il caos nel m5s

L'editto di Grillo: "I parlamentari che vogliono tornare in tv, vadano a lezione dal mio guru"

Casaleggio prepara lo strappo: l'ultimatum fissato al 22 aprile. Poi sarà guerra di carte bollate

Valerio Valentini

Marco Morosini, il ghostwriter del comico assoldato dai gruppi di Camera e Senato: 30 mila euro per tre mesi. Da lunedì iniziano i seminari obbligatori per gli eletti. E intanto parte la guerra per la cassa: Conte chiede 2.500 euro al mese a tutti i grillini, che mugugnano

A qualcuno, sulle prime, era parsa la solita fumisteria di Beppe. “Ma figurati”. E invece poi la convocazione è arrivata davvero: “Caro parlamentare, tu fai parte del gruppo 3, sezione C”. E quindi dalla settimana prossima si farà l’appello. “Si svolgerà alle ore 16 di lunedì il seminario sulla Transizione ecologica e solidale. Riceverai a breve slide e documenti”. E insomma bisognerà prendere appunti e stare attenti: perché dall’altro lato dello schermo, modalità Dad, ci sarà Marco Morosini, per anni ghostwriter di Grillo (anche se lui preferisce definirsi “il suo ispiratore”), poi dimenticato dal Garante nell’Università di Zurigo dove è docente, nel mentre che il grillismo si dava arie da partito dedito alla politique politicienne, e ora di nuovo richiamato a corte, con tutti e gli onori.

 

E anche, pare, con un contratto che s’aggira intorno ai 30 mila euro per una collaborazione di tre mesi, il tutto a spese dei gruppi parlamentari. Che del resto faranno bene a non disertare i corsi tenuti da Morosini: perché, stando a quanto spiegato dai grandi capi della comunicazione di Camera e Senato, solo per chi partecipa con profitto ai seminari cadrà il divieto categorico emanato da Genova sulle comparsate televisive. Vuoi tornare davanti alle telecamere? Vuoi farti invitare da Myrta Merlino o da Alessandra Sardoni? E allora armati di quaderno e penna, sgobba sulle tue sudate carte, prendi appunti mentre Morosini ti spiega la differenza tra l’idrogeno blu e l’idrogeno verde, mentre ti indica le aree critiche nella mappatura mondiale della contaminazione dell’aria.

 

E che non sarà una  formalità, questo programma rieducativo per deputati e senatori, lo stanno capendo i responsabili della comunicazione del M5s, a cui il prof. Morosini sta dando ripetizioni già in questi giorni. Da lunedì si parte invece con gli eletti, proponendo un format che Silvia Virgulti,  sovrintendente alla presentabilità dei deputati grillini, segue già: una ventina di studenti per volta a sorbirsi i suoi precetti sul “public speaking”. Roba forte, specie per i più anziani in servizio. Loro, che un tempo Rocco Casalino caricava sui pulmini e spediva a rinnovarsi il guardaroba e a farsi sbiancare i denti, ora si ritrovano a dover chiosare le slide su fracking e green socialism. Speravano che l’avvento di Giuseppe Conte servisse a portarli in un tempo nuovo, quello della normalizzazione, e invece si ritrovano sprofondati nelle follie delle origini.

 

Ed ecco allora le baruffe su rendicontazioni e rimborsi vari. Tout se tient. Vito Crimi ha convocato per oggi alle 15.30 un’assemblea con deputati e senatori per discutere sul più concreto dei problemi: i soldi. Conte ha voluto che si aprisse un conto corrente nuovo, intestato al M5s, a debita distanza dalle mani di Davide Casaleggio. E il tesoriere grillino, il deputato Claudio Cominardi, ha obbedito come chi non può dissentire, ma poi, un po’ scherzando e un po’, ai suoi amici s’è detto estenuato da questa paventata guerra legale tra Conte e Casaleggio, “perché chi rischia la galera è sempre chi tiene la cassa”. La questione s’ingarbuglia, in effetti: perché i consiglieri di Conte vogliono che sia su quel conto che gli eletti versino i 2.500 euro mensili forfettari per finanziare il neo Movimento. Serviranno, tra l’altro, anche a finanziare l’affitto della sede che, stando a quanto si favoleggia in Transatlantico, Conte avrebbe individuato: 280 metri quadri a metà strada tra Camera e Senato. E poi, per far fronte alle altre spese, è sul nuovo conto che andranno saldati anche gli arretrati accumulati dai parlamentari verso Rousseau. Una provocazione, per Casaleggio. Che infatti ieri ha diramato l’ultimatum: se entro il 22 aprile non si trova un accordo economico, Rousseau staccherà la spina. Popcorn per tutti. 

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.