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Sicurezza e pandemia

Il Cts si spacca, il governo non decide e il Viminale è in attesa

Carmelo Caruso

Cosa fare in vista del prossimo fine settimana? Il Comitato tecnico-scientifico è per inasprire, ma serve la pronuncia del governo. Le strategie del Viminale che si prepara all'esodo ma senza retorica. L'arte di prendere tempo

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Hanno deciso che prima di decidere serve ancora un po’ di tempo. Ma quante ore? Ieri, dal governo, promettevano oggi. E sempre ieri dicevano che se si decide di chiudere ci sarebbe poi da capire con quale strumento farlo. Un nuovo dpcm, un decreto? Adesso se ne dovrà parlare. A Palazzo Chigi, almeno fino a quando si scrive, concordano che prima di fare qualsiasi “verifica” sul Natale è necessario approfondire. E raccontano che se solo fosse nel suo potere, il premier allungherebbe tutte le riunioni e le dilaterebbe per non comunicare quanto gli chiedono di dire.

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Hanno deciso che prima di decidere serve ancora un po’ di tempo. Ma quante ore? Ieri, dal governo, promettevano oggi. E sempre ieri dicevano che se si decide di chiudere ci sarebbe poi da capire con quale strumento farlo. Un nuovo dpcm, un decreto? Adesso se ne dovrà parlare. A Palazzo Chigi, almeno fino a quando si scrive, concordano che prima di fare qualsiasi “verifica” sul Natale è necessario approfondire. E raccontano che se solo fosse nel suo potere, il premier allungherebbe tutte le riunioni e le dilaterebbe per non comunicare quanto gli chiedono di dire.

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Un altro giorno di libera circolazione è stato guadagnato grazie alla più nobile delle ragioni: aspettiamo gli scienziati. Giuseppe Conte, da ieri sera, è in possesso del “verbale”. Si tratta del documento del Cts, da due giorni riunito, e che ha concluso che “le misure vanno inasprite”. I tecnici chiedevano perfino di più. Le fonti del Foglio assicurano che volevano fare alla tedesca. E significa che se fosse per loro, per i medici che sono sempre descritti come dritti, ossuti e implacabili, la “migliore strategia sarebbe quella chiara e di tipo germanico”. Il Cts ha ufficialmente chiesto “un coinvolgimento massivo” delle forze dell’ordine.

 

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Ma cosa significa? Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, che ha il compito di maneggiare la catastrofe cercando di non chiamarla catastrofe (e fa bene perché la minaccia è sempre un invito a sfrenarsi prima della fine) ha spiegato che “per il 24 dicembre la mappa dell’Italia sarà più arancione e rossa che più vicina al giallo”. C’è da riconoscere che anche il Cts si è spaccato  e che l’unica unanimità  che ha raggiunto è quella dello spavento per la terza ondata mentre il suo consiglio quello di servirsi del dpcm del 3 dicembre per “ricolorare” l’Italia. La convinzione è che gli assembramenti della scorsa settimana sarebbero state esercitazioni, prove di disastro destinate a ripetersi il 19 e il 20. E c’è una novità.

 

A chiedere misure uniformi, nazionali, è Luca Zaia che è un campione dell’autonomia ma anche della ragion pratica perché “tutte le comunità rischiano di vedere la curva risalire. Attenti”. I morti per Covid ieri erano 846. Giovanni Rezza lo ha definito un dato drammatico. Non può passare l’idea che se nulla è ancora vietato tutto è quindi permesso. C’è il tema dei controlli che investe il Viminale ma che non può essere agitato. E infatti neppure Matteo Salvini lo agita. La lentezza del decidere non permette alla macchina del ministero di Luciana Lamorgese di stabilire nuovi piani, se non i finora efficaci e previsti. Sono quelli già programmati, quelli che, dati del 14 dicembre, hanno fatto registrare 78.952 persone verificate, 840 sanzionate e 9 denunciate.

 

E’ impossibile dire cosa faranno le forze dell’ordine se non fare quanto  hanno fatto. E i numeri  dimostrano che gli italiani stanno rispettando le norme. Se si vuole limitare la circolazione ne servono delle nuove. E’ per questo che dal Viminale si preferisce tacere. Fino a ieri (e non si parla della ministra) sottosegretari e viceministri confermavano quello che lei per temperamento, profilo, non dice: “Se la politica non decide, la macchina dell’Interno è in attesa. Non sappiamo cosa aggiungere”.

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E’ vero che i controlli per le strade sono aumentati ma perché come ogni anno, a ridosso delle festività, aumentano. C’è una letteratura sbagliata intorno alle forze dell’ordine e che loro stesse per prime rifiutano. Parlano di collaborazione con i commercianti e che è il momento di smetterla di collegarle solo alla “repressione”. Esiste un’attività di controllo, quella che del resto prevede il dpcm, e che si svolge in serenità. Se non si interviene con un atto di legge, questo week end, il Viminale non schiererà i “tanko” ma vigilerà con l’attenzione di sempre. Aeroporti, ferrovie. Sono gli snodi dove si concentrerà lo zelo. Anche gli agenti sono coscienti che è sbagliato ripetere “ci saranno gli assalti”. Si sa che sono stati acquistati biglietti e che gli italiani si sposteranno. Questo fine settimana andrà controllata pure la retorica.

 

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