Paola Severino, Pierferdinando Casini e Giuliano Amato (Ansa/Lapresse)

Il racconto

Casini, Amato, Severino: le agende segrete dei quirinabili sempre in movimento

Le grandi manovre per il Colle dei "piani B" se salta l'ipotesi Draghi

Simone Canettieri e Valerio Valentini

Dal leader centrista al vicepresidente della Consulta fino all'ex Guardasigilli: ecco gli appuntamenti e gli eventi di chi punta, sotto sotto, al Colle

E’ l’eterno “mi si nota di più se”, ma  vista Colle. Agende fitte, eventi a porte chiuse, inviti rifiutati, scelte strategiche.  A  un mese e dieci giorni dal voto per il capo dello stato, il piccolo esercito dei quirinabili è in movimento. Nomi e cognomi sul palcoscenico, suggestioni che si rincorrono per arrivare chissà dove. La prima scelta per il Colle è Mario Draghi. Se salta l’opzione del premier e il presidente Sergio Mattarella conferma il no (ieri il pubblico della Scala gli ha chiesto il bis) si apre un’altra partita. Che riguarda  molti protagonisti.  Dov’è, per esempio, Giuliano Amato? Il futuro presidente della Corte Costituzionale fa parte di diritto della rosa dei quirinabili. In questo periodo sta centellinando le presenze agli eventi in cui si richiede la sua presenza. Ha dato forfait a un convegno su “Etica e finanza pubblica” a Bologna a fine novembre e per il mese di dicembre ha detto di sì a una serie selezionatissima, e riservata, di inviti. Il suo allievo, il costituzionalista Francesco Clementi lo ha coinvolto a una tavola rotonda con i massimi livelli dell’economia e della finanzia: ma l’incontro, a ridosso di Natale, si svolgerà a porte chiuse. Che diventeranno invece aperte solo il 22 dicembre, quando Amato interverrà alla presentazione del libro del giornalista Mario De Pizzo, “L’America per noi”. L’appuntamento è al Centro studi americani: sono attesi, fra gli altri, Mariangela Zappia, ambasciatrice negli Stati Uniti, e Giampiero Massolo. Relazioni: America, ma anche Chiesa. L’attuale vicepresidente della Consulta è atteso a partire da domani all’Istituto patristico augustinianum e all’Università Lumsa al 70° convegno nazionale promosso dall’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci). Per venerdì sarà in programma un’udienza papale.

Per tanti inviti accettati ce ne sono molti di più che vengono cancellati nel partito dei quirinabili. Pier Ferdinando Casini, per esempio, è un’ombra nel Palazzo. A chi lo cerca per invitarlo risponde con  una battuta: io frequento solo panel di un certo livello. Il centrista sa che se c’è Draghi il film è finito, ma è anche consapevole del contrario. E’ il piano B di un bel pezzo di Parlamento. “Pier”, da vecchio conoscitore delle dinamiche politiche, è consapevole della forza di Draghi in vista delle corsa al Colle, ma evidenzia anche la fragilità  dell’ipotesi per cui possa essere lo stesso premier, nell’atto di trasferirsi al Quirinale, a imporre l’attuale titolare dell’Economia Daniele Franco come suo successore a Palazzo Chigi. E comunque nel dubbio Casini vede gente e fa cose, lontano da occhi curiosi. Due mesi fa, in qualità di presidente del gruppo italiano dell’Unione interparlamentare, è stato fra i primi ad accogliere a Roma la democratica Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti. Il 23 novembre ha incontrato in una sala appartata di un ristorante milanese Giovanni Bazoli, decano dei banchieri italiani, in uno di quei pranzi che non ha mai l’aria di essere casuale. Due giorni dopo è volato a Madrid per  l’assemblea internazionale dell’organismo di cui è capo delegazione per l’Italia: un’assise a cui hanno partecipato 179 parlamentari provenienti da tutto il mondo. Casini si schermisce, ma la storia della Dc gli ha insegnato che tutto può accadere, anche a sorpresa. Soprattutto se c’è il Quirinale di mezzo.


In molti segnalano anche Paola Severino in movimento. L’ex Guardasigilli conserva un profilo molto basso, è candidabile ma ritiene arrogante considerarsi tale. Osserva il dibattito con il massimo distacco. La principessa del “foro”, stimatissima dal potere e dalla politica, con un portafoglio clienti di grande rispetto, venerdì prossimo presenterà alla Luiss la sua nuova fondazione. Con tempismo sospetto, almeno a sentire chi giura che lei al Quirinale voglia andarci davvero. O magari tornarci. Visto che in questo autunno già due volte ha fatto visita al palazzo più prestigioso: una volta, il 21 settembre, è stata ricevuta insieme come presidente della Luiss Business School; il 30 novembre Mattarella l’ha accolta insieme a Renato Brunetta, in qualità di presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione. Che la terza non sia quella buona, da presidente della Repubblica?