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Cercando Goffredo

Citofonare Bettini, una giornata intorno alla casa da dove passa la crisi

Carmelo Caruso

E' l'appartamento delle mediazione di governo. Matteo Renzi viene ricevuto, Giuseppe Conte gli telefona. I vicini non lo conoscono. Lui si definisce un postino mentre la sua portiera Franca fa il tifo per il premier

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Roma. Al civico 19 non lo hanno mai visto. Al 17 lo conoscono, ma non parlano. Al 136/c c’è lo studio di un dentista. Al 33 assicurano che hanno visto passare delle scorte. Alla copisteria S. non è mai entrato. Il restauratore Luigi ha sentito che in questi giorni è andato a trovarlo un “politico importante”. Era Matteo Renzi. In una strada lunga 100 metri e larga solo cinque c’è un governo parcheggiato che si mette ordinatamente in fila per essere ricevuto da Goffredo Bettini. Non è a palazzo Chigi che si sta provando a salvare la legislatura, ma è a casa di un uomo senza cariche, senza autista e fino a poche settimane fa senza  una televisione, che si decide il futuro del governo.

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Roma. Al civico 19 non lo hanno mai visto. Al 17 lo conoscono, ma non parlano. Al 136/c c’è lo studio di un dentista. Al 33 assicurano che hanno visto passare delle scorte. Alla copisteria S. non è mai entrato. Il restauratore Luigi ha sentito che in questi giorni è andato a trovarlo un “politico importante”. Era Matteo Renzi. In una strada lunga 100 metri e larga solo cinque c’è un governo parcheggiato che si mette ordinatamente in fila per essere ricevuto da Goffredo Bettini. Non è a palazzo Chigi che si sta provando a salvare la legislatura, ma è a casa di un uomo senza cariche, senza autista e fino a poche settimane fa senza  una televisione, che si decide il futuro del governo.

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Sul campanello il cognome è scritto a penna. Sotto il suo c’è perfino un “Andreotti”. La famiglia T. lo ha sempre salutato senza sapere però chi fosse. Al Punto Snai non ha mai scommesso (“ma è vero che parla con Giuseppe Conte?”). E’ un mistero per la cuoca Ida che ha una trattoria a pochi metri da casa sua (“qui non è mai venuto a pranzare”). Dicono che abbia un bar dove fissa appuntamenti regolari (“Lo cerchi”), ma il proprietario del bar smentisce categoricamente. La cassiera del supermercato Carrefour è dispiaciuta, ma la fotografia proprio “non mi dice nulla”.

 

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Cosa fa Bettini di mattina? Ieri, prima di mezzogiorno, è uscito di casa per sottoporsi alle sue sedute di agopuntura. “Mi aiutano a combattere la sciatica e mi ricordano l’oriente. Il mio mondo”. Si racconta che in questo appartamentino gli abbia fatto visita anche il premier, ma il portiere peruviano Ronald, dello stabile 34, nega: “Ho visto venire delle auto e il signor Goffredo salire. Io sono un portiere informato. Si fidi”. Dato che Renzi non parla con Conte, Bettini ha il compito di riferire a Conte quello che pensa Renzi e a Renzi quello che offre Conte. Quando qualcuno gli chiede cosa stia facendo, Bettini si limita a rispondere: “Io sono un postino, ho consegnato le trenta richieste di Renzi a chi di dovere. Riesco ad avere contatti trasversali, essere un incrocio”.

 

Ad altri avrebbe invece detto: “Sono un po’ come Nero Wolfe, il detective che sta a casa e coltiva le sue orchidee. Io non sono un consigliere. Sono solo uno che pensa. La mia forza è il disincanto”. Le sue ultime case sono sempre state modeste. Prima di trasferirsi al qaurtiere Prati ne possedeva un’altra forse più graziosa ma altrettanto stretta. Un giorno Cesare Romiti, convinto che fosse un ufficio, gli chiese: “Goffredo, ci vediamo sempre in quello scantinato?”. E lui gli rispose: “Caro Cesare, ma quello scantinato è casa mia”. Abbiamo camminato tutto il giorno intorno a casa Bettini e scoperto che qui aveva casa Amintore Fanfani e che ha abitato un famoso regista di cui il pensionato Giuseppe non  ha voluto tuttavia dire il nome: “Non se la prenda. Ma è giusto custodire dei segreti”. Qual è il segreto di Bettini? Gira voce che gli abbiano chiesto di entrare al governo e che lui non vorrebbe perché sarebbe un sacrificio ma che “mai si può dire mai”. Conte gli telefona e lo ha in simpatia perché il padre era un avvocato come lui.

 

La verità è che c’è solo una donna che conosce tutti i segreti di questa crisi più dei giornalisti. E’ la signora Franca che Goffredo chiama “Franchina”. E’ la portiera di casa Bettini da 55 anni, prima che arrivasse “quella testa così grossa. Un sapiente”. Ha 83 anni, tre figli, ed è sposata con il signor Loreto che ha due bei baffoni risorgimentali e che la ama come il primo giorno, quando per convincerla fece un po’ il ribaldo: “Qui è tutto mio. Sposami. Tutto suo? Vabbè. Tutta sua la portineria. Mannaggia a lui”. E’ stata dama di compagnia di una contessa (“portavo i tacchi a spillo ... se vedesse le foto”). Come Conte, anche la signora Franca, ha detto sì a un rimpasto: “Ho accettato che una donna mi aiutasse con le pulizie. Ma rimango in carica per le emergenze. La portiera sono io. Qui comanda Franca”.

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Ogni settimana, insieme a Loreto, riceve ministri di cui non fa il nome. E’ contianissima. (“Ma lo volete fare lavorare? Io sono pronta a votare Conte. Mi piace”). Non sopporta Renzi (“Ma che pretende? Dite che glielo posso chiedere a Goffredo? Io, sa, un po’ mi imbarazzo”). Non crede in Salvini (“Fa solo chiasso”), rimprovera Giorgia Meloni (“te vojo vedere con il virus”). Di Maio non è pronto (“a quell’età non puoi insegnare il catechismo”). Berlusconi? “Ma fatte da parte”. Ha una teoria che vuole sottoporre al suo inquilino illustre: “Io sono per tre partiti. Destra, centro, sinistra. Funzionerebbe meglio. Che ne dice?”. La portiera di Bettini sorride: “Sul serio questa casa è la più importante d’Italia? E’ una bella cosa. Ma non ditelo in giro. Bettini è riservato. E’ tanto caro. Ma lei davvero è un amico di Goffredo?”.

 

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