C'è una sinistra che scopre il volto antimperialista della Nato

Luciano Capone

La sinistra polacca invita quella occidentale ad abbandonare il tic anti-atlantista di fronte alla minaccia di Putin. E la fondazione Rosa Luxemburg, affiliata alla Linke tedesca, fa autocritica sulla sottovalutazione del neoimperialismo russo: "Ci sbagliavamo"

L’idea diffusa nell’intellighenzia progressista che l’invasione dell’Ucraina sia in buona parte responsabilità dell’Occidente, o meglio dell’allargamento a est della Nato, e che quella di Putin sia una ovvia reazione a una “minaccia” per la Russia non è particolarmente nuova. Questa narrazione era già presente nel 2014, all’indomani dell’insurrezione di Euromaidan, quando diversi intellettuali di sinistra minimizzavano la politica aggressiva di Putin in Ucraina. Già allora il sociologo polacco Slawomir Sierakowski li definì sul New York Times “gli utili idioti di Putin”, perché spinti dal riflesso pavloviano antiamericano diffondevano la narrazione del Cremlino.

 

Come si vede da certe piazze (“Né con la Nato né con Putin”), da certe uscite di pensatori post o vetero comunisti e da alcuni voti (al Parlamento europeo i 13 voti contrari alla risoluzione che condannava l’aggressione russa all’Ucraina sono quasi tutti di estrema sinistra), è una narrazione che ha una certa presa anche dopo i bombardamenti sulle città ucraine. Ma a parte le frange estreme, l’atteggiamento soft nei confronti della politica estera russa ha riguardato in questi otto anni anche la sinistra mainstream. Su MicroMega, alcuni esponenti del partito di sinistra polacco Razem hanno scritto un appello in cui dicono alla sinistra occidentale di scrollarsi questa “retorica di una Russia ‘circondata’ da forze ostili” e di guardare in faccia la realtà: “È la Russia, con il suo potente esercito, il suo imponente arsenale di testate nucleari e le sue ambizioni imperiali, che sta cercando di imporre la propria volontà ai paesi vicini. Ed è a questo che la sinistra deve opporsi”. Insomma, la sinistra europea deve rendersi conto che per anni ha assunto la narrazione fasulla di una Russia minacciata dalla Nato, anziché far proprio il punto di vista dei popoli dell’Europa centrale e orientale realmente minacciati da Putin (e protetti dall’Alleanza atlantica).

 

In questo senso, però, qualcosa si muove. In Germania la Rosa Luxemburg Stiftung, la fondazione intitolata alla fondatrice della Lega di Spartaco e affiliata al partito di estrema sinistra Die Linke, ha pubblicato un lungo articolo dal titolo inequivocabile: “Ci sbagliavamo”, che parla di come tanti nella sinistra anticapitalista (e quindi anti-atlantica) abbiano valutato male la politica imperialista di Putin in Ucraina e, più in generale, nell’Europa dell’est. “Putin e quelli come lui amano sottolineare i crimini dell’Occidente per giustificare i propri – scrive Daniel Marwecki sul sito della fondazione Luxemburg –. Ma la verità è che molti attori politici in Germania, dai conservatori alla sinistra, hanno valutato male Putin”.

 

La pretesa imperiale della Russia sull’Ucraina era evidente dal 2014 ma la sinistra, distratta dalla cortina fumogena anti-Nato alzata dal Cremlino, non l’ha vista o non l’ha voluta vedere. “L’assalto russo è puro imperialismo, un imperialismo che è una sorpresa molto meno sorprendente in questi giorni per le persone in Siria, Cecenia, Georgia e molte parti dell’Europa orientale rispetto a fasce significative della società tedesca, inclusa la sinistra tedesca. Come diceva Lenin – prosegue la fondazione della sinistra radicale tedesca – ci sono settimane in cui accadono decenni. In una notte, Putin ha trasformato la Nato nell’Europa orientale come quasi nessun uomo di sinistra ha mai voluto considerarla: un’alleanza difensiva antimperialista”.

 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali