Le regioni alle prese con la quarta ondata

Restrizioni ai soli non vaccinati? Il governatore dell'Abruzzo dice no

"Serve una potente campagna d'informazione, antidoto alle perplessità 'ni vax'"

Marianna Rizzini

Non tutte le regioni sono per il modello Austria. Marco Marsilio (FdI): "Si offra piuttosto copertura statale sulle reazioni avverse al vaccino". Intanto Massimiliano Fedriga, a margine della conferenza stato-regioni, si fa portavoce della "preoccupazione per il peggioramento dello scenario di rischio epidemiologico"

Non tutti sono per il modello austriaco. Non il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio (FdI). “Modello negativo, quello austriaco”, dice al Foglio. È il giorno in cui il presidente leghista del Friuli Massimiliano Fedriga, a margine della conferenza stato-regioni, si fa portavoce della preoccupazione delle regioni: “Per il peggioramento dello scenario di rischio epidemiologico in alcune aree del paese e anche per la ricaduta che tale situazione potrebbe avere sulla ripresa economica e sulle attività sociali”. Si vorrebbe dunque intanto “mettere in sicurezza sia il sistema sanitario sia le attività economiche e sociali, anche per anticipare eventuali scenari di criticità”, dice Fedriga.

Marsilio, presidente Abruzzo: "No al lockdown dei non vaccinati"    

Ed è stato proprio Fedriga, come il presidente della regione Liguria Giovanni Toti, cofondatore di Coraggio Italia, a dichiararsi favorevole a uno scenario in cui le eventuali restrizioni colpiscano soltanto i non vaccinati. Marsilio percorre  ora altre strade, e  ieri ha annunciato di voler convocare l’unità di crisi: “I dati di oggi sono pesantissimi: superiamo i 350 positivi”, ha detto. “Erano molti mesi che un numero del genere non compariva nei nostri dati. Fino a ieri la media era intorno ai 150 e qualche punta sopra i 200. Bisogna verificare se questi contagi producono ospedalizzazione. Se sono contagi che si diffondono tra i vaccinati normalmente non portano, tranne in rari casi, in terapia intensiva, e questo ci consente di stare sotto le soglie perché la maggior parte dei positivi è asintomatica. Diverso è se il virus colpisce persone non vaccinate che hanno una probabilità più elevata di decine e decine di volte di finire in terapia intensiva”. Ora Marsilio vorrebbe, dice al Foglio, “concentrarsi sui focolai scolastici e sui richiami per la terza dose, per scongiurare recrudescenze”.

  

E spiega perché il “modello Austria” è a suo avviso negativo: “In Austria la campagna vaccinale non è stata efficace come in Italia; ci sono molti meno vaccinati che nel nostro paese. Io credo si debba ora invece cercare di agire con una potente campagna d’informazione, vero antidoto alle paranoie e alle perplessità che alimentano i dubbi ‘ni vax’, perché i veri e propri no vax non sono convincibili. E rilancio piuttosto una proposta che a suo tempo abbiamo avanzato: sarebbe utile che lo stato garantisse la copertura dei rarissimi casi di reazioni avverse al vaccino. Penso  aiuterebbe. Dire ‘vaccinatevi su vostra richiesta e con responsabilità’ e se succede qualcosa pazienza non è un modo rassicurante di affrontare la campagna vaccinale”.

Marsilio: "Lo stato rassicuri i dubbiosi alla vaccinazione"

Quanto al green pass, “scelta fatta per non imporre l’obbligo vaccinale”, dice Marsilio, “non mi pare che togliere lo stipendio a chi ne è sprovvisto sia la migliore delle soluzioni possibili. Anche per questo non capisco perché ci viene risposto di no quando chiediamo che lo stato garantisca in caso di effetti vaccinali avversi. Io sono convintamente  vaccinato, come la mia famiglia. Ma siccome avere una percentuale di cittadini non vaccinati è un problema, lo stato, che chiede di fare qualcosa per il bene di tutti, dovrebbe rassicurare in qualsiasi modo i dubbiosi. E sono sicuro che molti, con una garanzia in caso di effetti avversi, si convincerebbero”. Ma se i casi continuassero a salire e la regione dovesse cambiare colore, Marsilio che cosa farebbe? “Mi porrò il problema nel momento in cui dovesse verificarsi. Ma voglio essere ottimista: da qui a due mesi magari la situazione sarà ridimensionata, tra nuovi vaccinati, terze dosi e cure”. 
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.