video

La marcia per i "partigiani" del Donbas. Ecco cos'è il movimento rossobruno

Bandiere del Luhansk, falci e martello e nastri di San Giorgio zaristi. È l'estrema sinistra che gioca con l'identitarismo. Un video spiega meglio di tante parole il significato di "patriottismo socialista"

I militanti di Patria Socialista, l'estrema sinistra che giochicchia con l'identitarismo, hanno sfilato sabato in corteo nel quartiere di San Lorenzo verso il cimitero del Verano. Quest'anno la parata, in stile militare, con tamburi e divise, è dedicata alla memoria di Edy Ongaro detto "Bozambo", morto le scorse settimane combattendo nel battaglione pro-russo Prizrak, e "ai partigiani caduti in Donbas". Garofani rossi e drappi neri, falci e martelli e Fred Perry, pugni chiusi e teste rasate. E poi la bandiera insurrezionale del Luhansk e il nastro di San Giorgio (quello a righe nere e arancioni, che ricorda la più alta onorificenza zarista e che indossano le truppe russe che oggi invadono l'Ucraina). Già dall'iconografia, la marcia commemorativa in onore dei partigiani ospitata come ogni anno nella Capitale, spiega meglio di tante parole che cos'è il movimento rossobruno

  

“Rossobruno è chiunque – consapevole che l’antagonismo odierno si basi sulla verticale contrapposizione tra servi e signori e non su vane divisioni orizzontali – oggi rigetti destra e sinistra”, ha spiegato in un’intervista Diego Fusaro, il cantore del rossobunismo à l'italiana. “Oggi chiunque propugni un’economia di mercato sovrana, viene automaticamente chiamato rossobruno. (…) Rossobruno è colui che critica il capitale, che vuole una riorganizzazione in termini di sovranità e si pone in contrasto al capitalismo”.

  

Bandiere di Patria Socialista e nastri di San Giorgio (Mauro Scrobogna /LaPresse)
    

E allora, in queste immagini, eccone una spiegazione altrettanto limpida, fornita dai militanti di Patria Socialista. Che illumina anche sulla vicinanza di ambienti di estrema destra e estrema sinistra alla logoica del Cremlino. "I partigiani nel mondo non hanno smesso di combattere nel 1945", dicono. "Sappiamo bene che il nazifascismo viene tirato fuori dal cassetto ogni volta che il capitale decide che è il momento di utilizzarlo. E così dei partigiani nelle terre del Donbas combattono da otto anni i battaglioni nazifascisti finanziati, addestrati e voluti dall'Occidente e dalla Nato. Ecco ed è per questo che noi abbiamo voluto dedicare questa marcia, come al solito, a tutti i partigiani del mondo, ma in special modo ai partigiani del Donbas, ai partigiani della Nuova Russia".

 

I militanti di Patria Socialista in corteo nel quartiere San Lorenzo espongono la bandiera insurrezionale del Luhansk (Mauro Scrobogna /LaPresse)
    

Una visione della guerra in Ucraina, insomma, perfettamente allineata alla propaganda russa: i militanti parlano di un "tentativo di ribaltare la frittata, di fare passare come aggressori" quelli che invece sarebbero "i resistenti, i partecipanti a un nuovo e possibile modello di società e di sviluppo fatto di emancipazione, fatto di liberazione, fatto di diritti soprattutto sociali". Putin ringrazia.