Intervista all'ex ministro dell'Istruzione

"Colpevole ritardo sulla scuola”. Il j'accuse di Lucia Azzolina

Meno di due mesi alla riapertura e molti problemi aperti, dal tracciamento ai trasporti al nodo del taglio docenti

Marianna Rizzini

"I docenti hanno risposto benissimo: ad aprile era già vaccinato il 75 per cento di loro, poi cosa è successo? Vaccinare il personale non risolverà il problema. Chi lo pensa, o è in malafede o ignora del tutto la situazione. E lo dico credendo nella vaccinazione ed essendomi vaccinata con doppia dose", dice l'ex ministro

“Ritardo, colpevole ritardo”, dice Lucia Azzolina, ex ministro dell’Istruzione. Mancano meno di due mesi alla riapertura delle scuole ma sembra che una beffarda macchina del tempo ci abbia riportati al luglio del 2020, quando ancora, nell’illusione dell’estate quasi Covid free, si correva verso l’autunno, in assenza di vaccini e con i tamponi ancora lontani dalle farmacie. Allora, nel governo Conte II, Azzolina, ministro M5s, si trovava con un problema trasversale davanti: come fare a gestire sicurezza e scuola in presenza, visto anche il contestuale problema dei trasporti (gestito allora dal ministro pd Paola De Micheli).  

 

E oggi Azzolina guarda a quello che è stato fatto e a quello che c’è da fare, anche se a occuparsene sono i due ministri omologhi del governo Draghi: Patrizio Bianchi all’Istruzione ed Enrico Giovannini ai Trasporti. E lancia un allarme che è anche un j’accuse: “Ripeto: colpevole ritardo. E ora l’anno scolastico è a rischio. Il ministero avrebbe dovuto riprendere in mano le cose buone fatte un anno fa per riproporle. Sugli spazi ad esempio: 40 mila aule in più con i lavori fatti d’estate. E poi tutti gli accordi per le lezioni all’esterno, in cinema, biblioteche, teatri. Perché con un colpo di spugna si è cancellato tutto? Poi il personale: si parla a vanvera di classi pollaio e si tagliano i 70 mila docenti e ata in più che avevamo messo. Qual è la ratio? Perché rinunciare al personale in grado di ridurre il numero di studenti per classe? Il ministero in questi cinque mesi avrebbe dovuto lavorare sulle cose che hanno funzionato meno l’anno scorso. Che sono due: trasporti e tracciamento. Oggi leggo addirittura, nella circolare mandata alle scuole, che il tracciamento non va fatto. Ma come? Sarà forse che non si è in grado e si preferisce dire che non serve? Su tutte queste cose si può ancora intervenire, ma va fatto subito. Sempre rispetto alle Asl: qualcuno sta pensando a rivedere i meccanismi di quarantena come ha suggerito il viceministro Pierpaolo Sileri?”.

 

E’ sorto però anche un nuovo problema, quello degli insegnanti e del personale non vaccinato. Si parla di introdurre l’obbligo vaccinale, con molte polemiche: “Il vaccino al personale credo sia inevitabile per il governo, ma è una foglia di fico”, dice Azzolina: “Dobbiamo dirci due verità. La prima: i docenti hanno risposto benissimo alla chiamata fatta dal precedente governo: ad aprile erano già al 75 per cento di vaccinati, poi che cosa è successo? Perché qualcuno si è accorto solo adesso che ci sono dei ritardi? E perché attendere il 20 agosto per avere numeri precisi? La seconda: vaccinare il personale non risolverà il problema. Chi lo pensa, o è in malafede o ignora del tutto la situazione. Se le misure rimarranno quelle di adesso il disastro è annunciato, indipendentemente dalla vaccinazione del personale. Saranno chiusure e quarantene a ripetizione e alcune Regioni si toglieranno il pensiero sospendendo la didattica in presenza”. Legare la scuola in presenza al green pass per gli studenti può essere una soluzione? “Gli studenti devono andare in classe. Tutti. Un green pass rischia di essere discriminatorio. Aumenterebbe la dispersione e non possiamo permettercelo. Non sarebbero i figli a decidere ma i genitori. E se i genitori non vogliono vaccinare pagano i figli? Per i piccoli non ci sono neanche vaccini autorizzati. E’ una strada senza uscita. Concentriamo gli sforzi sulla persuasione e soprattutto sulle misure che ancora non sono state prese. Perché non organizzare subito incontri informativi dentro le scuole con medici che spieghino ai genitori che vaccinare è importante? Ma va fatto subito, anzi andava già fatto. Il green pass poi aumenta l’arbitrarietà, la soggettività dell’accesso a scuola, e lo dico credendo nella vaccinazione ed essendomi vaccinata con doppia dose. Abbiamo bisogno che il governo dica ‘tutti a scuola’ scavalcando anche le regioni”.

 

Azzolina allude al governatore della Campania Vincenzo De Luca: “Ha già messo le mani avanti. Non si rende conto che è responsabile di un disastro generazionale? La sua presa di posizione dimostra che, senza vaccini, terrebbe la scuola un altro anno chiusa”. Intanto la situazione critica nei trasporti rischia di impattare sulla riapertura delle scuole? “E’ un tema delicato”, dice l’ex ministro: “Sentire Massimiliano Fedriga dire ‘si torna a scuola solo con l’80 per cento di capienza’ mi sembra un déjàvu. Con il rischio di cambiare i parametri al 50 per cento a ottobre? Un incubo, visto che già l’anno scorso tutti gli studi hanno confermato che i contagi avvenivano per lo più all’esterno. Ripartano dai tavoli che abbiamo fatto con i prefetti per organizzare lo scaglionamento e facciano in modo che le regioni spendano tutte le risorse assegnate”.
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.