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Consigli dc a Conte. Parla Fioroni

"Credo che Renzi si argini da solo. Tutti noi dobbiamo fare i conti con la discrepanza tra quello che vorremmo e le angosce che vive il paese”

David Allegranti

Il consigliere di Guerini ci spiega come l’antica saggezza democristiana può aiutare il premier ad arginare Matteo Renzi

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Il duello fra Giuseppe Conte e Matteo Renzi si arricchisce ogni giorno. Il Pd ha lasciato scatenare il leader di Iv ma entro certi limiti. Ieri, Teresa Bellanova non ha partecipato all’incontro con il presidente del Consiglio perché aveva un impegno (imprevisti?) a Bruxelles. 

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Il duello fra Giuseppe Conte e Matteo Renzi si arricchisce ogni giorno. Il Pd ha lasciato scatenare il leader di Iv ma entro certi limiti. Ieri, Teresa Bellanova non ha partecipato all’incontro con il presidente del Consiglio perché aveva un impegno (imprevisti?) a Bruxelles. 

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Domanda: come può Conte arginare le intemperanze del renzismo? Un po’ di saggezza democristiana non guasterebbe, osserva Beppe Fioroni, consigliere del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. “Senza arrogarmi niente, ho ben chiaro quale era l’impegno dei democristiani: il rispetto per lo stato, le istituzioni e il bene comune. Oggi abbiamo bisogno di senso di responsabilità, è un dovere verso la gente. Gli italiani vivranno un Natale impaurito, c’è un clima di angoscia come mai negli ultimi decenni. Si aspettano di avere speranza, certezza e tranquillità”. Di fronte a tutto questo, dice Fioroni, che misura bene le parole, “rispondere con rimpasti, cabine di regia, unità di missione, apre un baratro tra la politica e il paese. Quello di cui c’è necessità è il rispetto per gli italiani e i loro bisogni. Sono convinto che al di là degli esercizi muscolari che ciascuno mette in questa crisi, in questa partita a braccio di ferro non c’è qualcuno che vince: anzi, qualcuno si prenderebbe il merito di far perdere l’Italia”. 

  
Adesso, una volta sentito il Pd, sentiti i Cinque stelle, sentita Italia viva, “al di là del gioco delle parti e del teatrino di ombre cinesi in cui ognuno parla perché suocero intenda, è necessario ritrovare quella capacità di dare risposte. Il presidente del Consiglio, Zingaretti, Di Maio ma soprattutto Renzi devono fare la propria parte in questo percorso. Il presidente del Consiglio è chiamato alla massima responsabilità, perché  è quello che ne ha di più e quindi la deve esercitare. Serve una capacità di ricomporre. La Dc ha sempre avuto il senso del rispetto per i cittadini. I bracci di ferro non servono, non vince nessuno”. 

 
Insomma il presidente del Consiglio, che in quanto tale ha maggiore responsabilità di altri, deve dare, spiega Fioroni, “il massimo della disponibilità a ricomporre l’unità nell’interesse del paese”. Queste polemiche “ogni giorno scavano un baratro tra noi e l’Italia reale. Bisogna smussare gli angoli. Avendo tutti dichiarato agli italiani che nessuno fa la battaglia per uno sgabello o una poltrona in più, nessuno vorrà perdere la faccia”.

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 Anche perché ci sono cose più serie di cui occuparsi: “Il Recovery Fund è una straordinaria opportunità per il progetto di rilancio dell’Italia”. Certo, la gestione di questi fondi deve essere “rispettosa e inclusiva”. Certo, un cambio di passo è necessario a Conte e alla maggioranza. “Da un governo nato per salvare l’Italia dallo sfascio del populismo bisogna passare non a un governo che costruisce una nuova alleanza di fine legislatura ma a una coalizione vera”. È richiesta una sintesi, un “amalgama”, una “condivisione di valori” per passare da un “governo nato sulla spinta emergenziale a una coalizione per far crescere e sviluppare il paese”. L’Europa, osserva Fioroni, sta facendo “passi da gigante”. 

  
La domanda però è di nuovo d’obbligo: come si argina Renzi? Risposta: “Credo che Renzi si argini da solo. Tutti noi dobbiamo fare i conti con la discrepanza tra quello che vorremmo e le angosce che vive il paese”. Perché un “conto sono le nostre aspettative, un contro le necessità degli italiani. Puoi sbattere da una parte all’altra come un calabrone, ma poi ti acquieti e ti argini da solo per quella responsabilità che ti porti dentro. Questa è la differenza fra un leader e gli altri: un leader non va arginato”.

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