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Viale Mazzini

Le "linee guida" della prossima Rai. È la fine del talk-show. Ecco i nuovi volti

Bianca Berlinguer punta a una striscia pomeridiana su Raitre

Carmelo Caruso

In un documento del governo il disegno della nuova televisione. È la bussola dell'ad Carlo Fuortes. Più approfondimento, si preparano i nuovi programmi. Tra i nomi: Ilaria D'Amico, Saverio Raimondo, Monica Giandotti, Roberta Rei

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Roma. Meno stalla televisiva e più “approfondimento” intelligente. Le grandi storie degli imprenditori italiani su Rai 1 in seconda serata. Volti diversi per l’informazione: Ilaria D’Amico, Monica Giandotti, Giorgio Zanchini e Marco Damilano. Una striscia di ironia per irridere i talk ideata da Saverio Raimondo. E’ questa la Rai che si prepara. In un documento dal titolo “Atto di indirizzo per la definizioni delle linee guida sul contenuto del contratto di servizio 2023-2028” sono contenute le “priorità”, gli “obiettivi strategici” della prossima tv di stato. La riga destinata a modificare i palinsesti è questa. Si trova al paragrafo 4.2: “Si rafforza l’offerta dei contenuti di approfondimento giornalistico”. E’ la bussola strategica del testo redatto dal governo e dagli uomini di Mario Draghi. Non pensano di rovesciarla ma confidano di aggiustarla.


Il governo Draghi immagina la Rai così. Sono chiamate “linee guida”. Si tratta di 13 pagine di ambizioni e di sfide che l’amministratore delegato Carlo Fuortes deve vincere. Sono a cura del ministero dello Sviluppo economico. E’ l’atto che prepara il rinnovo del contratto di servizio per il quinquennio 2017-2022 ed entrerà in un prossimo Cdm. Il contratto attuale andrà a scadenza il prossimo 7 marzo 2023. Nella “premessa” e nel “contesto di riferimento” sono fissate le ragioni che devono rendere ancora valido il matrimonio tra gli italiani e la Rai. Ecco perché, si legge, per “affrontare le nuove trasformazioni del mercato, e in particolare della domanda, si rende necessaria una pronta risposta per arricchire i contenuti informativi”.

 

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Si passa dunque alle tre principali direttrici che dovrà seguire l’amministratore delegato. La scelta di nominarlo è ancora fortemente difesa da Palazzo Chigi e le linee guida servono ad aiutarlo nel compito. La prima direttrice è la sostenibilità economica, l’efficienza aziendale e la razionalizzazione della spesa. E’ una richiesta del ministro Giancarlo Giorgetti insieme all’obiettivo di “diffondere e incoraggiare lo sport e stili di vita sani e la promozione dell’Italia turistica e culturale”. La seconda è “favorire princìpi di inclusività, sostenibilità con particolare riguardo alle sfide della transizione digitale”. Terza: “Gli obiettivi devono essere misurabili”. Come anticipato, il grimaldello che può permettere di aprire la vecchia Rai è il paragrafo 4.2. Si recita che il contratto dovrà essere “propedeutico alla riaffermazione della leadership Rai rafforzando l’offerta dei contenuti di approfondimento giornalistico e valorizzando la specificità e la riconoscibilità nell’ambito dell’offerta editoriale complessiva”. Equivale a meno talk-show.

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Entra come novità anche la “narrazione di storie imprenditoriali”. Sono le epiche degli italiani di talento e fantasia. Il modello è “Agnelli” il documentario realizzato da Nick Hooker per la Hbo. Ma c’è una parte dedicata al pubblico giovane che va intercettato attraverso “un presidio efficace dei gusti, delle loro abitudini” e il miglioramento delle “modalità di interazione” con particolare riferimento a RaiPlay.

 

Un passaggio riguarda pure le radio che devono “realizzare eventi culturali, musicali e sportivi anche live che attraggano nuovo pubblico”. Concerti Rai che non siano il solo concerto del primo maggio. Forte di queste indicazioni la Rai inizierà a sperimentare nuovi programmi e porterà a esaurimento il genere del talk-show. E’ quello a cui rimane aggrappata Bianca Berlinguer, la conduttrice di “Cartabianca”. Non accetta di essere spostata in seconda serata. Solo una striscia pomeridiana su Raitre (che occupava durante il mandato dell’ex dg Campo Dall’Orto) potrebbe farle cambiare idea.

 

Tutti coloro che sono chiamati a esordire lo faranno naturalmente in momento di “collasso storico” per la Rai. Travolta dal caso Report e dalle accuse di filoputinismo. Non se ne potrà non tenere conto. Si comincia il 28 giugno con il programma di Giorgio Zanchini. E’ il giornalista che ha fatto di “Radio Anch’io” la striscia radiofonica più ascoltata e rigorosa di Radio 1. Condurrà insieme a Roberta Rei. Gli ospiti in studio non saranno più di due. Ad “Agorà”, il programma del mattino di Rai 3, si avvicenderanno invece due giornaliste cresciute in Rai. La prima è Giorgia Rombolà. In inverno la conduzione passerà a Monica Giandotti. A Rai 3 si sperimenteranno altre due trasmissioni “sociali”. Sono “Dottore in corsia” e “Fame d’amore”. Quest’ultima affronterà i fenomeni giovanili legati al post covid, bulimia e anoressia.

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Su Rai 2 esordirà con un programma di approfondimento, Ilaria D’Amico. Il modello è “Nemo”, una precedente trasmissione di Rai 2 che era stata inspiegabilmente soppressa da Carlo Freccero malgrado superasse in ascolti “Piazza Pulita” di Corrado Formigli su La7. La striscia dell’ex direttore dell’Espresso, Damilano è prevista per il 5 settembre. La durata è di dieci minuti. E’ disegnata come la vecchia “Cartolina” di Andrea Barbato e avrà un ospite in collegamento. Vengono confermati i programmi di Bruno Vespa, quello di Lucia Annunziata che avrà anche la possibilità di realizzare speciali elettorali. Non è detto che funzioni. Ma per Draghi è già una fortuna che si inizi.
 

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