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Il racconto

La nuova maggioranza XXL di Draghi, tra Balotelli e i biglietti di Brunetta ai grillini

Il debutto del premier e lo smarrimento dei partiti. Intanto in Senato piomba una notizia da Firenze: Conte ha chiamato il rettore per tornare a insegnare

Simone Canettieri

Leghisti frastonarti da Draghi, Calderoli scherza sul calciatore del Monza. Il ministro della Pa fa amicizia con i grillini. Il M5s si macera ma si piega. Il Pd? Litiga

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L’ultima volta, qui, era Marrakech. Un bazar. Si barattavano responsabili per il Conte ter in cambio di ministeri. Giggino la purpetta (Luigi Cesaro di Forza Italia), teneva le prove ncopp’ ‘o cellulare. Era il 19 gennaio. Meno di un mese, e tutto si è capovolto, qui, nel Salone Garibaldi del Senato. La maggioranza è XXL: così tanti voti da farci sopra quasi due governi. Il premier Mario Draghi è sostenuto dal leghista del Family day Simone Pillon ma anche dalla dem Monica Cirinnà, icona Lgbt. Sarà difficile creare un ambiente stile Francoforte.  

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L’ultima volta, qui, era Marrakech. Un bazar. Si barattavano responsabili per il Conte ter in cambio di ministeri. Giggino la purpetta (Luigi Cesaro di Forza Italia), teneva le prove ncopp’ ‘o cellulare. Era il 19 gennaio. Meno di un mese, e tutto si è capovolto, qui, nel Salone Garibaldi del Senato. La maggioranza è XXL: così tanti voti da farci sopra quasi due governi. Il premier Mario Draghi è sostenuto dal leghista del Family day Simone Pillon ma anche dalla dem Monica Cirinnà, icona Lgbt. Sarà difficile creare un ambiente stile Francoforte.  

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Ma questo è il primo giorno. E quindi  zoom su Matteo Renzi. E’ il primo a uscire dall’Aula dopo il discorso del premier. E’ felice come una Pasqua: “Ma lo avete sentito?”.

 

Ce l’ha con Draghi, e manca poco che faccia una scivolata sul parquet tipo film di Sorrentino. Renzi  bulleggia un po’ con quelli del Pd: “Ti cercano  dall’intergruppo”, dice ad Andrea Ferrazzi. In effetti questa roba di riunire in una federazione rossogialla gli orfani politici di Conte sta facendo impazzire tutti, nel Pd. Luigi Zanda dice che “in questa fase serve fantasia, e che lui non ne sapeva nulla”. Il ministro Lorenzo Guerini, con completo blu quasi elettrico, manda avanti Alessandro Alfieri. Durissimo.  Anche alla Camera Base riformista ribolle. Se la prendono tutti, per una volta, con Andrea Marcucci, capogruppo in Senato, e non con Nicola Zingaretti, che intanto sta seguendo i lavori dell’Aula dal suo ufficio al secondo piano di via Cristoforo Colombo. 

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C’è smarrimento tra i partiti, e meno male che i commessi questa volta  controllano gli assembramenti. 
Scenetta alla buvette: la compagna Loredana De Petris, ex democrazia proletaria, già verde e rossa, quasi litiga con  Erika Stefani per chi paga il caffè: “Fae mi”, le dice la ministra made in Luca Zaia. Faccio io, siamo colleghe di maggioranza. E allora ecco spuntare Renato Brunetta, il ministro Pa. Raggiante, sguardo luciferino. Quanti attacchi, volgari, si è preso dai grillini. Tantissimi. Adesso distribuisce il suo biglietto da visita ai senatori pentastellati.

 

E qui, però, si entra in un altro film: lo psicodramma. Emanuele Dessì, ex pugile dei Castelli romani, dice che “non dorme da notti” all’idea di votare la fiducia a  Draghi. Paola Taverna, al ristorante dei senatori, ripete ai commensali: “Nun je la posso fa’”. Ma alla fine anche lei voterà sì. Ci si macera e ci si arrende nel mondo grillino, quelli dei “mai” che diventano alla fine “sempre”. La siciliana Cinzia Leone piange. Danilo Toninelli, sguardo fisso e concentratissimo, ribadisce che il “sì sarà vincolato”. Elio Lannutti mostra il suo libro, Bankster, catalogo antidraghiano. Neologismo usato da Carlo Sibilia su Twitter e subito cancellato: deve rifare il sottosegretario.


Intanto si aggira Giancarlo Cancelleri viceministro uscente alla ricerca del bis. Tutti nel M5s vivono un mezzo travaglio. Meno male che c’è  Maurizio Gasparri. Solido. “Il discorso di Draghi? Gli do 7 e mezzo. Vuole fare il capo dello Stato? Bene. Ma prima ci vaccini tutti, altrimenti a febbraio non ci arriva nessuno”.  “Io ho già fatto la costola della sinistra con D’Alema”, dice Roberto Calderoli.  Parentesi: i leghisti sono stati bastonati da Draghi “sull’euro irreversibile”.  E Giorgetti annuiva. “Ma annuisce sempre”, dice Calderoli che alla fine finisce a parlare di Mario Balotelli. Ora lo dica: è italiano. “No, è svizzero. Come la cioccolata”. Risata. In questa maggioranza XXL se ne vedranno di ogni. Ci stanno (quasi) tutti. Ma senza perdere i vecchi vizi. Che caos. Intanto piomba un’agenzia Ansa battuta da Firenze:   Conte ha parlato con il rettore dell’Università Luigi Dei. Che lo  attende la prossima settimana a Novoli. Un minuto di silenzio. Poi si ricomincia.  
 

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