PUBBLICITÁ

Agenda Guerini

David Allegranti

 Percorsi e futuro. Base Riformista  prova a guidare le danze del Pd con il suo grosso gruppo in Parlamento

PUBBLICITÁ

Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, è rimasto pubblicamente in disparte in questi giorni, di fronte al perdurante stato di crisi. La sua linea negli ultimi giorni era: Base Riformista dirà la sua al momento opportuno. Quel momento è arrivato, anche se il portavoce di BR Andrea Romano già il 14 gennaio scorso aveva  anticipato il pensiero di Guerini, che in queste ore viene confermato: “E’ fondamentale ripartire dal Quirinale e rimettere nelle mani sagge ed equilibrate del presidente Mattarella il timone di una crisi che può essere superata già prossimi giorni”, diceva Romano (stamattina Conte si dimetterà). 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, è rimasto pubblicamente in disparte in questi giorni, di fronte al perdurante stato di crisi. La sua linea negli ultimi giorni era: Base Riformista dirà la sua al momento opportuno. Quel momento è arrivato, anche se il portavoce di BR Andrea Romano già il 14 gennaio scorso aveva  anticipato il pensiero di Guerini, che in queste ore viene confermato: “E’ fondamentale ripartire dal Quirinale e rimettere nelle mani sagge ed equilibrate del presidente Mattarella il timone di una crisi che può essere superata già prossimi giorni”, diceva Romano (stamattina Conte si dimetterà). 

PUBBLICITÁ

   
Il pensiero di Guerini, abile negoziatore per indole — ieri  atterrato a Herat, in Afghanistan per partecipare alla cerimonia di avvicendamento tra la Multinational Land Force su base Brigata alpina “Julia” e la Brigata paracadutisti “Folgore” —  è ben rappresentato nelle ultime 24 ore da Romano e Alessandro Alfieri, rispettivamente portavoce e coordinatore nazionale di Base Riformista — la corrente di Guerini e Lotti — ieri mandati in avanscoperta in tv: serve un percorso ordinato, senza acrobazie, ne abbiamo fatte tutti fin troppe. 

   
Una azione coordinata e meditata, anche per cercare di spegnere l’iperattivismo del capogruppo al Senato Andrea Marcucci, che fa parte sì di Base Riformista ma, avvertono i bene informati, “le sue dichiarazioni non ci rappresentano. Marcucci parla a nome di Marcucci”. Il riferimento è alle sue costanti aperture a Matteo Renzi. Come quella di ieri, quando ha invitato Giuseppe Conte a recuperare il dialogo con il leader di Italia viva. Per Guerini e Base Riformista non si può fare finta di niente. Lo strappo di Iv è stato forte in un momento drammatico, impensabile proseguire fischiettando. Il che vale anche per Conte, però. Sarà anche un “punto d’equilibrio” come ripetono nel Pd, ma ora serve un gesto forte da parte sua, ragionano Guerini e i suoi. Alfieri dice che servono “passi concreti” da parte di Conte. E se Iv vuole davvero tornare in gioco, si comporti di conseguenza: “Sono ormai chiare le responsabilità di questa crisi al buio che rischia di far scivolare il Paese verso una campagna elettorale ed elezioni in uno dei momenti più delicati della nostra storia”, dice Alfieri. “Il Partito Democratico da giorni è impegnato con responsabilità per trovare una soluzione a questo stallo, e lavora per allargare e rafforzare la maggioranza con un nuovo patto di legislatura che metta nelle condizioni il Governo di rilanciare la propria azione a partire dal Recovery plan e dal piano vaccinale”. Quanto a Renzi, “ha cambiato spesso posizione nelle ultime settimane. C’è un tema di affidabilità. Ora è il momento di passare dalle dichiarazioni e dalle conferenze stampa agli atti concreti. Dimostri la reale volontà di collaborare nei prossimi passaggi parlamentari, dalla relazione sulla giustizia al decreto ristori, passando per tutti i provvedimenti urgenti per contrastare la pandemia”.

  
C’è poi una questione interna al Pd che Base Riformista intende subito risolvere per non trascinarla a lungo. Mentre Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, sembra insistere su Conte come perno della futura alleanza elettorale con il M5s, Br invita alla cautela. La faccenda potrà sembrare marginale, perché adesso c’è da occuparsi della crisi e non di future elezioni, ma per la componente parlamentare più numerosa del Pd non è un dettaglio: l’alleanza con un M5s che ha cambiato idea sull’Europa potrebbe anche essere accettabile, ma che il candidato presidente del Consiglio sia Conte è ancora tutto da stabilire. “E’ importante tenere ben distinti due piani: quello della soluzione immediata della crisi di governo, rispetto alla quale Conte rappresenta un punto di equilibrio della maggioranza che sarebbe irragionevole mettere da parte, e quello delle future alleanze elettorali del Pd e dei possibili candidati alla guida della coalizione, su cui il Pd discuterà in piena trasparenza e al momento opportuno”, dice Romano, parlando anche per conto di Guerini: “Confondere questi due piani adesso, in piena crisi di governo, rischia di complicare e pregiudicare la soluzione dei problemi e lo stesso allargamento della base parlamentare dell’esecutivo”.

PUBBLICITÁ

  

PUBBLICITÁ