PUBBLICITÁ

Bilocale Conte

Il Tar dei responsabili. Il gruppo c'è ma è ancora bonsai

Liti, cavilli, regolamenti. De Falco vuole legarsi a Tabacci. Dovrà decidere la giunta per il regolamento

Carmelo Caruso

Il gruppo dei costruttori è nato ma per il Pd ancora non basta. Tra veline e veleni. Si guarda a Forza Italia che resiste, così come Udc e Cambiamo di Toti. Si va verso la via ecumenica. Riappacificazione?

PUBBLICITÁ

Roma. Il gruppo dei responsabili si è formato ma è sformato. C’è un contenitore ma non piace il contenuto. Che pena e sofferenza anche ieri è stata.  Dov’ è la grande famiglia socialista, riformista, liberale e cattolica, l’arca che immaginava Giuseppe Conte?

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Roma. Il gruppo dei responsabili si è formato ma è sformato. C’è un contenitore ma non piace il contenuto. Che pena e sofferenza anche ieri è stata.  Dov’ è la grande famiglia socialista, riformista, liberale e cattolica, l’arca che immaginava Giuseppe Conte?

PUBBLICITÁ

 

I costruttori ci sono ma non bastano. Sono qualcosa, ma non sono tutto. Gregorio De Falco, con gli occhialini del dotto, ha chiesto di creare al Senato lo spin off del Cd di Bruno Tabacci. E però, la senatrice Tiziana Drago, che non ha votato la fiducia a Conte, ha risposto che così non si fa: “E allora, cara presidente del Senato, io riestendo la mia richiesta di costituire il gruppo di Alternativa popolare”. Anche qui, come in Lombardia, bisogna ricalcolare l’Rt. Se la crisi di governo si prolunga c’è il rischio che si finisca di fronte al Tar.


 C’era qualcosa che mancava in queste dimissioni. Era il cavillo. Il regolamento. Il comma e il capoverso. Da ieri gli azzeccagarbugli hanno fatto il loro ingresso. Per stabilire se De Falco può farsi tabacciano”, ma al Senato, la presidente, Elisabetta Casellati, ha chiesto aiuto agli specialisti. Sarà la Giunta per il regolamento a stabilirlo. E per un momento la manovra del comandante ha lasciato immaginare tesori e isole. Qual è la sua rotta? Chi sono i suoi compagni? La sorpresa è stata smontata da Loredana De Petris di Leu che è capogruppo del Misto: “Al momento ha fatto richiesta solo lui”.

PUBBLICITÁ

 

I costruttori hanno provato a edificare una casa per Conte ma per adesso è un bilocale. Il Pd, i vicini di piano, dice che non sono sufficienti e che serve Iv o Forza Italia. Ricardo Merlo, ha lavorato infaticabilmente (“mi sono alzato prestissimo”) ed è riuscito, quando si scrive, a raccoglierne otto.

 

Sono Maurizio Buccarella, Luigi Di Marzio (entrambi ex M5s), Adriano Cario, Saverio De Bonis del Maie, e gli ex di Forza Italia, Sandra Lonardo, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin. Di pomeriggio si è aggiunto Fausto Longo che aderiva al Maie. Quante sigle. Mancava Lelio Ciampolillo. Conte aveva promesso che nessuno sarebbe rimasto indietro. Non è così. Il suo nome, ingiustamente, è uscito dalla lista dei protagonisti per fare posto ai senatori di Cambiamo, i “totiani”. Ieri è stato il loro giorno. Alle 9 di mattina, Paolo Romani e Gaetano Quagliariello erano dati per contiani. Alle 10, l’attesa cresceva. Alle 11, Romani era ministro. Alle 12, Quagliariello era sottosegretario. Alle 13, sia Quagliariello che Romani smentivano categoricamente. Alle 14, Quagliariello era ospite a “Un giorno da Pecora”. Alle 16, una nota del centrodestra annunciava che Udc e Cambiamo si presenteranno alle consultazioni insieme a Lega-Fdi-Fi.

 

PUBBLICITÁ

Per Andrea Cangini, senatore di Forza Italia, anche la comunicazione si sta avvelenando come si avvelena la crisi. Si prendano come esempio gli eroi dell’Udc. Paola Binetti ripeteva nuovamente al Foglio che serve un governo di salvezza nazionale e che in quel caso Forza Italia “non si deve staccare ma legare”. Senza fare una piega confermava il suo no a Conte. Antonio Saccone mostrava il suo telefono come un trofeo: “Non sono nella lista dei responsabili”.

PUBBLICITÁ

 

Ma alle 19.11 sia Saccone sia la Binetti ci rientravano. Dove finisce la cronaca e inizia la fantasia? E che colpa hanno i giornalisti di tutto questo? Sandro Biasotti, “grande amico di Giovanni Toti”, al telefono ricordava che “lui è stato il governatore della Liguria e che ha una storia. Io con Conte non ci vado”. Luigi Vitali, senatore di FI, su alcuni giornali lo davano come pronto a far parte dei responsabili ma al Senato spiegava che Conte “si è comportato da dilettante. Rischia seriamente di tornare alla sua professione”.

PUBBLICITÁ

 

C’è stato da parte degli uomini di Conte, del Pd, un tentativo disperato e infruttuoso di coinvolgere Forza Italia. Ma Forza Italia non si separava. Eugenio Comincini, senatore di Iv, altro presunto costruttore, porta già sul corpo i segni di tutto questo: “Ho perso tre chili. Ho sofferto”. E’ rimasto insieme al suo leader, ma ieri aveva un sogno: “Un Conte meno presuntuoso e un Renzi più riflessivo”. Che errore chiamarli responsabili. E se si chiamassero ecumenici per l’Italia?

 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ