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la coalizione "Ursula" in terra leghista

Pd e Forza Italia uniti nel cuore del Veneto. Parla il sindaco di Conegliano

Marianna Rizzini

Fabio Chies (FI) è stato eletto anche grazie alla convergenza con i dem. E ci dice: "L'indicazione di voto in mio favore è frutto del programma, ma non è stato apparentamento"

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Il sindaco pd di Firenze Dario Nardella ieri ha proposto, intervistato dal Corriere della Sera, di esportare il “modello città” in vista delle elezioni politiche e di creare con Forza Italia un fronte trasversale di “costruttori contro i populisti”. E lo aveva già detto all’inizio di settembre, Nardella, che si poteva tentare la carta di un’alleanza “Ursula”, con Pd, sinistra, 5 Stelle e moderati liberali provenienti dal centrodestra insieme, come per l’elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Ma intanto a Conegliano, tradizionale feudo leghista nella leghista provincia di Treviso, è stato eletto, con l’aiuto del Pd, l’ingegnere Fabio Chies, il sindaco uscente di Forza Italia che era stato sfiduciato dalla sua maggioranza, ed è stato sconfitto Piero Garbellotto, imprenditore delle botti e presidente dell’Imoco Volley, candidato su cui puntava il governatore veneto Luca Zaia.

 

Che cosa è successo, in quello che, da fuori, può sembrare un avamposto del “laboratorio Ursula”? Lo chiediamo direttamente al sindaco neoeletto: “È stata un’esperienza entusiasmante”, dice Chies, che aveva interrotto il mandato nel novembre 2020 e che ha poi deciso di candidarsi nuovamente. “Diciamo che siamo contenti di poter riprendere le questioni lasciate in sospeso e di essere già al lavoro per Conegliano. Certo, il primo turno è stato complicato, e la gara è stata molto politicizzata” (dal lato leghista, s’intende). “ma la cosa più bella”, dice ora il sindaco, “è stato veder crescere un movimentismo spontaneo sul territorio a nostro favore: tanti ragazzi, una vera spinta dal basso”. Al secondo turno, quello dell’esperimento “Ursula”, Chies si è rivolto “a tutto l’elettorato”. Con il Pd “si è creata una convergenza sul programma, ed è stata una testimonianza della volontà civile di fare il bene di Conegliano. Non c’è stato apparentamento, ma un’indicazione di voto in mio favore, come a dire: votiamo quello che ha un programma più vicino alla nostra sensibilità”. E proprio ieri Chies ha incontrato il Pd: “Si aprono scenari interessanti per il bene della città. Noi apriamo a 360 gradi e con tutti”.

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E pensare che il Pd aveva contestato il primo mandato al sindaco ora insediato. Non solo: aveva dato il suo appoggio alla suddetta mozione di sfiducia che una parte dell’ex maggioranza aveva depositato nel 2020. E però quando il Carroccio aveva scelto Garbellotto, per i democratici si era aperta la possibilità di andare indirettamente contro Zaia. Intanto a Conegliano andava in scena una specie di Kramer contro Kramer, persino nello stesso giorno: era giunto da Venezia per sostenere Chies Luigi Brugnaro (Coraggio Italia), mentre per Garbellotto arrivava Zaia. E oggi, nei giorni in cui il centrodestra si riunisce con sorrisi tirati per cercare di gettare il cuore e la mente oltre le sconfitte elettorali, e in Forza Italia ci si scontra tra governisti e “coalizionisti”, il piccolo caso di Conegliano fa molto pensare, da un lato all’altro del centrodestra. 
 

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