Il caso

Allarme Recovery: ora Manfredi guida il fronte dei sindaci. E minaccia: "Pronto a dimettermi"

Ruggiero Montenegro

Mancano strutture e personale: "C’è il rischio concreto che gli 80 miliardi per il sud non saranno mai spesi", dice il primo cittadino di Napoli. La questione non riguarda solo il Mezzogiorno, ma dal ministero replicano: "I soldi del Pnrr non possono essere usati per nuove assunzioni"

Allarme Recovery Fund. Mancano tecnici e dirigenti, personale specializzato. Con il rischio, a quanto pare parecchio serio, che la grande occasione si trasformi in rimpianto, che le ingenti risorse in arrivo da Bruxelles vadano perse, sprecate, per l'incapacità delle amministrazioni di spenderle. “Come fare la Formula 1 senza benzina”, per usare una metafora, quella del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, neo iscritto al partito dei primi cittadini, che parlando a Repubblica ha messo in fila tutte le problematiche e le perplessità, lanciando un appello e una proposta: “Ora che abbiamo oltre 80 miliardi per il Sud c’è il rischio concreto che non saranno mai spesi, per l’impossibilità di tanti Comuni di presentare i progetti per mancanza delle strutture tecniche. Napoli è il caso più emblematico e non può essere abbandonata”. Che tradotto, vuol dire: servono risorse ulteriori per mettere in moto la macchina partenopea.

 

L'ex ministro dell'Università e della Ricerca nel governo Conte II ha anche lasciato intendere di esser pronto a valutare le dimissioni, nel caso in cui l'allarme dovesse rimanere inascoltato. Si rivolge direttamente a Draghi, che “ha dato la disponibilità ad esserci vicino”. E i conti sono presto fatti: “Ipotizziamo un intervento tra i 100 e i 200 milioni l’anno per la spesa corrente, per cinque anni. E abbiamo bisogno di almeno mille unità tra personale tecnico per il Pnrr, informatici, vigili urbani, impiegati, dirigenti”. Si potrebbe arrivare così fino a un miliardo di euro, di cui una prima parte il sindaco di Napoli spera possa arrivare già nella manovra di Bilancio, che verrà licenziata nei prossimi giorni. “Per questo – dice ancora Manfredi - ho proposto: si inauguri un Pnrr delle città, si instauri una cabina di regia, vogliamo sottoporci a una verifica costante con il governo, con il Mef. Non un controllo contabile, sia chiaro, ma una verifica sui processi”.

 

In attesa di un cenno da Palazzo Chigi, Manfredi trova la sponda del sindaco di Bari Antonio Decaro: “Abbiamo assoluto bisogno di più personale nei comuni. È' la vera emergenza in questa fase”. Ma non solo, perché il presidente dell'Anci fa di più, quasi a rilanciare il fronte degli amministratori, e allarga l'orizzonte: “Le criticità riguardano varie arie, mica solo il Mezzogiorno. Bisogna mettere gli enti locali in grado di cogliere le opportunità del Pnrr”.

 

E d'altra parte, la questione è di quelle serie: l'implementazione del Recovery, e i seri problemi che emergerebbero nel caso in cui questo non dovesse accadere, erano già emersi settimana scorsa nel corso di una riunione al ministero delle Finanze, tra i tecnici della Commissione europea e quelli dei vari ministeri, impegnati nella realizzazione del Pnrr. La necessità, insomma, è quella di fare in fretta. Il tempo stringe, e non solo a Bari e Napoli: “Ricordo che i fondi vanno integralmente impegnati entro la fine del 2023, che con i tempi della Pubblica amministrazione è domani mattina”, aveva detto  proprio al Foglio il sindaco di Milano Beppe Sala, sabato scorso, chiedendo garanzie al governo: “Ho costruito la mia campagna sull’idea che con le risorse del Pnrr si potessero rigenerare le nostre città. Ora va data certezza, non solo come consistenza dei fondi, ma anche come timing di erogazione: ho l’impressione che la velocità di marcia, al momento, non sia adeguata”. 

 

"Non si possono usare le risorse del Pnrr per spesa corrente destinata alle assunzioni"
 

Parole, quelle dei sindaci, che non hanno lasciato indifferente il governo, la cui risposta non si è fatta attendere. "Non si possono usare le risorse del Pnrr per spesa corrente destinata alle assunzioni", riferiscono fonti vicine al ministero della Pubblica amministrazione, sottolineando come, dallo sblocco del turnover alla semplificazione e digitalizzazione dei concorsi, fino all'aumento del fondo per il salario accessorio dei dipendenti pubblici, "il governo ha già fatto tantissimo per potenziare la capacità amministrativa e progettuale degli enti locali".

Anche per questo, la soluzione per quegli enti locali che presentano criticità a livello di personale o competenze rispetto a punti o progettualità specifici legati alle risorse europee, è  "chiedere alle amministrazioni centrali, titolari della misura Pnrr che finanzia il progetto, di far gravare i relativi costi all'interno del quadro economico e, quindi, rendicontarli come spesa a valere sul Recovery Plan". In alternativa, fanno trapelare ancora dalla Funzione pubblica, "valuti il Parlamento, durante l'esame della legge di Bilancio, il superamento o la semplificazione del sistema dei vincoli attualmente in essere", rispetto all'attuazione del Piano.

 

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