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Salvini: "Tornerò in Polonia. Quel sindaco? Una trappola italiana”

Simone Canettieri

Dopo la figuraccia rimediata in missione di pace, la Lega rimane perplessa. Il prossimo test saranno le Comunali

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Tornerà in Polonia. Ma non sabato. Intanto nel fine settimana partiranno da Milano i van leghisti guidati dal deputato Luca Toccalini. Destinazione Varsavia, poi chissà. Matteo Salvini, per il momento, ha già dato. Ma avverte “la voglia di tornare, per portare il mio aiuto”, ha detto il leader della Lega ad Avvenire. L’esperienza in Polonia lo ha riempito e reso orgoglioso. Peccato, insomma, per quella figuraccia mondiale con il sindaco di Przemysl che gli sventola in faccia la maglietta di Vladimir Putin. Ecco, a proposito di questo incidente Salvini ha le idee chiare. E lo ha ribadito anche al gruppo di amici che ieri l’altro ha partecipato alla festa a sorpresa per il suo quarantanovesimo compleanno a casa della fidanzata Francesca Verdini. Il leader della Lega ce l’ha con qualcuno dell’ambasciata italiana in Polonia e anche, forse, con la Farnesina. “Matteo non sapeva chi fosse questo sindaco, non gli interessava incontrarlo, non gli avrebbe aggiunto nulla, ma ha avuto pressioni dai funzionari italiani. E così si è prestato per cortesia. E poi è successo quello che è successo”,  raccontano gli amici di Salvini, un cerchio sempre più ristretto ma di inguaribili ottimisti.

Ieri per esempio agitavano con un certo orgoglio un sondaggio di Ixè che dà Fratelli d’Italia al 17,6 per cento e la Lega al 17. “Il nostro problema è che questo governo è più di sinistra che di destra”, si sfogano dalle parti del Capitano. Sono parole in libertà, di chi però non ha alternative per il momento. E quindi meglio prenderla con filosofia (“Grazie per il Tapiro, lo metterò all’asta e i ricavati andranno per l’Ucraina”, dice l’ex ministro all’inviato di Striscia la notizia) oppure affidarsi alla fede. La nota di giornata si riempie con l’incontro con monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli stati della santa Sede. Al centro del colloquio, tra le altre cose, soprattutto il tema dei corridoi umanitari in Libano. A metà marzo ci sarà un nuovo incontro tra Cesar Essayan, Vicario Apostolico di Beirut, e il leader della Lega, per concordare le priorità da perseguire. Nella Lega sono tutti un po’ smarriti, specie al nord. Le amministrative saranno un test per Salvini. Meloni, con l’eleganza di chi non infierisce, solidarizza con lui. Sembra il preludio di qualcosa. 

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