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Svolte grilline

"Sul Recovery no al modello Barca. Potrei candidarmi alla guida del M5s". Parla Lezzi

Carmelo Caruso

"Renzi bluffa. Se cade il governo, il M5s corra senza il Pd. Un ticket con Di Battista? Non escludo. Non vedo l'ora di vaccinarmi". Parla l'ex ministra e senatrice 5s

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Roma. La sorpresa. “Sono d’accordo con il Foglio. Il modello Barca non è un esempio virtuoso e da ex ministro del Mezzogiorno vi spiego perché”. In caso di elezioni anticipate dice che il M5s dovrebbe correre da solo senza il Pd: “Occorre difendere la nostra identità”. Non esclude di candidarsi alla guida del movimento. “Se questo può servire lo farò”. “Il Foglio non l’hai mai pensata come me” , ma per una volta Barbara Lezzi, la senatrice del M5s, la pensa come il Foglio. “Ho letto l’articolo del direttore Cerasa sul modello Barca applicato al Recovery. Sono della stessa opinione. Non funziona. Rischiamo di avere dei doppioni senza competenze specifiche”.

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Roma. La sorpresa. “Sono d’accordo con il Foglio. Il modello Barca non è un esempio virtuoso e da ex ministro del Mezzogiorno vi spiego perché”. In caso di elezioni anticipate dice che il M5s dovrebbe correre da solo senza il Pd: “Occorre difendere la nostra identità”. Non esclude di candidarsi alla guida del movimento. “Se questo può servire lo farò”. “Il Foglio non l’hai mai pensata come me” , ma per una volta Barbara Lezzi, la senatrice del M5s, la pensa come il Foglio. “Ho letto l’articolo del direttore Cerasa sul modello Barca applicato al Recovery. Sono della stessa opinione. Non funziona. Rischiamo di avere dei doppioni senza competenze specifiche”.

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Cominciamo con una bella notizia. Al M5s piace il vaccino. Barbara Lezzi si vaccinerà e aggiunge che “non vede l’ora”. Fatta questa parentesi ritorniamo all’inizio: il Recovery e l’Agenzia per la coesione territoriale inventata da Fabrizio Barca. Perché non è un modello? Risponde l’ex ministra: “Per una semplice ragione: è una sovrapposizione. Esiste l’Agenzia – istituita per velocizzare, per fare in modo che i fondi europei non vadano perduti – ma esiste anche il Dipartimento per la coesione territoriale che fa capo al ministero. Ci sono in pratica due strutture che si sovrappongono e che finiscono per confliggere a vicenda. Ci sono due strutture con i propri esperti, con le proprie stanze, che si inseguono a vicenda. E’ questo che non va”. Non hanno funzioni diverse? “Dovrebbero averle. Si dovrebbe rendere tutto più snello anche perché ci troviamo di fronte ad alcuni paradossi. Ci sono regioni che non sanno se rivolgersi all’Agenzia o al Dipartimento e regioni che si rivolgono solo all’Agenzia perché sperano di avere il lasciapassare che gli è stato negato dal Dipartimento”.

 

Secondo l’esperienza della Lezzi, l’Agenzia, così come assemblata, non è altro che un rifugio di tecnici che non ci aiuta. Lei li chiama “superprofessoroni”. Ce l’ha con loro? “Lo dico con rispetto. Hanno poteri sostitutivi sulle regioni ma non li hanno mai attivati”. Alla Lezzi non piace la nomina del direttore che è di natura politica, insomma, troppo targata. Non le piacciono neppure le “responsabilità che sono spalmate e che finiscono per generare un rimpallo fra Agenzia, Dipartimento e Regioni. Alla fine nessuno sa di chi è colpa chi”.

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Lei da ministro cosa intendeva fare? “Io volevo accorpare Dipartimento e Agenzia. Serviva la collaborazione del ministro della Pa”. L’ha fermata la Lega? “No, anzi, devo dire che Giulia Bongiorno si era resa disponibile. Non abbiamo avuto il tempo”. Precisiamo a questo punto. Se il modello Barca è fallimentare, se è non è buon metodo per gestire il Recovery fund, significa che Giuseppe Conte non deve istituire la task force? “Il mio augurio è un altro. Ed è un avviso. Se serve una cabina non partiamo da quell’idea lì. Una nuova ma con compiti chiari, unici, altrimenti rischiamo di non avere due cabine ma ben tre! Tre strutture. Non ce lo possiamo permettere”.

 

Andiamo velocemente. E’ preoccupata dalla crisi annunciata da Matteo Renzi? “E’ sempre lo stesso. Bluffa. Alza la posta. Vuole posizioni. Non possiamo cadere nel tranello della responsabilità. Finiremmo per consegnarci a un politico bocciato dagli elettori che continuerà a rilanciare”. Un rimpasto. Perché no? “Io sono contraria. I ministri hanno bisogno di sette mesi per comprendere a fondo i dossier. Non abbiamo a disposizione questo tempo. Quelli di Renzi sono capricci”. Avanti con gli scenari. Dario Franceschini ha dichiarato che se il governo cade si va al voto con M5s e Pd. E invece per Barbara Lezzi no. Anticipa: “Io credo che dovremmo presentarci da soli. Non nascondiamoci. Siamo diversi. Sulle trivelle la pensiamo in maniera opposta. Rischiamo di apparire schizofrenici”.

 

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Il M5s avrà presto un nuovo leader. Sarà lei? Si candiderà? “Se posso essere la persona adatta, io ci sono”. Farà un ticket con Alessandro Di Battista? “Condivido le proposte che ha presentato. Penso alla commissione sulle nomine. A me piace l’idea della squadra. Una squadra che si candida e che indica un indirizzo preciso. Vedremo”. Nel suo M5s ci deve essere  spazio  per Davide Casaleggio? “Ho conosciuto il padre a Lecce, poi mi ha invitato a Milano e quando mi ha aperto la porta c’era anche Davide, suo figlio. E’ parte del M5s. Perché non dovrebbe esserci in futuro?”. E’ cominciata la vaccinazione. Lei si vaccinerà? “Certo. Dovrò attendere ma sono in prima fila. Sono stanca di mascherine. Voglio tornare alla normalità. Non c’è dubbio. Anche in questo, io ci sarò”.

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