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editoriali

Salvini e le insinuazioni false sull’Ue

Redazione

Bruxelles non ostacola i vaccini, è Sputnik V che fa propaganda ed evita l’Ema

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Matteo Salvini ieri ha insinuato che l’Unione europea starebbe bloccando l’autorizzazione di vaccini per ragioni economiche e geopolitiche. “Mi risulta che a Bruxelles da settimane sia ferma l’autorizzazione di alcuni vaccini. Se qualcuno sta perdendo tempo sulla pelle dei cittadini italiani ed europei sarebbe molto grave”, ha detto il leader della Lega: “Se veramente a Bruxelles da settimane stanno aspettando di autorizzare nuovi vaccini per motivi economici o geopolitici sarebbe di estrema gravità”. Salvini è male informato oppure è parte della campagna di disinformazione geopolitica orchestrata dalla Russia.

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Matteo Salvini ieri ha insinuato che l’Unione europea starebbe bloccando l’autorizzazione di vaccini per ragioni economiche e geopolitiche. “Mi risulta che a Bruxelles da settimane sia ferma l’autorizzazione di alcuni vaccini. Se qualcuno sta perdendo tempo sulla pelle dei cittadini italiani ed europei sarebbe molto grave”, ha detto il leader della Lega: “Se veramente a Bruxelles da settimane stanno aspettando di autorizzare nuovi vaccini per motivi economici o geopolitici sarebbe di estrema gravità”. Salvini è male informato oppure è parte della campagna di disinformazione geopolitica orchestrata dalla Russia.

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Venerdì l’Agenzia europea per i medicinali (Ema), l’ente responsabile per la verifica della sicurezza e dell’efficacia dei vaccini, ha pubblicato un comunicato per chiarire di non aver mai ricevuto una richiesta di revisione continua o di autorizzazione per Sputnik V. L’Ema ha spiegato di aver fornito alla russa Gamaleya consigli sulle linee guida regolamentari e scientifiche da rispettare per far autorizzare il suo vaccino più rapidamente. Nessun complotto da parte europea. Basta inviare un file all’Ema, come hanno fatto Pfizer-BioNTech, Moderna e gli altri.

 

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Se Gamaleya non lo ha fatto, forse è perché è la Russia a usare il vaccino come arma geopolitica. In un’Ue a corto di dosi, grazie alla disinformazione contro Bruxelles, Sputnik V è lo strumento ideale per seminare divisioni. In Ungheria Viktor Orbán lo ha fatto autorizzare con una procedura d’urgenza che dà pochissime garanzie sulla sicurezza. Se Salvini vuole, può chiedere a Gamaleya di fare altrettanto con l’Aifa in Italia. Ma i giochetti propagandistici sul Covid-19 non pagano. Anche con Sputnik V, l’Ungheria non fa meglio dell’Italia e del resto dell’Ue per numero di dosi somministrate ogni cento abitanti.

   

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