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L'intervista

"Conte deve riaprire il dialogo con Renzi", dice Pittella

Domenico Di Sanzo

Il senatore del Pd, vicecapogruppo al Senato, non crede nella caccia ai responsabili. "Non possiamo accontentarci di una restrizione della maggioranza. Se il premier chiede il supporto degli europeisti, non può porre il veto su Italia viva"

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Gianni Pittella, vicecapogruppo del Pd al Senato, risponde al Foglio subito dopo aver terminato il suo intervento nella giornata campale di Palazzo Madama. Un appello per "il rilancio" dell'azione di governo, contro gli "arroccamenti", per allargare il perimetro della maggioranza che dovrà sostenere il Conte-ter e riaprire il tavolo con i renziani. Pittella, politico esperto, fine tessitore, già vicepresidente dell'Europarlamento e capogruppo dei socialisti europei, non vuole rassegnarsi all'idea di un governo che si regge grazie al voto di qualche responsabile. È una questione di principio, ma anche di pragmatismo, di numeri. "Se noi abbiamo degli obiettivi così ambiziosi come quelli che ha elencato Conte non possiamo che puntare ad un allargamento delle basi politiche della maggioranza, non possiamo  pensare di risolvere tutto con il voto di fiducia di oggi, che rappresenta una restrizione della maggioranza, non un allargamento", spiega.

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Gianni Pittella, vicecapogruppo del Pd al Senato, risponde al Foglio subito dopo aver terminato il suo intervento nella giornata campale di Palazzo Madama. Un appello per "il rilancio" dell'azione di governo, contro gli "arroccamenti", per allargare il perimetro della maggioranza che dovrà sostenere il Conte-ter e riaprire il tavolo con i renziani. Pittella, politico esperto, fine tessitore, già vicepresidente dell'Europarlamento e capogruppo dei socialisti europei, non vuole rassegnarsi all'idea di un governo che si regge grazie al voto di qualche responsabile. È una questione di principio, ma anche di pragmatismo, di numeri. "Se noi abbiamo degli obiettivi così ambiziosi come quelli che ha elencato Conte non possiamo che puntare ad un allargamento delle basi politiche della maggioranza, non possiamo  pensare di risolvere tutto con il voto di fiducia di oggi, che rappresenta una restrizione della maggioranza, non un allargamento", spiega.

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Ripete che c'è bisogno di una nuova "iniziativa politica che punti a un allargamento della maggioranza e a un confronto costruttivo con le opposizioni". E queste parole, nella prassi, hanno un significato molto preciso: aprire di nuovo a Matteo Renzi. Pittella, direttamente dal suk di Palazzo Madama, non ha remore a dirlo in un modo che più chiaro non si può, forse anticipando quella che sarà la linea del Pd nei prossimi giorni. Per il momento però Pittella si pone in una posizione laterale rispetto ai vertici dem, che hanno chiuso la porta in faccia a Italia viva seguendo lo spartito suonato dai grillini. "Conte fa un appello alle forze antisovraniste e per me tra le forze antisovraniste c'è anche Italia viva, io non posso avere un veto nei confronti di una forza che, per altro, fa parte della maggioranza europeista nel Parlamento europeo che ha sostenuto la presidente Von der Leyen e che ha un profilo squisitamente riformista", ci dice Pittella aprendo già la fase politica che arriverà dopo la fiducia di oggi. Certo, tutto "al netto degli errori, anche gravi, che sono stati fatti da Italia Viva". E l'errore principale è stato il ritiro della delegazione dal governo. Il vicecapogruppo del Pd ribadisce che "Iv all'inizio aveva posto delle questioni che anche il Pd condivideva e ha ottenuto dei risultati: ecco in quel momento io penso che avrebbero dovuto sapersi fermare, a rivendicare quei risultati e poi a verificare la possibilità di rafforzare il governo, senza ritirare i ministri, ma comunque io non ergerei uno steccato invalicabile", sottolinea .

 

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Il navigato socialista sa bene che sarà impossibile governare senza il sostegno dei senatori di Italia viva. Potrebbe essere necessario, dunque, "rimettersi intorno a un tavolo". Fermo restando che "è richiesto un atteggiamento coerente e costruttivo" ai giamburrasca di Renzi. Altrimenti, confidando sui responsabili, quanto può campare il nuovo governo? A questo punto Pittella si ferma, e traccia uno scenario che va oltre al semplice recupero del rapporto con Iv, ma prelude alla "maggioranza Ursula".  E nel Parlamento italiano i popolari europei sono rappresentati dai berlusconiani. "Io sono per un tentativo di dialogo con le componenti di Forza Italia che sono più europeiste, oltre ovviamente a Italia Viva". Toccherà vedere se Conte sarà la nostra Ursula. Lo schema, comunque, è quello di Bruxelles. "Io sono per una maggioranza Ursula, per quella cosa lì, ora bisogna dare una fiducia al premier il più cospicua possibile e poi capire con grande tenacia se è possibile recuperare", conclude il senatore Pittella.

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