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l'intervista

“A Letta e al Pd non gliene frega una cippa dell’omofobia”. Parla Aurelio Mancuso  

Salvatore Merlo

Il Pd? S'interessa alla battaglia contro l'omofobia secondo convenienza. Intolleranza? Semmai va di moda solidarizzare con gli omosessuali. Ma guai ad affidare decenni di lotte a personaggi come Fedez. Il colloquio del Foglio con l'ex presidente Arcigay 

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Iscritto alla Fgci dagli anni Settanta (“avevo quattordici anni, e in un colpo solo presi la tessera e mi dichiarai omosessuale”), militante del Pci appena diventato maggiorenne, dirigente nazionale dei Ds e infine del Pd, leader dell’Arcigay per un decennio, Aurelio Mancuso non gira intorno alla questione: “Il Pd è il mio partito, ma non ho difficoltà a dire che non gliene importa una cippa dei diritti e delle libertà individuali”

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Iscritto alla Fgci dagli anni Settanta (“avevo quattordici anni, e in un colpo solo presi la tessera e mi dichiarai omosessuale”), militante del Pci appena diventato maggiorenne, dirigente nazionale dei Ds e infine del Pd, leader dell’Arcigay per un decennio, Aurelio Mancuso non gira intorno alla questione: “Il Pd è il mio partito, ma non ho difficoltà a dire che non gliene importa una cippa dei diritti e delle libertà individuali”

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Ma come? Enrico Letta ha dichiarato il ddl Zan la madre di tutte le battaglie. “Tanto importante che la discussione è stata rinviata a dopo le amministrative. Se prima c’era fretta, e ora si può aspettare, significa che l’omofobia è un prêt-à-porter. Quando serve, è un argomento urgentissimo. Quando non serve più, possiamo aspettare i comodi delle elezioni amministrative. In questo mese non ci sono gay discriminati e picchiati… Mah. Sa qual è la verità?”. La dica lei. “La verità è che il Pd usa l’omofobia come una qualsiasi altra sparata da social, e contribuisce a radicalizzare le posizioni perché così è più utile agli effetti di una propaganda tanto urlata quanto inutile. Cavalcano una ‘ossessione omofobista’ che non corrisponde alla realtà del paese e che soprattutto non consente d’individuare un concreto obiettivo politico”. Quale obiettivo? “Quello di approvare sul serio una legge che punisca le violenze. Questo risultato non si ottiene dicendo fesserie, agitando manganelli in nome della tolleranza, respingendo qualsiasi dibattito pubblico e parlamentare anche con chi non la pensa come te. Inoltre, lo ripeto, non si ottiene una legge fingendo che l’Italia sia un orrendo paese di omofobi, perché l’Italia non è affatto un paese di omofobi. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, va di moda essere solidali con noi omosessuali. Al punto che il Pd ci si è buttato a pesce. Non sto dicendo che non esiste la violenza, perché c’è, eccome. Parlo delle generalizzazioni idiote e fanatiche. Guardate il mondo dello spettacolo, gli attori, i cantanti i cosiddetti influencer, sono tutti a favore degli omosessuali. Una solidarietà utile, certo. Ma anche una solidarietà che va presa per quello che è. Perché queste sono mode, e le mode cambiano. L’altro ieri Fedez era omofobo nei testi delle canzoni, il giorno dopo è stato grillino adottando tutto il linguaggio triviale di quel mondo, infine è diventato paladino della legge Zan. Se domani diventa di moda il marrone, Fedez comincia a vestirsi di marrone… E noi dovremmo affidare cinquant’anni di lotte a Fedez? Voglio dire che chi fa politica deve puntare a ottenere qualcosa. Non ad assecondare le mode commerciali o fare rumore, alla Salvini”. Chiarissimo.

 

Quindi Letta è il gemello diverso di Salvini? “Vedo un disegno comunicativo coerente che nulla ha a che vedere con lo scopo di approvare una legge sull’omofobia. Vedo arroganza e violenza. Vedo alcuni dirigenti del Pd che sollecitano persino gruppi di invasati dello schwa ad attaccare personalmente chi si permette di far notare quello che non funziona. O chi si permette soltanto di pensarla in un altro modo. La dico ancora più forte: chi nel Pd ha scelto determinate figure, facendole diventare protagoniste di questa battaglia, si assumerà la responsabilità di come va a finire”. Si riferisce a Monica Cirinnà? “Non voglio personalizzare”. E come va a finire? “Nel nulla”

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