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Lavori in corso

Gli scomodi per Conte. Pericolo Turigliatto!

Meglio dipendere da Renzi o dagli indipendenti per Conte? Le costruzioni pericolose al Senato, con i cortocircuiti

Carmelo Caruso

Dalla Binetti a Cerno, da Causin a Buccarella. E' davvero facile costruire la palafitta Conte? Nel gruppo Misto ci sono già i "senatori indipendenti". Sarà faticoso

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Roma. Vieni avanti compagno Turigliatto! Ricordate il senatore di Rifondazione comunista che con Romano Prodi fece “un quarantotto” e cadere il suo governo? Il problema di Giuseppe Conte adesso è proprio questo. Nostra signora della famiglia (tradizionale), Paola Binetti, insieme alla libertina Maria Rosaria Rossi. L’homo ciampolilliano, inteso come il senatore Lelio Ciampolillo, il goleador del voto al novantesimo minuto, lo scienziato che voleva sconfiggere la Xylella con il sapone, dovrà ragionare con il “fine intellettuale” Riccardo Nencini. Un altro caso ancora.

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Roma. Vieni avanti compagno Turigliatto! Ricordate il senatore di Rifondazione comunista che con Romano Prodi fece “un quarantotto” e cadere il suo governo? Il problema di Giuseppe Conte adesso è proprio questo. Nostra signora della famiglia (tradizionale), Paola Binetti, insieme alla libertina Maria Rosaria Rossi. L’homo ciampolilliano, inteso come il senatore Lelio Ciampolillo, il goleador del voto al novantesimo minuto, lo scienziato che voleva sconfiggere la Xylella con il sapone, dovrà ragionare con il “fine intellettuale” Riccardo Nencini. Un altro caso ancora.

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Il senatore Andrea Causin, che ha votato la fiducia al premier, è contro il taglio dei parlamentari. Da domani sarà in maggioranza con i senatori che hanno tagliato i parlamentari. Metteteli d’accordo voi. Come è vero quando si dice che “non è finita”. Come dare torto a chi pensa che Bruno Tabacci bisogna clonarlo e che come “organizzava i senatori Denis Verdini, nessuno mai”. Tommaso Cerno, ex condirettore di Repubblica, chiamato il Bel-Ami, ci tiene a far sapere qualcosa di davvero notevole: “Io ho definito la Binetti il medioevo. Se il governo farà delle riforme che non condivido, altro che Renzi. Il governo a quel punto lo faccio cadere. Io li avviso”.

 

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In pochi anni ha lasciato la carta stampata (“mi ero stancato di licenziare giornalisti”), il Pd, Iv, il Gruppo Misto. Da ieri è di nuovo nel Pd. E per fortuna, spiega lui: “Sono il primo ad avere anticipato a Maria Elena Boschi che i nemici del M5s sarebbero stati i nostri amici. Io vedo le cose prima di tutti”. Ma perché la storia si accorge sempre dopo degli “scomodi”? Eugenio Comincini, senatore di Iv che non se la sente di seguire Matteo Renzi fino all’ultimo respiro, al momento non se la sente neppure di tornare nel Pd. E non si creda che il Pd non ci stia provando.

 

Ieri, in Senato, il vicecapogruppo, Franco Mirabelli, aveva una parola buona per tutti loro. “E però, Comincini si starebbe dirigendo al Maie” raccontano alla Camera che è il luogo dove si starebbe consumando un grave torto.


E’ giusto denunciare una possibile ingiustizia. A Tabacci, il solo che finora ha dato un passaporto agli espulsi del M5s, vorrebbero portare via il ministero dell’Agricoltura. I vecchi democristiani che già lo chiamano “il nostro nuovo Giovanni Marcora”, il ministro dell’Agricoltura nei migliori anni della loro vita, annusando l’odore di bruciato, hanno fatto scattare l’allarme.

 

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Dato che alla Camera i numeri per Conte sono sufficienti, il ministero sarebbe stato offerto a Saverio De Bonis, senatore del Maie che, come lamenta la sua portavoce, sta subendo in queste ore un “pesante linciaggio”. Fate attenzione a questo gruppo. E’ quello che dovrebbe generare il seme per Conte. Al momento è composto dai senatori Merlo, De Bonis, Cario, Fantetti, con l’aggiunta dell’ex 5s Maurizio Buccarella. E’ infatti questa la quarta gamba, la casa del Nespolo (dato che Renzi ha citato “I Malavoglia”), la residenza dei “disponibili”, la Striscia di Gaza.

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Ieri mattina, secondo le buone maldicenze, la palafitta per Conte era data a dieci: “I senatori Vono e Carbone di Iv, 3 dell’Udc, i 2 di FI, e due del Misto”. E invece no. Sempre dalle parti del Misto, che Mario Giarrusso definisce un “limbo di anime che hanno lottato in direzione contraria”, circolava voce della controffensiva: un’unione sacra fra Iv, Udc, Cambiamo e Carlo Calenda. Insomma, Conte deve fare presto.

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La senatrice Binetti che confessa di avere due sole vanità, i foulard e le collane, ripeteva che “il premier non l’ha chiamata personalmente”. E questo non si fa. Binetti a parte, non è che pure Conte e il Pd si stanno accorgendo che “manca l’amalgama”? Una cosa è votare la fiducia, ma un’altra è “stabilizzare” i costruttori, fare coincidere l’approccio liberale di Causin con l’ecologismo di Buccarella.

 

La simpaticissima senatrice Paola Nugnes, altra cacciata dal M5s oggi in Leu, e non è un caso, ha tirato fuori una espressione che non si ascoltava da decenni: "Senatore indipendente”. Si riferiva ai due senatori di Fi che da oggi sono senza casa anche tra i senzatetto. Dava di fatto ragione a Cesare Pavese secondo cui un “un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via” di poterne parlare male. “Aspri” a tratti “scomposti”. Sono gli aggettivi che Conte ha usato per descrivere Italia viva. Ma di loro conosceva almeno i difetti e dunque anche le piccole virtù. Cosa è più pericoloso? Dipendere da Renzi o gli indipendenti per Conte?

 

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