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Il metodo Qurinale

La maieutica di Mattarella. Ma quale notaio. E' pronto a intervenire

Oggi riceve Fico, è l’ultimo sprint di una presidenza nata facile e diventata sempre più complicata

Carmelo Caruso

E' pronto ad altre consultazioni ma solo se esiste una vera maggioranza. Ha lo stile di Einaudi, aspetta ma solo per espletare tutti i passaggi. Oggi attende l'esploratore Fico, ma non lascerà il paese senza governo

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Roma. La più grande stupidaggine è dire che è un notaio. E’ l’unico capace di essere lontano e vicino nello stesso tempo, non auspica l’intervento ma non si sottrae perché “quando si fa quel che si può si fa anche quello che si deve”. Solo i tontoloni possono credere che Sergio Mattarella offra tempo per prendere tempo. Oggi aspetta al Quirinale l’esploratore Roberto Fico, perché crede ancora nella maieutica, ma non significa che lascerà un paese senza testa. Deciderà. Si è sempre dato come regola quella di non invadere i campi ma non sopporta chi invade il suo.

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Roma. La più grande stupidaggine è dire che è un notaio. E’ l’unico capace di essere lontano e vicino nello stesso tempo, non auspica l’intervento ma non si sottrae perché “quando si fa quel che si può si fa anche quello che si deve”. Solo i tontoloni possono credere che Sergio Mattarella offra tempo per prendere tempo. Oggi aspetta al Quirinale l’esploratore Roberto Fico, perché crede ancora nella maieutica, ma non significa che lascerà un paese senza testa. Deciderà. Si è sempre dato come regola quella di non invadere i campi ma non sopporta chi invade il suo.

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E infatti dicono che, anche in queste ore, si muova nel perimetro della Costituzione che gli consente di fare quello che non vuole. L’Italia potrebbe avere un governo del presidente che non è il desiderio di Mattarella ma una delle prerogative di Mattarella. C’è dunque qualcosa di sbagliato nel modo in cui si continua raccontarlo. Non esiste un parlamentino al Quirinale. Il Colle non è un organo collegiale. Esistono  dei consiglieri che in questa crisi sono più esposti di altri, ma scrivere che hanno un potere d’influenza è un’altra  sciocchezza. Sono sei e Mattarella apprezzerebbe molto che i giornali li elencassero secondo l’ordine corretto: Ugo Zampetti, Daniele Cabras, Simone Guerrini, Gianfranco Astori, Giovanni Grasso, Francesco Saverio Garofani.

 

Mattarella decide da solo. Mattarella non ha altri Mattarella. Lo fa solo alla sua maniera. Nel 2018 è stato lui a spiegare che un ministro come Paolo Savona non poteva fare parte di un esecutivo europeista. E si continua a scambiare ancora la sua prudenza per indecisione, la sua mitezza per angoscia. Non è per nulla vero che questa sia la sua crisi più difficile. Questa è  “classica” e la comprende meglio rispetto a quella del primo governo Conte che era invece  “epocale”, di sistema, con due forze sconosciute. Raccontano che se c’è stato un momento, e c’è stato, quello sia stato l’unico in cui Mattarella si sia guardato smarrito. Non adesso. E’ stato il primo che ha studiato la scapigliatura e che è riuscito a pettinarla.

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Si dice, e chi lo dice non mente, che per il bene del paese ha tollerato l’intollerabile: Matteo Salvini non gli rispondeva al telefono. Come si può pensare che non abbia una soluzione? Mattarella è la soluzione. Matteo Renzi, che si è speso per la sua elezione senza conoscerlo (non si erano mai incontrati), si è sentito offeso dalla nomina di Paolo Gentiloni premier. Era convinto di poter andare alle urne. Non è stato accontentato. Da allora si è allontanato. Evidentemente non aveva capito che il metodo Mattarella è galileiano, induttivo, e che davvero in questa crisi non esiste “un piano b” ma non perché Mattarella non ce l’abbia. Per indole, desidera che non si salti un passaggio e che tutto si compia secondo Costituzione che è il suo Creato.

 

C’è una cosa che non vuole si possa dire di lui: “Ha forzato”. E’ un presidente più vicino a Einaudi che a Pertini. E’ per questa ragione che potrebbe concedere delle ore. Non esclude altre consultazioni ma solo se possono servire a compattare la vecchia maggioranza. Ha consegnato l’incarico a Fico e non per tutelare Conte, ma per proteggere una possibilità, una forma. Chi un giorno scriverà la sua biografia dovrebbe partire da un oggetto. L’orologio. Mattarella è come quei dottori che credono nel tempo come cura. Non è l’uomo che per Francesco Cossiga “appare molle ma con l’animo di metallo”. E’ un imperturbabile come un altro minerale. Mattarella è il quarzo.

 

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