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L'intervista

Mugnai: "Trump è un impresentabile, non c'entra nulla con Forza Italia"

Parla Stefano Mugnai, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera

David Allegranti

"Non c’è un pregiudizio nei suoi confronti, lo abbiamo visto all’opera. Il centrodestra italiano non può essere questo, non può rifugiarsi negli ‘ismi’ del populismo e del sovranismo”

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Stefano Mugnai, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, non usa giri di parole dopo quel che è successo negli Stati Uniti: “Trump è un impresentabile. Non c’è un pregiudizio nei suoi confronti, lo abbiamo visto all’opera. Il centrodestra italiano non può essere questo, non può rifugiarsi negli ‘ismi’ del populismo e del sovranismo”. E il problema, argomenta Mugnai, “è che una parte del centrodestra, come Matteo Salvini, vedeva in Trump un punto di riferimento. Il centrodestra è casa mia, ma la questione riguarda il nostro perimetro valoriale: una coalizione che gratta la pancia al populismo e al sovranismo, che cerca scorciatoie, finisce sempre per lasciare il campo al centrosinistra”.

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Stefano Mugnai, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, non usa giri di parole dopo quel che è successo negli Stati Uniti: “Trump è un impresentabile. Non c’è un pregiudizio nei suoi confronti, lo abbiamo visto all’opera. Il centrodestra italiano non può essere questo, non può rifugiarsi negli ‘ismi’ del populismo e del sovranismo”. E il problema, argomenta Mugnai, “è che una parte del centrodestra, come Matteo Salvini, vedeva in Trump un punto di riferimento. Il centrodestra è casa mia, ma la questione riguarda il nostro perimetro valoriale: una coalizione che gratta la pancia al populismo e al sovranismo, che cerca scorciatoie, finisce sempre per lasciare il campo al centrosinistra”.

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Nei confronti di Trump, sottolinea Mugnai, non c’era alcun pregiudizio: “Nel 2016 aveva vinto legittimamente le elezioni ed era diventato presidente. Lo abbiamo però visto all’opera. Non c’è stato solo un problema di modalità ma anche di contenuti. A partire dai rapporti con l’Europa e quindi con l’Italia. Il comportamento degli Stati Uniti di Trump non è stato da paese alleato. Come si può dunque tifare per una figura politica con così pochi pro e tanti contro? È un impresentabile sotto il profilo democratico e pure sotto il profilo estetico”. Mugnai non ha nessun cedimento progressista, assicura, non è questa la questione: “Io sono un conservatore, resto convinto della necessità di una rielaborazione del pensiero conservatore in Europa. In questo momento tragico dobbiamo ripensare i fondamentali del nostro paese e dell’Europa. Il dramma della pandemia ci costringe a una rielaborazione culturale e politica. Urlare e berciare sono scorciatoie alimentate dai social e non portano a nulla”.

 

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C’è insomma un serio problema di classe dirigente: “Il sentimento antidemocratico trova asilo in tutte le democrazie, il problema è quando i leader politici eletti democraticamente alimentano questo sentimento. Diamo per scontate che certe conquiste siano consolidate ma non è così”. Insomma, dice Mugnai, serve un “centrodestra più credibile per battere la sinistra. Naturalmente è un investimento necessario che però porterà risultati in termini di consenso sul medio-lungo periodo. È più facile fare like sui social solo se si bercia, se si adottano toni e contenuti da populisti e sfascisti. Questi like poi però non pagano in termini elettorali, perché al momento del dunque, quando si tratta di scegliere il proprio presente e il proprio futuro, l’elettore sceglie l’offerta politica più credibile”. Gli effetti di ciò che succede negli Stati Uniti non possono essere sottovalutati, perché gli Stati Uniti sono una democrazia “a prescindere da chi la guida e a prescindere dai milioni di difetti di qualsiasi presidente. Il valore simbolico delle immagini che abbiamo visto è dirompente, perché arriva dal cuore della democrazia occidentale. Non tutti gli elettori che hanno votato Trump magari condivideranno quel che è successo, ma magari tanti hanno giustificato quelle violenze. A me però interessa avere un centrodestra maturo, serio, responsabile e soprattutto europeo. Perché le differenze fra noi e loro ci sono. E lo dice uno che nella sua cameretta da giovane aveva la bandiera americana insieme a quella italiana”. Mugnai dice che una riflessione va fatta, anche perché la storia ci insegna che quello che succede negli Stati Uniti - vale per il mainstream culturale, ma anche per la politica - dopo un po’ si verifica anche in Europa. Cerchiamo di imparare qualcosa”. Forza Italia, dice Mugnai, “ha il dovere di porre questi temi senza mettere in discussione il perimetro del centrodestra. Le semplificazioni eccessive non servono, altre strade sono più faticose ma danno più soddisfazione”.

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