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la proposta

La convergenza trasversale al Senato sul bonus psicologo

Gianluca De Rosa

In pandemia è cresciuto il disagio mentale. Cinquanta milioni di euro per permettere a chi ne ha bisogno di accedere alle cure. Sei senatrici appartenenti a tutti i gruppi presentano un emendamento alla Manovra. E spiegano al Foglio la misura

Cinquanta milioni di euro per permettere a tutti coloro che ne hanno bisogno di accedere alla cura dei disagi psicologici, pericolosamente aumentati con la pandemia. Il bonus psicologo è contenuto all’interno di un emendamento alla legge di Bilancio depositato al Senato da tutti i gruppi politici e che mira all’istituzione di un fondo salute mentale da inserire nel bilancio del ministero della Salute per il 2022. Questo pomeriggio nella sala Nassirya di palazzo Madama lo hanno presentato sei senatrici, di tutti i partiti: la grillina Elisa Pirro, promotrice dell’iniziativa, la presidente della commissione Salute del Senato, Anna Maria Parente di Italia Viva, la dem Paola Boldrini, la senatrice di Leu Loredana De Petris, la leghista Raffaella Marin e Maria Teresa Bellucci di Fratelli d’Italia.

 

A livello internazionale i numeri della crescita del disagio mentale durante la pandemia sono impietosi. Uno studio di Lancet parla di 53 milioni di casi in più di depressione maggiore (+28 per cento) e 76 milioni di casi in più di disturbi d’ansia (+26%) nel 2020. In Italia la situazione non è diversa. “Con la pandemia - ha spiegato nel corso della conferenza stampa il presidente dell’ordine nazionale degli psicologi David Lazzari - questo disagio è aumento di oltre 25 per cento per i disturbi come ansia e depressione. L’incidenza è cresciuta in maniera impressionante. Si è arrivati al 20 per cento della popolazione interessata da disturbi più o meno leggeri, si tratta ormai non più un problema individuale ma sociale”.  La questione, lo dice chiaramente Lazzari, riguarda in particolare i giovani under 40, ma è trasversale alle classi economiche. “Con la differenza - spiega - che chi ha le risorse finanziarie per farlo può accedere al supporto di un terapeuta o di uno psichiatra privato, mentre chi non le ha non sa come fare, il pubblico non è in grado di sostenere questo enorme incremento di domanda”. 


Proprio dalla constatazione di questa situazione nasce l’idea di un bonus che, a dire la verità, era già stato istituito mesi fa con un fondo di 10 milioni all’interno del dl Sostegni 2, ma i decreti attuativi del provvedimento non sono mai arrivati. Anche in Francia e Germania dopo l’inizio della pandemia sono stati creati strumenti simili. Se il bonus dovesse essere approvato così come scritto nell’emendamento conterebbe due forme di supporto economico: un bonus avviamento, con 15 milioni di euro di finanziamento, e un bonus sostegno, con una dotazione finanziaria di 35 milioni di euro. Il primo consisterebbe in un contributo di 150 euro per i cittadini maggiorenni a cui non è stato diagnosticato un disturbo mentale e che non hanno avuto accesso ad altre agevolazioni in materia di salute mentale, ma senza limiti di reddito. Il secondo, invece, più sostanzioso, prevederebbe l'erogazione di un contributo di 1.600 euro con Isee fino a 15.000 euro, 800 euro con Isee compreso tra i 15.000 e i 50.000 euro, 400 euro per le persone con redditi compresi trai 50.000 e i 90.000 euro.

   
Il bisogno principale, manifestato in tutti gli interventi delle firmatarie dell’emendamento, è quello di riuscire a intercettare in tempo i problemi. Il bonus infatti, se verrà approvato, sarà destinato a tutte quelle persone che non hanno ricevuto alcuna diagnosi di disturbo psichiatrico. “Il disagio sotto soglia clinica - ha spiegato il presidente dell’ordine degli psicologi Lazzari - non va sottovalutato perché se non riceve ascolto e adeguato sostegno è destinato ad aggravarsi. È chiaro che una risposta più strutturale passa dalla istituzione degli psicologi scolastici e dal rafforzamento dell’investimento sulla salute psichica nelle case di comunità, ma intanto con questo provvedimento si andrebbe verso maggiore equità e giustizia sociale”.

  
D’accordo sul punto anche la presidente della commissione Sanità Maria Valente: “Penso che questa proposta non possa che essere l’inizio di un percorso sulla salute mentale, in attesa di ripristinare al meglio servizi sociali sui territori. La pandemia su questo argomento, come su altri, ha acutizzato e fatto venire a galla cose che già c’erano”. L’auspicio comune lo fa la grillina Pirro: “Speriamo quindi che il governo accolga questa che è una richiesta corale di tutti”.

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