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Grillo usa Cicerone per spingere Conte a sfidare Renzi in Senato

Luca Roberto

Il comico ha pubblicato sul suo blog un discorso al senato romano contro la congiura di Catilina: "Fino a che punto approfitterai della nostra pazienza?"

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Non è che si senta proprio a suo agio, nel vedere Giuseppe Conte disposto a contrattare strapuntini e rimpasti di ogni sorta con Matteo Renzi, che per lui, Beppe Grillo, a distanza di anni continua a rimanere "l'ebetino", l'ultima ridotta dell'antigrillismo nella maggioranza che anche solo per costituzione intellettuale deve essere ridimensionata, assopita, smunta, senz'altro affrontata. E visto che è stato, come anticipato dal Foglio, sin dall'inizio della presunta crisi uno dei più fedeli sostenitori del non cedimento alle minacce dell'ex premier, stamattina ha voluto rimarcare il concetto con un post sul suo blog. Pescato, nientedimeno, dal discorso che il Console Cicerone pronuncio in senato contro la congiura di Catilina risalente a oltre 2000 anni fa. 

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Non è che si senta proprio a suo agio, nel vedere Giuseppe Conte disposto a contrattare strapuntini e rimpasti di ogni sorta con Matteo Renzi, che per lui, Beppe Grillo, a distanza di anni continua a rimanere "l'ebetino", l'ultima ridotta dell'antigrillismo nella maggioranza che anche solo per costituzione intellettuale deve essere ridimensionata, assopita, smunta, senz'altro affrontata. E visto che è stato, come anticipato dal Foglio, sin dall'inizio della presunta crisi uno dei più fedeli sostenitori del non cedimento alle minacce dell'ex premier, stamattina ha voluto rimarcare il concetto con un post sul suo blog. Pescato, nientedimeno, dal discorso che il Console Cicerone pronuncio in senato contro la congiura di Catilina risalente a oltre 2000 anni fa. 

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“Quo usque tandem (fino a che punto) approfitterai della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora la tua pazzia si farà beffe di noi? A che limiti si spingerà la tua temerarietà che ha rotto i freni? Non ti hanno turbato l’espressione e il volto dei presenti? Non ti accorgi che il tuo piano è stato scoperto? Non vedi che tutti sono a conoscenza della tua congiura, o ti illudi che qualcuno di noi la ignori?". E così via, fino a passaggi che quasi sembrano operare una sovrapposizione esatta con la contigenza. "Se mi accorgessi di essere, anche a torto, gravemente sospettato e disprezzato dai miei concittadini, preferirei sottrarmi alla loro vista piuttosto che essere oggetto di sguardi di disapprovazione. Tu, invece, che sei consapevole dei tuoi maneggi e riconosci che l’odio di tutti è giusto e meritato da tempo, esiti a sottrarti alla loro vista, alla presenza di chi ferisci nella mente e nel cuore". E sembrava quasi di leggere D'alema nel colloquio con Repubblica: il premier con il consenso più alto degli ultimi tempi messo a repentaglio dall'esponente più impopolare. 

 

E poi ancora: "Il popolo ti ha tolto il potere: puoi attaccare il Governo, ma non puoi sovvertirlo con tentativi scellerati da bandito. Eppure ci sono anche alcuni, qui in Senato, che non percepiscono per ingenuità cosa stia per abbattersi su di noi o che fingono di non vedere quel che hanno sotto gli occhi; sono quei pochi che hanno alimentato con la condiscendenza le tue aspettative e rafforzato con l’incredulità il formarsi di una congiura! Allora dico se ne vadano i colpevoli! Si separino dagli onesti!”, che pure appare un tenue cedimento alla postura dell'onestà-tà-tà. 

 

Grillo per altro lo aveva scritto in calce, lasciando ai suoi follower "l’ispirazione per la sua adattabilità nell’affrontare la realtà". Che è un modo molto subdolo per dire non dicendolo che quello di Renzi è un tentativo di sovvertire lo stato. E che bisognerebbe trattarlo al pari di chi ordisce una vera e propria congiura di palazzo. Meglio lo show-down che spartirci ministeri e sottosegretari. 

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