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l'intervista

“Il 7 gennaio le scuole riapriranno", ci dice Sileri

Annalisa Chirico

"Sarà un Natale di sacrifico e prudenza, non possiamo vanificare i risultati raggiunti. Vaccinazione obbligatoria? Solo se la soglia sarà lontana dal 60-70%". Intervista al viceministro della Salute

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Con il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri desideriamo partire da una apparente buona notizia: il 16 dicembre, per la prima volta i ricoverati in ospedale sono scesi sotto quota 30mila e quelli in terapia intensiva sotto i 3mila. “E’ un fatto positivo – scandisce il viceministro – La riduzione dei posti in terapia intensiva significa che il virus è sotto controllo, e questo è il risultato delle regole che sono state rispettate dai cittadini in tutta Italia e ancor più da quanti hanno convissuto con le restrizioni delle zone arancioni e rosse”. Nelle ore calde in cui prende forma un nuovo provvedimento governativo, gli italiani non hanno ancora chiaro che Natale sarà. “Sarà di sacrificio e prudenza. Serve la massima responsabilità per evitare di inaugurare il 2021 con un numero di contagi troppo elevato e difficilmente gestibile in termini di contact tracing e ricoveri ospedalieri”. L’Italia sarà rossa, gialla, arancione? “Dopo aver migliorato, negli ultimi due mesi, la colorazione di tutte le regioni, non possiamo vanificare i risultati raggiunti. Le regole sono chiare e circostanziate ma esiste la possibilità che, almeno per alcuni giorni, si applichi una stretta ulteriore: durerà pochi giorni ma dobbiamo prepararci”.

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Con il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri desideriamo partire da una apparente buona notizia: il 16 dicembre, per la prima volta i ricoverati in ospedale sono scesi sotto quota 30mila e quelli in terapia intensiva sotto i 3mila. “E’ un fatto positivo – scandisce il viceministro – La riduzione dei posti in terapia intensiva significa che il virus è sotto controllo, e questo è il risultato delle regole che sono state rispettate dai cittadini in tutta Italia e ancor più da quanti hanno convissuto con le restrizioni delle zone arancioni e rosse”. Nelle ore calde in cui prende forma un nuovo provvedimento governativo, gli italiani non hanno ancora chiaro che Natale sarà. “Sarà di sacrificio e prudenza. Serve la massima responsabilità per evitare di inaugurare il 2021 con un numero di contagi troppo elevato e difficilmente gestibile in termini di contact tracing e ricoveri ospedalieri”. L’Italia sarà rossa, gialla, arancione? “Dopo aver migliorato, negli ultimi due mesi, la colorazione di tutte le regioni, non possiamo vanificare i risultati raggiunti. Le regole sono chiare e circostanziate ma esiste la possibilità che, almeno per alcuni giorni, si applichi una stretta ulteriore: durerà pochi giorni ma dobbiamo prepararci”.

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Dal ministro Roberto Speranza abbiamo appreso che sul cambio di marcia italiano avrebbe inciso anche il lockdown indetto in Germania dalla cancelliera Angela Merkel. Le situazioni epidemiologiche dei due paesi sono assimilabili? “La situazione della Germania è diversa. Dopo una lunga fase in cui la gestione del virus è stata efficiente, i numeri nelle ultime settimane hanno cominciato a salire rapidamente. Da noi, al contrario, registriamo già da una ventina di giorni un miglioramento graduale, specie in riferimento alla pressione sui ricoveri ospedalieri e nelle terapie intensive. Il paragone, semmai, va fatto con gli Stati Uniti che lo scorso 26 novembre hanno celebrato il Thanksgiving con gravi conseguenze in termini di aumento dei contagi. Se oggi sono allo studio provvedimenti più rigidi, ciò si spiega con il timore che le nostre festività natalizie possano comportare conseguenze simili, se non peggiori, anche a causa della concentrazione di feste ravvicinate. Tutto questo, associato allo shopping, genera rischi elevati”. 

 

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Con un Rt allo 0,8 esistono i presupposti scientifici per un lockdown totale? “In autunno abbiamo evitato di riproporre il confinamento nelle modalità della scorsa primavera. Abbiamo adottato un sistema basato su indicatori regionali che ha funzionato bene. Se ci saranno restrizioni forti per un limitatissimo numero di giorni è solo perché la concentrazione simultanea di forte mobilità, riunioni in ambienti chiusi di nuclei di persone che normalmente non condividono lo stesso domicilio, massiccia presenza di individui in luoghi di aggregazione sono fattori di rischio che potrebbero portare conseguenze pesanti proprio mentre il vaccino è alle porte”.

 

La riapertura delle scuole naviga in acque incerte. Il 7 gennaio si riapre o no? “La risposta, ad oggi, è sì. La riapertura delle scuole è una priorità assoluta. I sacrifici che chiediamo a tutti sono finalizzati a consentire una ripresa di tutto ciò che oggi è fermo, compresa la riapertura serale dei ristoranti e quella di teatri e cinema”. Il coordinatore del Cts Agostino Miozzo si è battuto per riaprire le scuole ma è rimasto inascoltato. “Io sono da sempre un ‘aperturista’ purché si rispettino protocolli rigorosi, e lo sono ancora di più per la scuola. I motivi della prudenza sono legati non alla permanenza dei ragazzi negli istituti quanto ai trasporti”. Dobbiamo aspettarci la terza ondata? “Non mi pare che la cosiddetta seconda ondata si sia mai arrestata, né in Italia, né in Europa e tantomeno in America”. Il 21 dicembre è atteso il via libera dell’Ema per il vaccino della Pfizer-BioNtech. “Mi aspetto un’adesione massiccia da parte dei cittadini. In una prima fase ci limiteremo ad una vasta campagna informativa. Poi, se tra un anno dovessimo constatare che la percentuale di vaccinati è ancora lontana dal 60-70 percento che assicura una protezione di gregge, penseremo allora a introdurre qualche forma di obbligatorietà”.

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Il presidente Silvio Berlusconi ha detto che è disposto a vaccinarsi in pubblico: potrebbe essere utile l’esposizione di grandi personalità? “Certamente sì, come avviene già in altri Paesi. La persona nota che si sottopone al vaccino può aiutare a tranquillizzare la popolazione spiegando i benefici della vaccinazione”. Ad occuparsi del vaccino anti-Covid sarà sempre il commissario Domenico Arcuri che è anche ad di Invitalia, ora nella partita dell’ex Ilva. Secondo lei, dopo le falle mostrate su tamponi, mascherine, banchi a rotelle, antinfluenzali, riusciremo a fare bene sui vaccini anti-Covid? “Dovremo essere all’altezza dell’impresa. Non possiamo permetterci errori”. Per prepararci a trascorrere in sicurezza un Natale intimo, entre nous, quali consigli può darci? “Distanziamento e mascherine: non durante il pasto, certo, ma in ogni altro momento. Cerchiamo inoltre di aerare il più possibile gli ambienti. Lo shopping è importante, a volte necessario, ma nelle strade affollate, al posto della mascherina chirurgica, proteggiamoci con una Ffp2 o Ffp3”.

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