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L'intervista al grllino Crucioli

"Vi spiego perché la fronda dei senatori del M5s non è una fronda"

Il colloquio col senatore che ha animato le riunioni carbonare delle ultime ore. "Nessuna sedizione, ma Crimi ha sbagliato. Dai nostri vertici posizioni bambinesche. La difesa dei nostri valori più importante della difesa dei nostri ministri, nessuno è insostituibile. Ma la rappresentanza del M5s nell'esecutivo deve riflettere il nostro peso parlamentare"

Valerio Valentini

Parla Mattia Crucioli, senatore duro e puro. "Non siamo contro Renzi a prescindere. Ma su prescrizione, Mes, autostrade, reddito di cittadinanza non acceteremmo passi indietro. E poi, si faccia decidere Rousseau"

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"Prima di tutto, quello che non siamo". Ci dica. "Non siamo una fronda. Né tantomeno una fronda di cartone, visto che la riunione di ieri c'è stata davvero". Quindi, allora, siete una fronda. "Ma no, assolutamente. Si sta dando una ricostruzione del tutto distorta delle nostre intenzioni". Ed ecco che allora Mattia Crucioli, senatore del M5s finito, secondo le ricostruzioni giornalista, nel gruppo carbonaro di dissidenti antirenziani pronti a opporsi a un nuovo governo col leader di Italia viva riabilitato in maggioranza, prende fiato e inizia a spiegare. "Cominciamo col dire che nessuno ha deciso se votare o non votare la fiducia: tutto dipenderà dal programma di governo che verrà definito in queste ore. Sui nomi dei ministri si può confrontarsi e trattare, ma su certi temi bisognerà essere inflessibili: giustizia, reddito di cittadinanza, Mes, revoca delle concessioni autostradali, non accettiamo passi indietro. E diciamo anche che non dipende dal fatto che Matteo Renzi sia stato reintegrato. Semmai, il problema che io riscontro è un altro, e ha a che vedere con l'errore tattico e comunicativo che i vertici del M5s hanno commesso nei giorni passati". 

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"Prima di tutto, quello che non siamo". Ci dica. "Non siamo una fronda. Né tantomeno una fronda di cartone, visto che la riunione di ieri c'è stata davvero". Quindi, allora, siete una fronda. "Ma no, assolutamente. Si sta dando una ricostruzione del tutto distorta delle nostre intenzioni". Ed ecco che allora Mattia Crucioli, senatore del M5s finito, secondo le ricostruzioni giornalista, nel gruppo carbonaro di dissidenti antirenziani pronti a opporsi a un nuovo governo col leader di Italia viva riabilitato in maggioranza, prende fiato e inizia a spiegare. "Cominciamo col dire che nessuno ha deciso se votare o non votare la fiducia: tutto dipenderà dal programma di governo che verrà definito in queste ore. Sui nomi dei ministri si può confrontarsi e trattare, ma su certi temi bisognerà essere inflessibili: giustizia, reddito di cittadinanza, Mes, revoca delle concessioni autostradali, non accettiamo passi indietro. E diciamo anche che non dipende dal fatto che Matteo Renzi sia stato reintegrato. Semmai, il problema che io riscontro è un altro, e ha a che vedere con l'errore tattico e comunicativo che i vertici del M5s hanno commesso nei giorni passati". 

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Mai più con Renzi, avevate gridate.

"Appunto. Una presa di posizione bambinesca, visto che era quantomeno da mettere nel novero delle possibilità che sarebbe stato necessario tornare a trattare con Italia viva. Perché, allora, il mio capo politico ha dovuto imporre con nettezza una linea così categorica?". 

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Forse perché i vostri pensavano di rimpiazzare Iv coi famigerati "costruttori".

"Ma anche in questo caso, illudersi di poter ricostruire una maggioranza stabile con voti scippati a questo o quel gruppo di opposizione, e con un'identità politica assai variegata, è stata una roba dilettantesca".

 

E dunque qual è il senso delle vostre riunioni carbonare? Si è parlato di una ventina di senatori pronti all'insubordinazione.

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"Non mi va di discutere sui giornali di nomi e di numeri. Parlo a nome personale. Io confido nella capacità negoziale dei nostri capigruppo che ci rappresentano al tavolo della maggioranza coordinato dal presidente Roberto Fico. E però credo sia comunque opportuno ribadire preventivamente che su alcuni temi fondamentali per il Movimento, le nostre posizioni non sono negoziabili".

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Quali sono, questi temi?

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"La giustizia, innanzitutto. Da avvocato, non posso che partire da lì. E' innegabile che sia un abisso, tra noi e Italia viva. Se dietro l'egida del supposto garantismo dovesse nascondersi una protezione per l'impunità, noi diremmo no. E specifichiamo subito che sullo stop alla prescrizione non si torna indietro: assolutamente no. Semmai, si agisca in modo radicale sui tempi del processo, cosa su cui Alfonso Bonafede, va detto, ha agito con poco coraggio. Ma non lo si faccia rimangiandoci la riforma sulla prescrizione, ma magari abolendo uno dei tre gradi di giudizio". 

 

Altri temi delicati?

"Il Mes, ovviamente. E spero che Renzi non lo usi neppure come pretesto per ottenere altro. Lo dico da senatore che già una volta ha votato in dissenso dalla maggioranza sulla riforma del Fondo salva stati: lo si tenga proprio fuori dal tavolo delle negoziazioni. E poi c'è il nodo autostrade. Ero nella mia Genova, quando il premier Giuseppe Conte, insieme agli allora vicepremier Di Maio e Salvini, disse che non si sarebbero attesi i tempi dalla giustizia penale, che si sarebbe dovuto agire con rapidità. Non c'è ancora nessun risultato concreto. Sappiamo che Renzi ha una relazione di colpevole connivenza col concessionario, ma questo non può rallentare la nostra azione. Si proceda subito, una volta per tutte, alla revoca. O, se si preferisce la soluzione della transazione col concessionario, lo si faccia davvero. Questa vicenda è entrata in uno strano porto delle nebbie, e non è accettabile". 

 

E poi?

"Inutile dire che il reddito di cittadinanza non va affatto smantelllato. Bisogna semmai discutere di come completare quella riforma, procedendo anche al potenziamento delle politiche attive. E poi il servizio ambientale proposto da Di Battista: credo che sarebbe un buon modo per dare lavoro a migliaia di giovani, e al contempo mettere in sicurezza il territorio".

 

Fin qui i temi. Ma poi si discute molto anche di nomi: Bonafede, Azzolina, Catalfo. Sono molti i ministri del M5s considerati in bilico.

"Da questo punto di vista, credo che non sia necessario da parte nostra pretendere che quelle persone conservino il loro ruolo. Nessuno è insostituibile. Molto più importante è tenere la barra dritta sul programma. Ciò su cui bisognerà vigilare è che la rappresentanza del M5s nella squadra di governo sia proporzionata al peso parlamentare del Movimento: al di là dei nomi, non dobbiamo cedere spazio ad altre forze nella composizione dell'esecutivo". 

 

E come valutare, alla fine, se questo accordo sarà soddisfacente? Come giudicherete?

"C'è tra noi chi ha proposto di ricorrere a Rousseau. E io sono d'accordo. Credo che sarebbe opportuno rimettere al giudizio dei nostri iscritti il contratto di governo che verrà redatto, come del resto abbiamo già fatto nel caso dei due precdenti esecutivi di cui abbiamo fatto parte. Ma bisogna farlo consentendo a tutti i nostri attivisti di informarsi in modo adeguato, senza essere messi davanti a quesiti manipolatori o poco chiari. Dopodiché, ognuno prenderà le proprie decisioni. E io, per quanto mi riguarda, ho già dimostrato di non avere paura di votare contro le indicazioni del gruppo, seguendo innanzitutto la mia coscienza".

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