo. 

“Mi dissocio fermamente dalla scelta che è stata fatta. Inaccettabile vedere la Z del nome del mio Comune utilizzata con riferimento all'invasione russa” aveva detto ieri la sindaca di Zagarolo Emanuela Panzironi (PD) dopo la pubblicazione della locandina, vietando per motivi di sicurezza la manifestazione che si doveva tenere presso il cimitero di Palestrina. "Io rispetto le posizioni politiche di tutti, la libertà di espressione e anche il ricordo e la commemorazione dei partigiani morti nella seconda guerra mondiale, ma provo sdegno per l'associazione e il riferimento alla 'Z' maiuscola presente nella locandina dell’evento" aveva concluso ieri la sindaca Panzironi chiudendo qualsiasi spiraglio alla manifestazione.

Sulle critiche che in questi giorni hanno sommerso il Pci di Zagarolo il Segretario nazionale Alboresi taglia corto:“Non credo che questo sia il punto, ma il vero problema è l’impossibilità di commemorare, di avere uno spazio pubblico e la necessità di fare chiarezza contro una narrazione imperante”.

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Una ventina in tutto i partecipanti che si sono riuniti nei locali del Pci di Zagarolo per un breve dibattito terminato con un pranzo sociale a base di pizza, mortadella e formaggi locali sorseggiando un buon rosso della casa. 

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