L'intervista

L'ex ministro Tria: "Laura Castelli? Chi meglio di lei all'Economia, è competente"

Rimane viceministra (addirittura unica) anche con Mario Draghi

Carmelo Caruso

Si sono avvicendati tre ministri, ma la grillina è rimasta sempre al dicastero dell'Economia. "Si è fatta le ossa. E dice cose giuste. Ormai merita il dottorato". La versione di Giovanni Tria

Ha visto passare due ministri, ha litigato con quello nuovo, è stata riconfermata da Mario Draghi. Da tre anni non si muove dal suo posto che dei posti di governo è uno dei più importanti. E’ viceministro dell’Economia. Meglio. Viceministro unico. “E non capisco chi avrebbero dovuto indicare al posto suo. Laura Castelli è la più competente del M5s. Nessuno stupore ma solo tanti auguri”. Non lo suggerisce uno sprovveduto, non lo pensa suo cugino, ma lo dice al Foglio il professore Giovanni Tria. Insomma, questo non “lo dice lei”. Ma lo racconta lui che è stato titolare del ministero con Giuseppe Conte, ordinario di Economia Politica all’università di Tor Vergata.

 

Caro professore, ma non avevate litigato? Non è stata la sua arcinemica? Non voleva cacciare tutti? E i dispiaceri, le incomprensioni, le battutacce e le piccole minacce nei suoi confronti? Cancelliamo tutto? “Ma i miei rapporti con lei sono erano meno conflittuali di come sono stati raccontati. Ha solo giocato un ruolo politico e lo ha fatto bene. Rappresentava le istanze del movimento, era stimata dal suo capo politico, Luigi Di Maio. Non ho capito chi comanda in quel movimento ma credo che la sua bravura sia ormai riconosciuta anche dagli avversari”. Nessuno però l’ha vista crescere quanto lei. Ci racconta l’educazione di un’economista, il lungo viaggio dal vaffa al keynesismo? “Al ministero si è fatta le ossa. E’ vero che ho ritardato a darle le deleghe ma come ho ritardato a darle anche ad altri. Ciò non significa che non si collaborasse. Pure io dovevo imparare e per questa ragione ho ritardato a consegnarle”. Il governo Draghi ci consegna Laura Castelli come unica certezza, l’insostituibile dei nostri conti. Si presentava ai commercialisti lasciandoli a bocca aperta. Che cosa resta di quelle “parole audaci”? “Lo so. A volte faceva delle affermazioni discutibili. Ma le persone crescono. E poi diciamo la verità. Era mandata in avanti. Doveva farsi carico delle richieste della base. Oggi nessuno conosce quel ministero come Laura Castelli. E’ la più adatta a ricoprire l’incarico”.

 

Anche Daniele Franco, il nuovo ministro la conosce e diciamo che quando l’ha conosciuta è stato difficile capirsi. Anzi, no. Non si erano per nulla presi. “E proprio per questo, conoscendo entrambi uno la personalità dell’altro, che rischiano di intendersi”. O litigare sempre. “Non posso certo fare il suo avvocato, ma devo riconoscere in molte occasioni aveva ragione. Pensiamo alle frasi sulla necessità per alcuni settori di adeguarsi e cambiare. Ebbene, venne massacrata ma la sua frase era corretta. Oggi si ripete che non si possono sostenere le imprese zombie. Forse ha detto una cosa giusta ma nel momento meno giusto”. La storia l’ha promossa. Mette la firma sul libretto lei che è professore? “E’ diventata una competente anche perché sono passati degli anni. Il mio voto sarebbe antico. Con me diciamo che si era laureata e che oggi è già dottore di ricerca. E’ un’esperta”. Ha superato anche Giuseppe Conte. Lui lui torna in cattedra a Firenze, ma solo Laura Castelli l’ha ottenuta per “chiara fama”.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio