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Lo scenario

Il governo appeso alla delega degli OO7? Serve altro a Renzi per picconare Conte

I primi di gennaio la resa dei conti e (forse) la fine del bluff

Simone Canettieri

Continua lo scontro a distanza. Sul Recovery un'intesa è possibile, ma il problema rimane la delega ai servizi segreti che il premier non vuole cedere

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Insomma, per capire se la crisi di governo sarà reale o solo di carta ormai basta aspettare poco. Matteo Renzi continua a ripetere a proposito del suo avversario numero uno: “A Conte ho dato una via d’uscita, vedremo se sarà in grado di prenderla. Altrimenti, noi siamo qui”. E anche il premier durante la conferenza stampa di fine anno ha ribadito che non intende “galleggiare” e che, se crisi sarà come accaduto già per Salvini, “la verifica si svolgerà in parlamento”. Minacce, mezze verità e tanto lavorìo sotterraneo.

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Insomma, per capire se la crisi di governo sarà reale o solo di carta ormai basta aspettare poco. Matteo Renzi continua a ripetere a proposito del suo avversario numero uno: “A Conte ho dato una via d’uscita, vedremo se sarà in grado di prenderla. Altrimenti, noi siamo qui”. E anche il premier durante la conferenza stampa di fine anno ha ribadito che non intende “galleggiare” e che, se crisi sarà come accaduto già per Salvini, “la verifica si svolgerà in parlamento”. Minacce, mezze verità e tanto lavorìo sotterraneo.

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Renzi non crede a questa pattuglia di responsabili pronti a imbracciare i fucili per difendere l’avvocato del popolo, ma più realisticamente è convinto che alla fine tutto potrebbe risolversi con un Conte ter. Scenario che non fa impazzire Italia viva, ma dimostrerebbe la vittoria ai punti dell’ex premier: rimpasto. Il premier, però, pur scongiurando qualsiasi scenario di crisi sembra non essere intimorito dallo show-down, addirittura come raccontato dal Foglio ieri, è sempre più convinto che, al contrario della vecchia massima andreottiana, siano meglio andare al voto invece che tirare a campare.

   

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Il Pd rimane fermo, come un semaforo. Nicola Zingaretti continua a rilanciare una terza via che non segua Renzi nei suoi disegni machiavellici ma che dia anche una scossa a Palazzo Chigi sul Recovery. Il problema è il M5s. Luigi Di Maio, in versione sub, continua a non prendere una posizione: attende e studia l’evolversi del momento. In molti nel M5s vogliono anche capire se l’ipotesi Responsabili per Conte in alternativa di Italia viva non sia altro che un Nazareno bis mascherato. Stando la bollettino di ieri e alle rispettive veline che circolavano da entrambi i fronti di guerra, sembra però emergere un dato.

  

Se sul Recovery almeno a parola c’è l’intenzione di tutti di rimanere attaccati al merito delle questioni, il vero scoglio che sembra insormontabile è quello della delega ai Servizi segreti. Anche in conferenza stampa Conte ha ribadito che non ha la minima intenzione di cederla: “La maggioranza dovrebbe spiegarmi perché non si fida del suo presidente del consiglio”. Ma proprio su questo punto – che con toni diversi fa irritare anche i big del Pd – Renzi sembra intenzionato ad andare fino in fondo. Non a caso nel documento consegnato ieri al ministro Roberto Gualtieri ha messo nero su bianco quanto segue: “La preoccupazione è acuita anche dalla ribadita intenzione che ha espresso il Presidente del Consiglio di non attribuire la delega ai servizi, la cui gestione è accentrata nelle sue mani ormai da 2 anni e mezzo. Su questa scelta Italia Viva esprime un radicale dissenso”.

 

Ora può un governo cadere con una pandemia in corso e all’inizio di una campagna di vaccinazione per la delega ai Servizi? Gli italiani sarebbero in grado di capire fino in fondo i motivi di questo scontro portato alle conseguenze più drammatiche? Le risposte sono contenute nella domanda: certo che no. Renzi spera in un passo falso di Conte che in caso di fiducia ritirata potrebbe fare i conti con la mancanza di un partito dietro alle spalle. E questo vuoto, sempre a sentire i ragionamenti del leader di Italia viva con i suoi parlamentari, aprirebbe spazi di manovra al parlamento. 

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Inutile dire che lo scenario hard (l’arrivo di un governo Draghi) sia l’obiettivo di Renzi. Ma per il momento manca la scintilla in grado di accendere gli altri focolai. I primi di gennaio ci sarà sicuramente la prima   schiarita. Si partirà dal Recovery, passando per la verifica politica. Tutto entro i primi dieci giorni del 2021. Impossibile pensare che, comunque vada, la partita finisca 0-0. “Conte non è più il Re Mida di sei mesi fa”, ha detto Renzi. Beccandosi a distanza questa risposta: “Vedremo se Renzi si assumerà questa responsabilità davanti al Paese”.

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