PUBBLICITÁ

Il personaggio

Che fine ha fatto Di Maio? Il leader grillino si prepara a tutti gli scenari di crisi

E sullo scontro tra il premier e Italia viva dice: "L'Italia non può essere ostaggio di un braccio di ferro"

Simone Canettieri

Il ministro degli Esteri non parteggia per Conte né per Renzi. E' silenzioso, ma intanto continua a tessere rapporti dentro e fuori al M5s. E se la situazione precipita? "Sarà il Colle a illuminare la strada"

PUBBLICITÁ

Pensa che il “paese non possa diventare ostaggio di un braccio di ferro”. E ce l’ha con Renzi e Conte. Allo stesso tempo, reputa che sia da “folli” far cadere il governo, ma se questa evidenza dovesse compiersi non indica il voto anticipato ma ribadisce che “sarà il Capo dello stato a illuminare la strada”. Sfumatura  non banale. Luigi Di Maio, pinne e occhiali, continua a essere in modalità sub. Si è eclissato. Non interviene. Parla del mondo, ma non dell’Italia.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Pensa che il “paese non possa diventare ostaggio di un braccio di ferro”. E ce l’ha con Renzi e Conte. Allo stesso tempo, reputa che sia da “folli” far cadere il governo, ma se questa evidenza dovesse compiersi non indica il voto anticipato ma ribadisce che “sarà il Capo dello stato a illuminare la strada”. Sfumatura  non banale. Luigi Di Maio, pinne e occhiali, continua a essere in modalità sub. Si è eclissato. Non interviene. Parla del mondo, ma non dell’Italia.

PUBBLICITÁ

In queste ultime settimane, coincise con l’acuirsi dello scontro tra Renzi e Conte, ha incassato i successi di Chico Forti e dei pescatori di Mazara del Vallo. Ma è scomparso (in apparenza) dalla scena politica. Trama per far cadere il presidente del consiglio?  “Certo che no”, rispondono con forza dalla Farnesina alla più facile delle suggestioni.

 

Ma resta il fatto che l’assenza dal dibattito di questi giorni  va a braccetto con l’attivismo sotterraneo del ministro degli Esteri. Dentro al M5s e fuori. Nemmeno sul futuro dei grillini Di Maio dice un granché, anzi starebbe pensando di non candidarsi nemmeno nell’organo collegiale se gli altri sfidanti non dovessero essere pesanti (visto che anche Alessandro Di Battista sembra intenzionato a rimanerne fuori).

PUBBLICITÁ

 

Il ragazzo di Pomigliano d’Arco ha capito che si può incidere senza apparire, che si può essere indispensabili senza per forza salire su un palco. E così placa i vari big scontenti della gestione di Vito Crimi, ma non fa passi in avanti né uscite temerarie. Parla con tutti, ma non rilascia interviste. E dunque che fine ha fatto Di Maio? Aspetta. Cerca di capire l’evolversi della crisi. E’ sicuro che i possibili bluff, quelli di Italia viva, si vedranno già al primo consiglio dei ministri, chiamato a dare il via libera al Recovery. Fino a quel momento, come una lucertola attaccata a un muro prova a mimetizzarsi in questo trambusto. Un tintinnio di sciabole che però gli ricorda un film già visto: la fine del Conte 1, la rottura del premier con l’altro Matteo: Salvini. Nel dubbio, dunque, il silenzio d’oro.  


Nel caos che governa la prima forza parlamentare, l’ex capo politico costruisce ponti e prova a ricucire strappi (con Paola Taverna e Roberta Lombardi). Un percorso su più livelli. Anche con i parlamentari grillini che tanto lo contestarono ha riaperto i canali. Una tela che serve a costruire un potere tutto a uso e consumo interno. Nel prepararsi a qualsiasi scenario, in attesa di capire quali carte passeranno sul tavolo da poker di Palazzo Chigi, Di Maio tace e si rafforza dentro al Movimento. E poi ci sono gli incontri che nascono come segreti, ma che alla fine emergono sempre a galla: Mario Draghi e Gianni Letta, Massimo D’Alema e i manager delle grandi aziende di stato. Anche con il Quirinale, negli ultimi sei mesi, grazie agli ottimi rapporti con il segretario generale Ugo Zampetti si è creato un legame forte. Un modo per cancellare una volta per tutte la clamorosa richiesta di impeachment urlata nel 2018 nei confronti di Sergio Mattarella. Acqua passata, per il nuovo sub della politica italiana. Non più uno scavezzacollo, ma un misurato temporeggiatore.

Capace di rivedere il giudizio sul reddito di cittadinanza, ma anche di tubare con Forza Italia. Tutto si tiene, laggiù, nei  fondali dimaiani. Giurano che non senta Matteo Renzi da settimane, anche se ha canali e rapporti diretti dentro a Iv (con Ettore Rosato), ma per Natale, con la scusa degli auguri, ha sentito a lungo tutti i principali colleghi di governo, a partire da Dario Franceschini  e Lorenzo Guerini, ma anche di opposizione, come Giancarlo Giorgetti. Luigi Bel Ami? Forse sì. Chi lo sa. Nel frattempo telefona e aspetta il momento propizio per capire se questa vicenda di governo uscirà dai giornali per diventare qualcosa di più sostanzioso. E serio. E allora eccolo Di Maio, attivo ma silente, scambiarsi auspici per il nuovo anno con tutti. Lo avrà fatto anche con Mario Draghi?
 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ